Perché il mondo userà di più l'energia elettrica
Istock
Economia

Perché il mondo userà di più l'energia elettrica

La lotta al riscaldamento globale ha innescato una rivoluzione che cambierà la nostra vita. Ecco in che modo

Mary Couture, donna americana di 57 anni, non diventerà famosa. Ma forse il suo sacrificio contribuirà a cambiare la storia. Mary è morta di caldo nel montuoso e di solito fresco Vermont, in una torrida giornata di luglio. Il suo nome si aggiunge a una lunga lista di decessi dovuti alle temperature straordinariamente alte registrate nell’estate 2018: le ondate di calore hanno ucciso 125 persone in Giappone, più di novanta nel Quebec, 91 greci sono morti negli incendi vicino ad Atene, mentre la California è stata devastata dalle fiamme. 

Il 2018 sarà ricordato come un anno eccezionale da un punto di vista meteorologico. Ormai anche i più scettici si sono convinti che questi fenomeni estremi sono diventati la norma e che la causa è il cambiamento climatico provocato dall’uomo. La novità è che le ondate di calore e le inondazioni non si limitano a colpire pesantemente qualche Paese povero e lontano, ma investono le ricche città dell’emisfero nord. Mentre Londra, Stoccolma e San Pietroburgo boccheggiano, i politici che governano le nazioni più avanzate sentono crescere la richiesta da parte di un’opinione pubblica sempre più preoccupata: ora bisogna fare qualcosa per fermare il riscaldamento globale, gli accordi internazionali per ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) non vanno più presi sottogamba ma vanno rispettati.

Del resto i numeri sono sotto gli occhi di tutti da anni: dall’avvio della rivoluzione industriale la temperatura media sul pianeta è salita di 1,1 gradi in meno di 200 anni e continua ad aumentare. Sembra poco, ma la differenza rispetto alla fine dell'ultima era glaciale, circa 10 mila anni fa, è di appena 5 gradi. Con l'accordo di Parigi del 2015, ben 178 Paesi hanno accettato di rispondere alla minaccia del cambiamento climatico limitando l'aumento della temperatura globale a meno di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per fermare la febbre della Terra a 1,5 gradi.

Tutto questo comporta una rivoluzione che modificherà le nostre vite, offrendo anche nuove opportunità alle imprese italiane. Si chiama transizione energetica e significa da un lato ridurre l’uso delle fonti fossili (carbone, petrolio e gas) a vantaggio delle energie rinnovabili (idroelettrico, fotovoltaico, eolico) e dall’altro usare di più l’elettricità, soprattutto nei trasporti.

Una sfida epocale ed estremamente difficile perché il carbone, principale fonte di emissioni di CO2, riveste ancora un ruolo molto importante nella produzione di energia elettrica nel mondo: nell’ultimo Energy outlook della British Petroleum si prevede che da qui al 2040 il peso delle energie rinnovabili passerà dal 7 al 25% circa, ma l’incidenza del carbone si manterrà al 30%. Tanto è vero che le emissioni nette di anidride carbonica nell’atmosfera continuano ad aumentare: dai 33 miliardi di tonnellate del 2016 ai quasi 37 miliardi del 2040.

Di fronte a questa situazione l’Europa si è data obiettivi molto ambiziosi: la quota di tutti i consumi energetici che proviene da fonti rinnovabili deve arrivare almeno al 32% entro il 2030. Ciò vuol dire modificare il mix di produzione di elettricità ed elettrificare i trasporti, gli edifici e, dove si può, anche l’industria, in modo da ridurre l’uso di fonti fossili.

Le prime ad essere coinvolte sono naturalmente le società energetiche: oggi l’Enel è una multinazionale da 74,6 miliardi di fatturato di cui poco più della metà realizzati in Italia. A livello globale la produzione elettrica del gruppo deriva ormai per il 33% da fonti rinnovabili, seguite da carbone e gas. Ma in Italia, sul totale di elettricità prodotta dall’Enel il carbone pesa ancora per la metà. Per centrare gli obiettivi europei, l’amministratore delegato Francesco Starace deve chiudere gradualmente le centrali a carbone italiane, far crescere la quota di rinnovabili (ormai competitive a livello economico) e investire nella mobilità elettrica in modo che l’intera domanda energetica nazionale si sposti su prodotti non inquinanti: l’Enel si è impegnata in un piano quinquennale per installare in Italia 14 mila colonnine entro il 2022, con un investimento di quasi 300 milioni di euro.

