Sanità, i punti-chiave della Legge di Stabilità 2016
Alessandro Di Marco/Ansa
Economia

Sanità, i punti-chiave della Legge di Stabilità 2016

Il governo tiene a singhiozzo le Regioni nel finanziare il Fondo Sanitario Nazionale. Con uno strascico di polemiche e il rischio di aumenti dei ticket

Ufficialmente, il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino dice di essere andato via senza polemiche con il governo. Ma le sue dimissioni da presidente della Conferenza delle Regioni, presentate ieri come irrevocabili seppur congelate fino all'approvazione della Legge di Stabilità, non sono certo un segnale di pace nei confronti dell'esecutivo guidato da Matteo Renzi, che con Chiamaparino ha sempre avuto una grande sintonia politica.


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Questa volta, a dividerli c'è però la Sanità, cioè la prima voce nei bilanci delle Regioni. Con la Legge di Stabilità per il 2016, che si accinge ad andare in Parlamento, il governo ha infatti deciso di tagliare le risorse destinate al Fondo Sanitario Nazionale. A dire il vero, più che di tagli si tratta di un contenimento della spesa, che nel 2016 dovrebbe attestarsi a 111 miliardi di euro, contro i 113 miliardi promessi inizialmente alle Regioni.


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Peccato, però, che i conti non tornino del tutto. Il prossimo anno, infatti, tra le voci del Fondo Sanitario, ci sono parecchie nuove spese che hanno bisogno di essere coperte. Ci sono per esempio quasi 500 milioni di euro che servono per il rinnovo dei contratti ai dipendenti, altri 500 milioni per l'acquisto di innovativi farmaci oncologici e anti-epatite C, 200 milioni per il piano delle vaccinazioni e ben 850 milioni di euro per i nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza che devono essere coperti dalla sanità pubblica e che includeranno nel 2016 nuove voci, come la fecondazione assistita e la cura di alcune malattie rare. In totale, dunque, ci sono 2 miliardi di euro che sembrano difficili da far rientrare nella coperta corta di 111 miliardi, stanziati per il Fondo Sanitario Nazionale del 2016.


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Inoltre, non va sottovalutato un particolare importante. Ci sono 8 regioni italiane (Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Calabria, Piemonte e Puglia) che oggi sono impegnate nel cosiddetto piano di rientro, cioè devono ripianare il loro disavanzo sanitario. Per legge, tutte queste Regioni dovrebbero procedere a un aumento dell'irap e delle addizionali irpef per far quadrare i conti. Nei giorni scorsi, però, il premier Renzi ha detto che nella Legge di Stabilità sarà inserito un divieto per gli enti locali (i Comuni e le stesse Regioni) di alzare le tasse a carico dei cittadini. Dunque, come faranno gli 8 governatori in deficit a rimettere in ordine i loro bilanci? Il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti, intervistato nella trasmissione la Telefonata di Maurizio Belpietro, ha detto che probabilmente verrà fatta un'eccezione per quei governatori i che si trovano a gestire un disavanzo sanitario. Loro sì che potranno aumentare le imposte, a meno che non scelgano di optare per un'alternativa: l'innalzamento dei ticket, come ipotizzato da Massimo Garavaglia, coordinatore di tutti gli assessori regionali al bilancio . Che si tratti di tasse o di ticket, però, poco importa: se i soldi non basteranno, saranno probabilmente i cittadini a dover pagare.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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