Tasse, se non paghi arriva il "baratto amministrattivo"
Getty Images (novembre 2014)
Economia

Tasse, se non paghi arriva il "baratto amministrattivo"

In Liguria approvazione bipartisan della legge che prevede lavori socialmente utili per chi non paga tributi e imposte: dalla pulizia delle strade all'abbellimento di aree verdi

C’era una volta il baratto, anzi c’è ancora. Per chi pensava che lo scambio di merci o prestazioni facesse ormai parte del passato, è il momento di ricredersi. Aumentano, infatti, i Comuni nei quali viene introdotto il “baratto amministrativo”, pensato per chi fatica a pagare le tasse e che quindi può saldare il proprio debito lavorando per l’Amministrazione, naturalmente in modo gratuito. Il primo a volerlo, approfittando di una possiiblità prevista del decreto “Sblocca Italia”, è stato il Sindaco di Invorio (Novara). Ora, però, in Liguria, è stata votata una proposta di legge regionale per finanziare i Comuni che vogliamo promuovere questa forma di “risarcimento” delle imposte comunali non pagate dai cittadini sotto forma di prestazioni, come ad esempio la pulizia delle strade.

Il provvedimento

Il “baratto amministrativo” è uno degli strumenti previsti nel decreto “Sblocca Italia” (Dl 133/2014, articolo 24). A Invorio il Sindaco, Roberto Del Conte, lo ha introdotto tre anni fa: “Ho scritto personalmente il regolamento comunale quando ero vicesindaco e assessore. Dopo che l'allora Sindaco lo ha messo in atto, abbiamo ricevuto chiamate da funzionari di diverse amministrazioni, da tutta Italia (dalla Sardegna alla Sicilia, da regioni del Nord e del Centro, così come da piccoli o grandi centri, come Bologna), che chiedevano informazioni. Oggi quasi tutti hanno standard analoghi ai nostri” spiega a Panorama.itRoberto Del Conte, che nel suo Comune ha attivato circa 20 “baratti amministrativi” dal 2015 (quando il provvedimento è entrato in vigore con il suo predecessore) a oggi. “Molti si sono ispirati a noi anche nel quantificare l’equivalente del costo del lavoro socialmente utile, pari a 7,50 euro all'ora” aggiunge il primo cittadino.

I Comuni che ne vogliano fare ricorso come modalità alternativa per il saldo dei debiti dei cittadini con l’Amministrazione, infatti, devono prima approvare uno specifico regolamento che indichi in modo dettagliato quali sono le condizioni e i criteri di accesso al “servizio”, quali tipi di lavori socialmente utili sono previsti e riconosciuti, ecc.

Come funziona: per quali lavori per ripagare le tasse?

Tra le possibilità previste ci sono soprattutto lavori socialmente utili nell’ambito della riqualifica del territorio: ad esempio, la “pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano”.

Si tratta di interventi che però non possono avere una durata illimitata: il periodo di lavoro offerto gratuitamente per ripagare il fisco deve essere definito dai singoli Comuni che aderiscono all’iniziativa.

Chi può “barattare” e per quali quali tasse?

Il “baratto amministrativo” è stato pensato come modalità alternativa al pagamento di una serie di tasse e tributi locali: si va da TASI e IMU (sui beni immobili) a TARI (smaltimento rifiuti), senza dimenticare altri tipi di “debiti” con l’erario e l’Amministrazione pubblica, a seconda delle scelte comunali.

“Io l’ho pensata come misura sociale, quindi per “barattare” il proprio debito, accumulato sotto forma di tributi locali non pagati, sono richiesti alcuni requisiti minimi: un ISEE non superiore a 8.500 euro, avere almeno 18 anni e un debito non maggiore di 5.000 euro” spiega il primo cittadino di Invorio, dove occorre presentare un’apposita richiesta, con relativa documentazione, e un progetto" dice Del Conte.