Anche le concorrenti più piccole dell’Enel si muovono nella stessa direzione. L’Edison punta molto sulle auto elettriche: "Oggi il consumatore ha di fronte a sé due ostacoli" spiega Alessandro Zunino, amministratore delegato di Edison Energia, "il prezzo elevato del veicolo a batterie e la difficoltà a ricaricarlo. Per risolvere queste criticità e accelerare la transizione alla mobilità ecologica, abbiamo messo a punto un’offerta che prevede il noleggio dell’auto elettrica, anche solo per tre anni, e l’installazione della presa, la wallbox, a casa del cliente a un costo compreso tra i 1.500 e i 2mila euro". Inoltre la società milanese, che sta investendo nelle rinnovabili, vuole creare una rete di distributori di gas liquido per alimentare i camion.

"A2a ribadisce la volontà di crescita nel settore delle rinnovabili e nel ruolo di operatore attivo nella transizione energetica" ha dichiarato da parte sua l’amministratore delegato della compagnia energetica di Milano e Brescia, Valerio Camerano, in occasione della creazione, nello scorso mese di luglio, di una joint venture con la Fiera di Milano per la costruzione di uno dei più grandi impianti solari su tetto in Europa, presso il sito di Rho. L’accordo segue di pochi mesi le importanti acquisizioni di impianti fotovoltaici in tutta Italia. Inoltre A2a offre da anni soluzione di mobilità elettrica e vanta uno dei più grandi parchi di vetture a batteria del Paese. Un po’ più a est, a Verona, la Agsm (sesta multiutility italiana per fatturato, guidata da Michele Croce) ha stretto un’alleanza con la Volkswagen e il Comune per far diventare della città veneta quella con il maggior numero di punti di ricarica veloci per abitante, prevedendo una serie di agevolazioni per i possessori di autovetture a motore elettrico.

La svizzera Repower, che realizza in Italia i due terzi del suo giro d’affari, ha deciso invece di affiancare gli operatori turistici e in particolare le principali strutture alberghiere italiane, offrendo loro la possibilità di installare strumenti di ricarica per veicoli elettrici: "Con la Ricarica dei 101, questo il nome del circuito, oggi abbiamo oltre 250 eccellenze del mondo hospitality, strutture che si sono dotate dello strumento di ricarica Repower" annuncia Fabio Bocchiola, country manager della Repower. "Il nostro obiettivo è aiutare chi lavora, mettendo a disposizione sempre nuove soluzioni di mobilità, intelligenti e di design, a cui siamo giunti grazie all’esperienza maturata nel mondo energy e in quello della mobilità elettrica". Pioniera nelle vendite di veicoli elettrici fin dal 2010, attiva anche nel settore a due ruote con strumenti di ricarica dedicati, Repower sta studiando un mezzo a pedalata assistita per chi deve fare consegne in città. E ha presentato al Salone nautico di Genova una barca da 10 metri a batteria, l’unica full-electric di tutta la manifestazione.

L’entusiasmo che circonda i veicoli a batteria sembra però quantomeno prematuro, vista la loro scarsa diffusione: in Italia su un parco circolante di circa 37 milioni di auto, le vetture elettriche sono meno di 15 mila, lo 0,04%. E nel 2017 ne sono state immatricolate appena 1.900, in un mercato da quasi due milioni di auto nuove. Ma la domanda sta aumentando molto rapidamente: le vendite di vetture elettriche crescono ad un ritmo del 40% all’anno. E gli esperti sono convinti che il vero anno di svolta sarà il 2020, quando l’offerta delle case automobilistiche sarà più ricca, i prezzi più bassi e le reti di ricarica più capillari. Secondo uno studio realizzato dalla società di consulenza Alix Partners, per gestire l’elettrificazione del settore, l'industria automobilistica sarà costretta a investire 255 miliardi di dollari nei prossimi 8 anni in tutto il mondo, 10 volte di più di quanto non abbia fatto negli ultimi 8 anni. Solo così le case potranno rispettare i nuovi e più severi limiti alle emissioni di Co2 imposti dai governi e dalla Commissione europea alle loro gamme di prodotti.

