Tutti i segreti della Ferrero, l'azienda dove si lavora meglio in Italia
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Economia

Tutti i segreti della Ferrero, l'azienda dove si lavora meglio in Italia

Viaggio nella multinazionale piemontese, risultata la prima nella ricerca della società indipendente Statista sulle imprese preferite dai dipendenti

Il profumo di cioccolato ti avvolge già a qualche centinaia di metri dall’ingresso della fabbrica. Piazzato poco lontano dal centro di Alba (Cuneo), l’impianto dolciario più grande d’Europa sforna senza sosta barrette e ovetti Kinder, i nuovi biscotti Kinder Cards, le praline Rocher (24 milioni al giorno!) e tante altre prelibatezze. È il cuore del regno costruito da Michele Ferrero, scomparso nel 2015, e ora gestito dal figlio Giovanni. Un impero fondato sulle nocciole e sul cioccolato.

Ma soprattutto sull’innovazione e sulla tecnologia. La Ferrero è la Apple italiana: fanatica della perfezione, attentissima alla qualità e capace di inventare prodotti che nessuno riesce a replicare (provate a trovare un wafer rotondo come il Rocher con dentro una nocciola intera e altre 3 sbriciolate in granella, o un cioccolatino ripieno di caffè liquido come il Pocket coffee, o ancora un wafer sottile come quello delle Kinder Cards).

Entrare nella fabbrica inebriati dal cacao è un privilegio per pochi: le macchine lavorano 24 ore su 24 e custodiscono preziosi segreti industriali che sono alla base del successo di un gruppo da 10 miliardi di fatturato, una delle poche, vere multinazionali italiane con 22 stabilimenti nel mondo, terzo gruppo dolciario del pianeta, reduce poche settimane fa dall’ultima acquisizione negli Usa (Ferrara Candy, terza azienda di caramelle americana).

Un mondo dove i dipendenti sono soddisfatti (l’ultimo sciopero risale agli anni Sessanta) e chi ne è fuori aspira ad entrarci, come testimonia l’indagine di Statista. Merito non solo dei prodotti, della pubblicità e della fama di azienda solida costruita nel tempo dalla Ferrero, ma anche della politica di welfare. Vicino alla storica fabbrica di Alba c’è la sede della Fondazione Ferrero, che dagli anni Ottanta fornisce ai dipendenti con oltre 25 anni di anzianità ma anche alla cittadinanza, servizi di assistenza, viaggi, cultura, sport. E sempre a pochi metri ci sono i centri sportivi gestiti da manager del gruppo.

Come spiega Alessandro d’Este, presidente e amministratore delegato Ferrero Commerciale Italia, «da sempre la nostra azienda ha posto le persone al centro, ritenendo che queste siano le vere artefici del nostro successo. Il gruppo ha storicamente una stretta relazione col territorio in cui opera. Per noi, essere buoni cittadini significa adattarsi alle realtà locali. Basti pensare che a partire dal dopoguerra, per favorire l’arrivo nello stabilimento di Alba, l’azienda ha organizzato un servizio di pulmini, attivo ancora oggi, che raccoglie i dipendenti dalle località in cui abitano. I periodi di ferie lasciano la possibilità, ancora oggi, di dedicarsi alle attività agricole tipiche del territorio delle Langhe. Questo ha consentito di mantenere la cura dei terreni e delle case, senza costringere a spostamenti di residenza». 

Quali servizi di welfare offrite?

Abbiamo un sistema di welfare tra i più apprezzati e concreti a livello nazionale, con servizi di assistenza che vanno dalla gestione delle pratiche amministrative, ai servizi previdenziali ed assistenziali, alle visite mediche domiciliari, al supporto in caso di problematiche di salute dei dipendenti e dei loro familiari. Il 40 per cento dei nostri dipendenti è composto da donne. Abbiamo così organizzato un asilo nido che ospita circa 80 bambini, con attenzione scrupolosa agli aspetti pedagogici e ludici».

Che ruolo svolge la Fondazione Ferrero?

La Fondazione Ferrero oltre a realizzare iniziative di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale, ha sviluppato un importante insieme di azioni rivolte ai dipendenti che abbiano maturato almeno 25 anni di servizio in azienda, siano essi ancora in attività o a riposo, facendoli sentire parte della comunità. Ad esempio sono gli anziani che si occupano dell’accompagnamento nelle visite dello stabilimento: i nonni che mostrano ai nipoti dove hanno lavorato, con orgoglio e passione. 

Avete anche attività sportive?

Il nostro Kinder+sport Village, con strutture sportive attrezzate, e il Gruppo sportivo ricreativo aziendale coinvolgono oltre 5 mila tra dipendenti, loro parenti e comunità locale.

C'è qualcosa che state facendo per aiutare le famiglie con figli che non trovano lavoro?

Lavoriamo sulla formazione, fattore fondamentale per avere accesso al modo del lavoro, fornendo ai figli dei nostri dipendenti un sussidio di studio per avviamento all' università assegnato in base al merito. Per rispondere alla necessità di offrire formazione sul campo, che sempre più aziende richiedono, da tempo offriamo stage all'estero presso le sedi Ferrero per i figli dei dipendenti con laurea di primo livello. Durante il periodo estivo, inoltre, ospitiamo studenti delle scuole superiori al fine di arricchire le loro competenze professionali e tecniche in diverse aree aziendali.Tra la popolazione universitaria siamo i più ambiti per gli stage aziendali, che realizziamo solo in caso di concrete possibilità di inserimento in azienda.

State pensando a qualcosa di nuovo, nel capo del welfare aziendale?

Sono già iniziati i lavori per affiancare al nostro asilo nido una scuola materna aziendale, al fine di ospitare i figli dei nostri dipendenti tra i 3 e i 5 anni, in età prescolare. Raddoppieremo, in questo modo, la recettività a circa 150 bambini. Abbiamo avviato un progetto di Smart working, che permetterà di lavorare un giorno a settimana “in agilità”, da casa o da qualsiasi luogo idoneo, al fine di agevolare e migliorare la conciliazione del rapporto tra i tempi della vita privata e della vita lavorativa, il così detto «work-life balance». Oggi sono coinvolte un centinaio di persone, ma a partire dal prossimo gennaio arriveremo ad oltre 300.

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Guido Fontanelli