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Tecnologia

Facebook manipola i trending topics? Ecco cosa c’è di vero

Accusato di pubblicare poche notizie sui conservatori fra le tendenze, il social network replica: “Siamo neutrali"

Ci risiamo. Ancora una volta un colosso del Web – nella fattispecie Facebook – viene accusato di manipolare gli algoritmi che dovrebbero regolare il flusso dei contenuti. Questa volta però, non c’è di mezzo la concorrenza, la pornografia o contenuti che violano la proprietà intellettuale, bensì le notizie di destra.

Proprio così. La creatura di Mark Zuckerberg viene tacciata di censura per aver penalizzato gli articoli di stampo conservatore all’interno dei cosiddetti Trending Topics, la sezione del sito che in alcuni paesi (l’Italia per il momento è esclusa) seleziona gli argomenti popolari sul social network. A sollevare il caso il sito internet Gizmodo che, citando come fonti alcuni ex dipendenti di Menlo Park, parla di notizie riguardanti il CPAC (la conferenza annuale dei repubblicani americani), Mitt Romney e Rand Paul deliberatamente escluse dal flusso delle notizie che contano, nonostante la rilevanza acquisita sul piano "organico".

La risposta di Facebook: siamo neutrali
Immediata la replica di Facebook che sottolinea la neutralità del suo sistema di selezione dei contenuti: "Le nostre linee guida non consentono la soppressione di opinioni politiche, né permettono la priorità di un punto di vista rispetto ad un altro o l’uscita di una notizia al posto di un’altra", ha spiegato Tom Stocky, responsabile del team che si occupa dei Trending Topics.

Gli fa eco Will Cathcart, responsabile della sezione Notizie di Facebook, che in un’intervista rilasciata a The Verge puntualizza: “Vogliamo mostrarvi ciò che vi interessa di più. Non siamo interessati ad aggiungere il nostro punto di vista: non pensiamo che la cosa possa funzionare per un miliardo di persone”.

Gli argomenti di tendenza? A decidere non è solo l'algoritmo
Secondo il Guardian, tuttavia, ciò non escluderebbe la possibilità che qualcuno, all’interno di Facebook, "inietti" o "cancelli" argomenti dalla lista dei topic di tendenza. "I documenti di cui siamo in possesso", spiega il popolare quotidiano britannico svelando un documento interno con le linee guida per la revisione dei trending topics, "mostrano come Facebook faccia pesantemente affidamento sull'intervento di un piccolo team editoriale per determinare ciò che deve essere inserito nell’elenco dei contenuti di tendenza".

Questo sistema, precisa ancora la testata, sarebbe stato introdotto nel 2014 a seguito del caso Ferguson; in quel frangente, l’algoritmo di Facebook si sarebbe rivelato poco sensibile alle notizie riguardanti l’uccisione da parte della polizia di un diciottenne nero disarmato.

Un mezzo troppo potente per non alimentare polemiche
Vista l'entità dell'accusa, è facile prevedere nuovi sviluppi: con il suo enorme bacino d’utenza (più di un miliardo e mezzo di utenti attivi al giorno), Facebook è oggi il più importante sistema di distribuzione dell’informazione sul Pianeta e, secondo molti, un mezzo in grado di influenzare l’opinione degli utenti.

Ed è proprio dal fronte politico americano – evidentemente preoccupato viste le imminenti elezioni presidenziali – che si levano le richieste più pressanti per un chiarimento perentorio da parte dell'azienda californana. Di recente, anche il senatore John Thune, presidente della commissione commercio, ha sollecitato Facebook a rispondere alle accuse di parzialità.

L’invito è stato prontamente accolto da Mark Zuckerberg in persona, che in un post pubblicato in bacheca fa sapere di aver preso la questione in seria considerazione e di voler indagare sull’argomento al fine di garantire il rispetto dell’integrità del servizio. "Non abbiamo trovato alcuna prova che dimostri che il rapporto sia vero", scrive il Ceo di Facebook, invitando i leader conservatori e di tutti gli schieramenti politici a sedersi allo stesso tavolo per avere un confronto diretto su questi temi.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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