Giuliano Poletti
Angelo Carconi/Ansa
Economia

Piano contro la povertà e tutela per i lavoratori autonomi

Più welfare: i provvedimenti interessano 280mila famiglie e i liberi professionisti senza cassa

Un sistema di welfare più forte. Per arrivare a questo traguardo, il governo ha preparato un disegno di legge e uno di delega per la protezione dei lavoratori autonomi e per le famiglie che vivono sotto il livello di povertà: 280mila famiglie con 550mila bimbi, in tutto circa un milione e 250mila persone.

Il piano nazionale contro la povertà
Per sostenere il primo “strumento nazionale” di contrasto alla povertà, ha ricordato il ministro Giuliano Poletti, si sfrutteranno intanto le risorse già messe a bilancio con la legge di Stabilità (600 milioni per il 2016 che diventeranno 1 miliardo nel 2017). 
L’intervento è “basato sul principio dell’inclusione attiva, con un progetto personalizzato” e prevede “due binari: un sostegno al reddito e una presa in carico per far sì che la famiglia in condizione di povertà possa uscire da quella condizione”. Dunque non se ne usufruirà “in maniera stabile e permanente”.

Solo una parte dei poveri
La platea interessata sarà comunque al momento solo una parte di quegli oltre 4 milioni di poveri registrati dall’Istat e sarà meglio definita con i decreti delegati.

Un primo intervento dalla portata limitata, visto che, considerando la platea si tratterà di distribuire meno di 60 euro al mese a testa — ma un primo passo per garantire “un diritto”, ha sottolineato Poletti. 
Con la delega si delineerà anche la revisione di assistenza e previdenza, senza toccare però, ha assicurato il ministro, le prestazioni per i disabili.

Nuovo statuto dei lavoratori autonomi
Sul fronte del lavoro arriva invece il nuovo statuto dei lavori autonomi, che riguarderà, secondo la Cgia di Mestre, appena il 6% delle partite Iva (circa 200mila persone) e cioè i liberi professionisti che non dispongono di alcuna cassa previdenziale e sono iscritti alla gestione separata Inps.

Con il ddl “vogliamo aumentare le tutele per questo lavoro nelle transazioni commerciali e fare in modo che gli autonomi non vengano colpiti da contratti capestro cui non si possono sottrarre” ha sottolineato sempre il ministro del Lavoro, spiegando che con le nuove misure si contrastano “clausole e condotte abusive”.

E verranno estese anche agli autonomi tutele essenziali a partire da gravidanza, maternità e malattia, mentre si rendono interamente deducibili le spese per la formazione.

La cornice dello smart working
Ed è possibile che in sede di esame parlamentare possano arrivare anche altri interventi in materia fiscale. 
Sarà delineata poi la cornice dello ‘smart working’, il lavoro agile svolto in parte in ufficio in parte lontano dall’azienda. Non si tratterà però “di una nuova forma contrattuale, ma di una nuova modalità flessibile di rapporto di lavoro subordinato”.

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Redazione Economia