Tra gli esempi di applicazione, a un cittadino è stato permesso di occuparsi della pulizia delle strade, per 4 ore al giorno e per circa 2 mesi, calcolando una “paga” equivalente di 7,50 euro all’ora, per saldare il suo debito di 1.200 euro, ossia gli arretrati nel pagamento del canone di locazione per la casa popolare nella quale abita e che non erano stato versati.

Il baratto “ligure” piace a tutti: “sì” bipartisan

Ora la Liguria si è spinta oltre, varando l’istituzione di un Albo dei Comuni dove si applica il “baratto amministrativo” e stanziando 10.000 euro di fondi a sostegno delle realtà che lo vogliano adottare. “L’idea è nata dalla considerazione che il ‘baratto amministrativo’ può essere una grande opportunità, perché unisce due esigenze: quella dei cittadini in difficoltà nel pagamento di un debito con la Pubblica Amministrazione e quella dei Comuni che, specie se piccoli, spesso hanno problemi con le opere di piccola manutenzione” spiega a Panorama.itAndrea Costa (Liguria Popolare), uno dei due promotori della legge insieme Giovanni De Paoli (Lega).
Il testo, però, è stato appoggiato da tutte le forze politiche in Consiglio regionale con voto unanime. “Siamo molto soddisfatti che la proposta sia passata all’unanimità, è una bella pagina della politica, che dimostra che quando si affrontano certi temi con un approccio non ideologico, ma pragmatico, gli accordi si trovano” aggiunge Costa. La proposta ha trovato sostegno anche a sinistra e da parte del Movimento 5 Stelle: “Inizialmente eravamo perplessi alla proposta di stanziare fondi solo per l’Albo, ma con un emendamento è stato deciso di destinarli ai Comuni per promuovere questa strada e sostenere le spese per metterla in atto” spiega a Panorama.itAlice Salvatore.  

Chi paga?

Se il cittadino non potrà pagare, dunque, avrà comunque la possibilità di non incorrere in ulteriori sanzioni, sanando la propria posizione con prestazioni “in natura”. Ma non si creerà un “buco” nelle casse comunali? “E' vero che il Comune non incassa quanto dovrebbe, ad esempio l’IMU. Per questo deve mettere a bilancio una cifra pari, ma con una voce differente, nel nostro caso nel capitolo dei servizi sociali. Ma è altrettanto vero che in alcuni casi l’Amministrazione risparmia, ad esempio su quanto altrimenti dovrebbe spendere nella pulizia delle strade” spiega Del Conte. “Per noi resta fondamentale l’aspetto sociale, per questo abbiamo messo un tetto di 8.500 euro di reddito ISEE. Altri Comuni hanno alzato a 22.000 euro anche se io non condivido, perché ritengo che in questo modo possa configurarsi una sorta di "lavoro nero autorizzato": in pratica si fanno fare lavori ai cittadini, senza pagare l’Iva, come invece avverrebbe appaltandoli a ditte esterne” dice il Sindaco di Invorio.

E le multe?

“Per questo noi non abbiamo contemplato anche il mancato pagamento delle multe, come invece accade in altre realtà. Da noi hanno fatto richiesta soprattutto italiani, ma anche stranieri, senza lavoro o con impieghi precari. Per ridurre il numero di ‘baratti amministrativi’, inoltre, abbiamo deciso di trasformare alcuni lavori interventi in cantieri di lavoro, che permetteranno a chi li esegue di avere uno stipendio, che a sua volta consentirà di pagare le tasse in modo regolare” conclude il Sindaco di Invorio.

Diverso il caso ligure, dove i Comuni sceglieranno in che ambito applicare il “baratto amministrativo” e dove la consigliera Alice Salvatore non esclude l’ipotesi che possano essere utilizzati anche al posto del pagamento di sanzioni: “Mi permetto una piccola battuta: trattandosi della popolazione ligure, notoriamente molto attenta alle spese e attaccata al denaro (forse un po’ tirchia, se mi è permessa un po’ di ironia e autoironia), potrebbe anche accadere che qualcuno si offra per lavori per la collettività pur di non pagare ad esempio una multa” scherza la portavoce del M5S in Consiglio regionale.

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Eleonora Lorusso