Il nuovo fronte nello scandalo dieselgate per Volkswagen rischia di avere in Europa addirittura maggiore impatto di quello americano.
Ieri l’azienda ha infatti reso pubblico che un’indagine interna condotta nelle ultime sei settimane ha fatto emergere nuove irregolarità nelle emissioni di CO2, che riguardano ulteriori 800.000 vetture del parco macchine del gruppo.
L’Unione europea
“La cosa più importante ora è stabilire i fatti” e “chiarire quali irregolarità sono state riscontrate”, commenta oggi la portavoce della commissaria Ue al mercato interno, invitando Volkswagen ad accelerare. Bruxelles ricorda infatti che, a differenza delle emissioni NOx, sulla C02 la Ue ha il potere di imporre multe.
“Finora non abbiamo ricevuto nessuna notifica ufficiale”, ha sottolineato. La questione sarà sollevata nella riunione con le autorità di omologazione dei 28.
– LEGGI ANCHE: VOLKSWAGEN DIESELGATE: LE COSE DA SAPERE
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Tre Vw California (versione camperizzata) tra gli anni 80 e oggi.
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Un T1 (VW bus) impegnato in Sudamerica durante un raid negli anni ’60.
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Volkswagen Bus T1 in versione panoramica, noto anche come “samba bus”
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T2 ambulanza della Croce Rossa di Salisburgo in servizio negli anni ’70.
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Una Polo della prima serie.
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La polo seconda serie. Una delle versioni di maggior successo negli anni ’80.
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Volkswagen Passat del 2015.
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Tre modelli della attuale gamma Golf
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Golf seconda serie (1984)
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La seconda generazione del Maggiolino “Beetle” del 2001.
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Traffico Hippie: una fila di Volkswagen sulla strada che porta al festival di Woodstock. Agosto 1969.
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Maggio 1974. Immagine realizzata per il lancio della nuova Golf.
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Due generazioni del Maggiolone cabriolet.
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La linea aggressiva di una Golf GTI prima serie.
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Golf GTI prima serie restyling con cerchi speciali marchiati Pirelli.
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Germania, 1945. Ufficiali inglesi ispezionano un Maggiolino.
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VW 1602 cabriolet (da noi noto come Maggiolone) nel 1977.
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La Germania batte l’America. Nel 1972 il Maggiolino supera la Ford T per numero di unità prodotte.
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Foto simbolo della sua essenza di world car: il Maggiolino in Africa.
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Maggiolini pronti all’imbarco verso il continente americano
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Città del Messico, anni 70. Il frontale di un Maggiolino e un manifesto pubblicitario VW.
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1955. A Wolfsburg si celebra il milionesimo Maggiolino prodotto
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La prima serie della Golf, lanciata nel 1974 e nata dalla matita di Giorgetto Giugiaro.
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Copertina dell’LP dei Beatles “Abbey Road” (1969). Il maggiolino sulla sinistra è protagonista del mito della morte presunta di Paul Mc Cartney. LA targa LMW28IF sarebbe stata per “Linda Mccartney Widowed 28 (età di Paul nel 69) If (“se” fosse vivo).
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Primissimi schizzi preparatori del futuro Maggiolino. Monaco di Baviera, 1932.
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Il Maggiolino nel 1940
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Quattro generazioni di Vw Polo.
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Passat Coupè prima serie 1973.
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La berlina K70. Uno dei modelli VW di minor successo, poco prima del boom della Golf
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Un modello Volkswagen danneggiato
Il governo tedesco
Volkswagen ha “il dovere di chiarire in piena trasparenza” le nuove irregolarità emerse relative ai valori delle emissioni di CO2.
Lo ha detto il portavoce di Angela Merkel Steffen Seibert, affermando tuttavia che, anche in presenza di un ampliamento delle dimensioni del dieselgate, il buon nome del made in Germany non è in discussione
Nel comunicare ieri la nuova svolta del Dieselgate. Volkswagen ha detto che il danno potenziale, è attualmente stimato, in via preliminare, a due miliardi di euro.
Volkswagen costernata
Ieri sera il consiglio di sorveglianza del gruppo automobilistico ha ammesso di vedere “con costernazione e preoccupazione” la dimensione raggiunta dal dieselgate.
“Il consiglio e la commissione fondata per l’accertamento dei fatti – ha fatto sapere – si riuniranno presto per consultarsi su nuove conseguenze e misure”.
Secondo l’agenzia di stampa tedesca Dpa, la commissione si riunirà al più tardi domenica, e il consiglio lunedì.
“Il Cda di Volkswagen inizierà immediatamente un dialogo con le autorità competenti riguardo le conseguenze di quanto emerso”, recita la nota, e ciò “dovrebbe condurre ad un’affidabile valutazione delle conseguenze economiche e legali di questo problema, che attualmente non è stato ancora spiegato nella sua completezza”: Volkswagen infatti non ha citato né identificato i brand o i tipi di motori “irregolari”.
Intanto l’ammissione del gruppo arriva dopo i dati confortanti sulle vendite negli Usa arrivati ieri pomeriggio: nel primo vero test di mercato dopo lo scandalo delle emissioni, che tiene cioè conto dell’andamento su un mese intero, le vendite del gruppo Vw sono cresciute del 5,8%.
A fare da traino è il marchio Audi con un +17% mentre Vw ha archiviato un +0,2% grazie a una massiccia campagna di sconti e offerte che hanno minimizzato l’impatto negativo del dieselgate sulle vendite. Gli accadimenti in Volkswagen non cambiano il buon nome del Made in Germany”, aveva detto in mattinata la cancelliera Angela Merkel, sollecitando ancora una volta “trasparenza e un veloce chiarimento”, dicendosi però convinta che Vw procederà a farlo.
E infatti Volkswagen ha avviato una rigida campagna di audit interno, che ha fatto emergere nuove irregolarità, dopo quelle che sono costate il posto all’ex amministratore delegato, Martin Winterkorn, causato la prima perdita trimestrale negli ultimi 15 anni, un crollo senza precedenti del titolo in Borsa (le azioni hanno perso circa un terzo del loro valore quest’anno) e portato ad accantonamenti miliardari in vista delle future spese, per rimborsi e cause legali.
Al momento VW ha già destinato a riserve 6,7 miliardi di euro legati agli 11 milioni di auto su cui è stato installato il software all’origine dello scandalo. Ma questa nuova tegola rischia di pesare sul piano di rilancio e di pulizia dell’immagine avviato dal nuovo numero uno, Matthias Mueller, il giorno dopo che dagli Stati Uniti sono arrivate nuove accuse di “imbroglio” anche su motori di cilindrata maggiore rispetto a quelli finora coinvolti nello scandalo.
A questo proposito, la filiale nordamericana di Porsche ha annunciato che sospenderà la vendita dei modelli Cayenne diesel del 2014 e del 2015 sul mercato Usa e canadese.