La rivoluzione elettrica investe anche le due ruote: nel 2017 sono state vendute in Italia 148 mila e-bike con un aumento del 19 per cento rispetto al 2016. In particolare, la produzione italiana di bici elettriche ha messo a segno un balzo del 48%, a quota 35 mila pezzi. "È un trend fortissimo" conferma Andrea Dell’Orto, presidente di Confindustria Ancma, l’associazione dei costruttori di cicli e motocicli. "La ragione? L’e-bike è una via di mezzo tra la bici e la moto, è accessibile e permette di gestire la fatica". In Italia una trentina di aziende sono impegnate in questo settore, sfornando nuove tecnologie e nuovi brevetti. Anche lo scooter elettrico sta avendo un notevole successo. "E più di metà delle moto attualmente in sharing" aggiunge Dell’Orto "sono a batteria". Tra i fornitori di scooter elettrici c’è la vicentina Askoll: fondata da Elio Marioni, l’azienda è diventata leader nella produzione di motori elettrici per elettrodomestici (250 milioni di fatturato). Ma Marioni ha visto nell’elettrificazione dei trasporti un’opportunità di business e si è lanciato nel settore offrendo una ricca gamma di bici e scooter a batteria e quotando in borsa la società dedicata a questi prodotti. "Abbiamo cambiato le regole del gioco e vediamo grandi spazi di crescita" dice Marioni. "Due società di scooter-sharing, Mimoto e Ecooltra, usano i nostri mezzi e penso che a fine anno a Milano ne circoleranno un migliaio".

La transizione energetica non riguarda solo la mobilità. Secondo Valerio De Molli, managing partner & Ceo di The European House-Ambrosetti, che ha realizzato uno studio in collaborazione con Enel, "l’elettrificazione rappresenta un’opportunità industriale senza precedenti, con l’attivazione di nuove filiere, la creazione di nuovi posti di lavoro e lo stimolo agli investimenti. I nostri consulenti hanno stimato che la mobilità elettrica nel suo complesso potrebbe attivare un fatturato cumulato compreso tra 102,4 e 456,6 miliardi di euro al 2030 in Italia. Con riferimento invece alle tecnologie di elettrificazione, le nostre simulazioni prevedono che l’adozione delle tecnologie elettriche possa attivare un fatturato complessivo da un minimo di 135 miliardi ad un massimo di 326,5 miliardi per il Paese al 2030".

Un esempio concreto? A Vimercate, alle porte di Milano, ha sede in un palazzo avveniristico la Fimer, azienda familiare da 70 milioni di fatturato che opera in Europa, Medio Oriente, Africa e Sud America. Specializzatasi nelle macchine per saldature, l’impresa nel 2008 è entrata nel settore delle energie rinnovabili con prodotti hi-tech per i grandi impianti fotovoltaici. Poi, nel 2017, ha iniziato a produrre stazioni di ricarica per auto elettriche, diventando fornitore dell’Enel e sfidando multinazionali del calibro della svizzera Abb. "Un mercato potenzialmente infinito" si entusiasma Filippo Carzaniga, direttore generale e terza generazione della famiglia che guida la Fimer: "Oggi in Italia ci sono 21 mila stazioni di benzina e appena 3 mila colonnine". 

Ma la rivoluzione elettrica sta anche entrando nelle nostre case: da anni le lampade a led e gli elettrodomestici di classe di efficienza energetica più alta hanno tagliato le nostre bollette. Il led permette di risparmiare anche il 95% rispetto alle lampade a incandescenza. "E una lavatrice di classe A+++" spiega Daniele Grassi, vice presidente consumer electronics della Samsung, "consuma il 36 per cento in meno di una di classe A. L’Italia ha il parco di elettrodomestici più vecchio d’Europa e il Paese potrebbe ridurre i suoi consumi di energia se le famiglie passassero ai nuovi prodotti: se tutte le lavatrici vendute nel 2017 fossero state Samsung, l’Italia avrebbe risparmiato ben 96,4 gigawattora". In più sono in forte crescita le vendite di piani cottura a induzione, che non usano il fuoco e rappresentano ormai circa il 30 per cento del mercato a valore. 

Nei prossimi anni, tra pannelli solari, pompe di calore e nuovi sistemi di cottura, le case si staccheranno completamente dalla rete del gas metano. E funzioneranno, se la visione di Starace dell’Enel si avvererà, con un’elettricità meno cara e a prezzi più stabili. Un futuro a tutto watt.

Guido Fontanelli è autore del libro "Autoshock, viaggio nella rivoluzione dell’auto elettrica"

Articolo pubblicato sul numero di Panorama in edicola dal 27 settembre

I più letti

avatar-icon

Guido Fontanelli