Padoan-Renzi
Paolo Cerroni/Imagoeconomica
Economia

Tasse sulle imprese, ecco i tagli a cui pensa Padoan

Gli interventi dovrebbero riguardare Ires e Irap, e verrebbero coperti con riduzioni di spesa e clausola di flessibilità

Come prevedibile, stanno raccogliendo grande attenzione le parole del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ha annunciato un intervento per ridurre le tasse alle imprese forse già a partire dall’anno prossimo. Una novità rilevante rispetto a quanto sostenuto pubblicamente finora dal premier Matteo Renzi, che aveva promesso interventi per le imprese a partire dal 2017. Vediamo allora di capire nel dettaglio su quali imposte si potrà intervenire, per quali importi e con quali coperture. “Quando si parla di tassazione alle imprese – spiega Andrea Vavolo, responsabile fiscale dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre – ci si riferisce sempre al totale di Ires e Irap. È la loro azione combinata, pari al 27,5% della prima sommata al 3,9% della seconda, che porta la pressione fiscale sulle aziende al 31,4%, un valore che ci vede purtroppo sempre primeggiare nelle classifiche internazionali”. Sarà dunque su queste due imposte che il governo dovrà intervenire. Ma come?

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“Innanzitutto bisogna sottolineare – continua Vavolo – che ridurre una o l’altra non è la stessa cosa. Le due imposte infatti hanno una base imponibile molto diversa. L’Irap in particolare, per la quale non valgono tutta una serie di deduzioni utilizzabili invece per l’Ires, presenta un gettito molto più corposo”. Detto in soldoni, secondo alcune stime realizzate dalla stessa Cgia di Mestre, un punto di Ires vale circa 1,2 miliardi di euro, mentre quello stesso punto di Irap, porterebbe un alleggerimento alle imprese per 3,9 miliardi di euro. “Questo significa – fa notare Vavolo – che se il governo volesse portare la tassazione complessiva al 24%, come annunciato più volte dallo stesso Renzi, anche agendo solo sull’Ires, bisognerebbe mettere in conto un costo per le casse dello Stato, di circa 10 miliardi di euro. Se poi si vorrà intervenire anche sull’Irap, il conto potrebbe salire ulteriormente”. Diventa a questo punto ineludibile allora il problema della reperibilità di queste risorse, visto che esse si andrebbero ad aggiungere a quelle, già cospicue, necessarie per confermare ai contribuenti privati gli ottanta euro di bonus Irpef.

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Il tutto in un contesto europeo che tiene sempre alta l’attenzione sull’agibilità dei nostri bilanci pubblici e sul rispetto della famosa clausola del tre per cento nel rapporto Deficit/Pil. “Innanzitutto - afferma Vavolo – potremmo sperare in una più decisa ripresa economica, che rilanci il nostro Pil allettando per questa via i vincoli delle clausole comunitarie. In secondo luogo, sempre in riferimento al rapporto Deficit/Pil, si potrà forse giocare un po’ sui valori tendenziali stimati a inizio anno e quelli reali, in parte più benevoli, che dovrebbero permettere un allentamento dei vincoli”. Ma le poste su cui intervenire per reperire risorse fresche da impegnare nell’abbattimento fiscale, non finiscono qui.

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“Un miglioramento dei mercati finanziari – evidenzia ancora Vavolo – potrebbe portare benefici insperati sul valore del nostro debito. Gli interventi della Banca centrale e una maggiore appetibilità dei nostri titoli infatti, potrebbero avere effetti decisamente positivi sulla nostra spesa pubblica. A proposito di quest’ultima infine, non dovranno mancare però ovviamente i tanti tagli annunciati ormai da anni. Una spending review che dovrà però essere sempre molto meditata, per evitare che eventuali interventi sul fronte sociale o sulle cosiddette tax expenditures, ovvero il sistema delle detrazioni, non porti ad aumenti incontrollati, da una parte della fiscalità locale, e dall’altra dei costi per le aziende che rischierebbero di perdere competitività”. Insomma, un sentiero stretto, ma percorribile, lungo il quale il governo potrebbe incamminarsi già a partire dalla prossima legge di stabilità in via di elaborazione.   

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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