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Riforma delle Bcc: punti di forza e debolezza

Creare una grande holding per evitare governance clientelari. Ma attenzione all'importanza del credito cooperativo per pmi, artigiani e famiglie

Sprint finale per la riforma delle Bcc dopo mesi di stallo. Il governo - secondo quando si apprende - potrebbe presentare il decreto che porta alla creazione di un gruppo unico nei prossimi giorni, entro la fine dell'anno, evitando così il rinvio a dopo la pausa natalizia. Il pressing del premier Matteo Renzi lo si è visto in questi giorni, con la riforma citata più volte come esempio di cambiamento necessario (ma respinto dal mondo del credito cooperativo). Ma come cambierà il mondo delle Bcc? Nelle slide che seguono le misure al momento solo abbozzate.

Le intenzioni: efficienza

Nelle intenzioni del governo l'autoriforma, come ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in Parlamento, mira a far si che "gli istituti più piccoli possano aggregarsi in una casa comune e facilitare efficienza ed economia di scala".

La holding capogruppo: una spa

Nel dettaglio prevede la creazione di una holding capogruppo su base nazionale con forma di spa che possa approvvigionarsi di capitale sui mercati internazionali e fungere da banca centrale del sistema controllando e supportando le banche cooperative sottostanti.

Soglia minima del gruppo

Per evitare il proliferarsi di gruppi regionali o interregionali la legge vorrebbe fissare la soglia minima per la costituzione del gruppo su di un livello elevato fra gli 800 e 1000 milioni. Verrebbero comunque definite solo le linee generali lasciando i dettagli alla normativa secondaria. In questo modo si lascerebbe autonomia a quella parte del comparto, fra cui la la Bcc di Roma, che ha espresso critiche sul conflitto di interessi di Iccrea, il cui ruolo non è più una precondizione. Sara' salvaguardata la funzione della holding, necessaria per un settore che resta solido ma che la crisi sta colpendo.

Gli obiettivi del foverno: evitare governance inquinate

I punti di forza quali il legame con il territorio, la presenza di amministratori-soci-clienti a volte si tramutano in dissesti dei bilanci e governance inquinata, come ha ammonito la Banca d'Italia. Via Nazionale, impegnata sul fronte della risoluzione delle 4 banche salvate punta così ad avere un sistema coeso e in grado di far fronte con proprie risorse e ricorrendo ai mercati velocemente a situazioni di crisi.

Il capitale umano delle BCC: da non trascurare

Ma la cooperazione, "bianca" e non, profondamente radicata in Italia, e tutto un mondo legato a non profit e alla finanza etica ha vissuto la riforma come un intervento verticistico che rischia di far scomparire una biodiversità bancaria vitale e necessaria per riempire lo spazio lasciato dai grandi gruppi. Il credito cooperativo è vitale e redditizio in molti paesi come la stessa Germania. E non va scordato infine come le Bcc aggregate rappresentino uno dei primi gruppi bancari italiani molto attivo verso famiglie e Pmi, sicuramente il primo per capitale nazionale che, specie di questi tempi, non va disperso o intaccato. 

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Redazione Economia