Campo di grano
Ansa/EPA/MAXIM SHIPENKOV
Economia

La Russia, nuova superpotenza agricola

"L'agricoltura si è trasformata in un'industria ad alta tecnologia", esulta Putin. E l'export di grano è in impennata

Ai tempi degli zar era, assieme alla fertilissima Ucraina, il granaio d'Europa. Oggi punta a diventare il granaio del pianeta. La Russia del terzo millennio è tornata a essere una superpotenza agricola: con un export di 35 milioni di tonnellate previsto per quest'anno, si conferma primo esportatore di grano al mondo. I proventi dalle esportazioni agricole della Russia, che nel 2017 ha effettuato un raccolto record di grano pari a 15 milioni di tonnellate, ora superano quelli derivanti dalla vendita di armi. "L'agricoltura è il nostro secondo petrolio" ha detto nel 2016 l'allora ministro dell'Agricoltura Aleksandr Tkachev.

Un cambio di paradigma che è il risultato di una convergenza di fattori. Fino al 1917, la Santa Madre Russia era un fortissimo esportatore di grano. Con le collettivizzazioni e i piani quinquennali sovietici, l'enfasi venne posta sulla produzione industriale. E la produzione agricola iniziò a calare. Negli anni Settanta avvenne il crollo, al punto che il Cremlino dovette piegarsi a importare grano dall'Occidente (Stati Uniti compresi): 42 milioni di tonnellate di grano durante l'undicesimo anno quinquennale.

Dopo il collasso dell'Unione sovietica, l'agricoltura russa iniziò una graduale trasformazione nell'ottica del libero mercato. Fino a diventare, nel 2016, il primo esportatore di grano al mondo per la prima volta da prima della Rivoluzione russa. Un risultato che trasformò l'agricoltura in uno dei settori di punta di un'economia di per sé asfittica. "Negli ultimi anni il settore agricolo ha mostrato tassi di crescita mai registrati. Non molto tempo fa sembrava impossibile che accadesse in Russia: in cinque anni la produzione agricola è cresciuta del 20 per cento", ha esultato il presidente Vladimir Putin il 14 ottobre durante un incontro con i lavoratori agricoli. "L'agricoltura si è trasformata in un'industria ad alta tecnologia, diventando uno dei motori dell'intera economia russa. Solo l'anno scorso abbiamo avuto un raccolto record di grano, 135 milioni di tonnellate".

E non è finita. Con milioni di ettari di terra abbandonati dopo il collasso sovietico, la Russia ha un potenziale agricolo ancora inespresso. Tanto che gli altri Paesi esportatori di grano, Stati Uniti in primis, iniziano a temerne seriamente la concorrenza. Grazie a efficaci campagne di marketing in Irak, Arabia Saudita e Algeria, il Cremlino, che intende promuovere un incremento della produzione entro il 2020, ha già cementato la sua posizione dominante in Nord Africa e Medio Oriente. E ora prevede di espandersi oltre: non a caso, ha avviato lavori per l'ampliamento del porto di Novorossiysk, sul Mar Nero. 

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Redazione