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(Ansa)
Economia

Superbonus: ok a cessione del credito per ricostruzione post sisma e famiglie a basso reddito

Cosa prevede l'accordo trovato tra le associazioni di categoria ed il governo

L’uso degli F24 per risolvere il problema dei 19 miliardi dei crediti fiscali incagliati è ancora in fase di studio. L’idea è quella di far compensare alle banche i crediti derivanti dai bonus edilizi con i modelli F24 che i clienti presentano per il pagamento agli sportelli bancari.

Dal Ministero dell’economia e delle finanze fanno sapere che al momento si tratta solo di proposte avanzate (da Ance e Abi), ma che non rappresentano una posizione ufficiale da parte del governo: “Se ci sono i requisiti indicati da Eurostat allora si andrà avanti (sull’uso degli F24)”. La situazione dei crediti incagliati sarà dunque oggetto di un tavolo tecnico ad hoc dove parteciperanno tutte le associazioni di categoria (convocate nei giorni scorsi) che avrà l’obiettivo di individuare norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto a quello attuale, “tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma", precisa una nota di Palazzo Chigi. Punto quest’ultimo su cui il governo è già al lavoro. Una risposta nel breve arriverà infatti per tutte quelle situazioni legate alla ricostruzione post sisma e per le famiglie a basso reddito. Su questi due punti “c’è una convergenza. E ci stiamo già lavorando” per confermare il meccanismo di cessione del credito. Da ricordare infatti come il governo Meloni, a pochi mesi dal suo insediamento, aveva sottolineato come il superbonus dovesse andare a favore delle fasce più deboli (15.000 di reddito annui) della popolazione, garantendo per loro l’accesso allo sconto in fattura. Situazione che è stata messa in stand-by con il decreto di settimana scorsa e a cui adesso il governo sta cercando di rimediare, garantendo l’accesso alla ristrutturazione alle realtà più svantaggiate economicamente.

La decisione di bloccare la cessione dei crediti d'imposta, lo sconto in fattura e le operazioni di acquisto dei crediti incagliati da parte degli enti locali sta però mettendo in seria difficoltà anche le imprese del settore dell’edilizia e soprattutto quelle piccole e micro, che secondo i dati del centro studi del Cna ammontano a 10 mila. Crisi che se non fermata avrà ripercussioni sull’occupazione. A livello nazionale i sindacati hanno infatti sottolineato come il blocco improvviso deciso settimana scorsa mette a serio rischio circa 100 mila lavoratori.Il governo da parte sua ha ufficialmente ribadito l'impegno nel cercare soluzioni per tutte quelle imprese del settore edilizio che hanno agito correttamente, rispettando le norme che hanno fatto lievitare i debiti nelle casse dello Stato. A inizio febbraio il direttore generale delle Finanze del Mef, Giovanni Spalletta, in audizione aveva infatti sottolineato come i bonus edilizi avevano raggiunto i 110 miliardi di euro, superando di 37,7 miliardi le previsioni fatte precedentemente. Ma non solo, le detrazioni del superbonus 110% nel 2022 sono state pari a 50,9 miliardi di euro, superando di 33,7 miliardi quando accumulato nel 2021. Cifra che era destinata a salire senza un intervento da parte del governo, che adesso si trova da una parte a mettere in sicurezza le aziende italiane dell’edilizia e i rispettivi posti di lavoro, e dall’altra a fare chiarezza sulle decisioni prese perché si rischia di “creare il caso”, dichiara il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: “Già oggi (Ieri per chi legge, ndr) le banche non acquistano più il credito. In realtà con il decreto si prevede che per il pregresso non c’è più il penale” in modo da incentivare maggiormente le banche a proseguire con l'acquisto dei crediti”. Per i lavori nuovi (tutti i condomini che non hanno presentato Cila e delibera assembleare o villette familiari senza Cila), ricordiamo, è invece prevista come agevolazione fiscale solo la detrazione sul 730 in 10 anni. Significa che i lavori si potranno fare ma si dovranno anticipare i soldi dei lavori.

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Giorgia Pacione Di Bello