Gruppo Generali e la sostenibilità: dal primo Green Bond europeo al cuore di Venezia
Economia

Gruppo Generali e la sostenibilità: dal primo Green Bond europeo al cuore di Venezia

Panorama Impact Award - Il nostro settimanale premia le aziende virtuose con l’ambiente e i lavoratori

Per Generali la sostenibilità è all’origine della strategia. E mette in pratica quattro ruoli responsabili per raggiungere gli obiettivi sostenibili.

Sostenibilità e business non sono l’acqua santa e il diavolo, ma una coppia che può andare d’amore e d’accordo. Almeno per il Gruppo Generali e almeno dal 2017, anno in cui la sostenibilità non si è più trovata “a fianco” del business, ma ha cominciato ad assumere un ruolo strategico diventato ben presto imprenscindibile. Una prospettiva, ormai pratica collaudata, che informa tutta la filosofia aziendale di un Gruppo che si può racchiudere in questa sintesi: compagnia attiva in oltre 50 Paesi, con 81,5 miliardi di euro di raccolta premi nel 2022, 631 miliardi di euro di asset in gestione, 82 mila dipendenti complessivi e 69 milioni di clienti in tutto il mondo. L’ultimo riconoscimento risale a qualche giorno fa. Il Gruppo Generali è stato premiato come “ESG Investment Leader” del 2023 per la sua “Asset Owner Net Zero Strategy”, ovvero per la capacità di gestire gli investimenti in un’ottica pienamente “ESG” (l’acronimo significa Environmental Social and Governance, più conosciuto come rating di sostenibilità).

Già nel 2021 la sostenibilità diventò originator in Generali del piano strategico triennale “Lifetime Partner 24: Driving Growth”, che venne presentato al mercato. In sostanza, vuol dire creare valore economico contribuendo al contempo alla creazione di una società più giusta e resiliente, guardando fuori dal perimetro strettamente aziendale. Negli obiettivi del piano strategico, entro il 2024 Generali prevede punti fondamentali. Vediamoli. Crescita del 5%-7% dei premi derivanti da prodotti sostenibili; realizzazione di 8,5-9,5 miliardi di euro di nuovi investimenti verdi e sostenibili fino al 2025; integrare completamente i criteri ESG negli investimenti diretti del portafoglio gestioni separate di Gruppo entro la fine dell’anno prossimo; ridurre del 25% le emissioni di anidride carbonica del portafoglio di azioni e obbligazioni societarie, in linea con gli impegni di membro fondatore della Net-Zero Asset Owner Alliance. Ma non è tutto, dimostrando coraggio e chiarezza di intenti, il Gruppo ha definito una roadmap per la completa esclusione degli investimenti e delle attività di sottoscrizione nel settore del carbone termico e porta avanti l’impegno a non assicurare più le attività di esplorazione e produzione di petrolio e gas.


Philippe Donnet, Group CEO di Generali

Sono quattro i ruoli da svolgere affinché questi impegni siano portati a termine nei modi e tempi stabiliti. Eccoli. Bisogna essere investitore responsabile, assicuratore responsabile, datore di lavoro responsabile e, per finire, corporate citizen responsabile. Tutto fa ben sperare, visto che Generali ha superato la metà del piano strategico e conseguito importanti risultati concreti. Nel 2022 ha raccolto, come assicuratore responsabile, oltre 19,9 miliardi di euro di premi da prodotti a valenza sociale e ambientale (+11,7% rispetto al 2021) e ulteriormente ridotto l’esposizione assicurativa al settore dei combustibili fossili, stabilmente al di sotto dello 0,1% dei premi Danni.

Come investitore responsabile, ha realizzato oltre 5,7 di euro di nuovi investimenti green e sostenibili e impiegato 2 miliardi del Fondo Fenice (dotazione da 3,5 miliardi). Come datore di lavoro responsabile, il 30% dei dipendenti donna ricopre una posizione strategica (obiettivo, raggiungere il 40% entro la fine del piano) e ha realizzato l’upskilling del 35% dei dipendenti (70% entro il 2024). Inoltre, già il 100% delle entità del Gruppo ha adottato un modello di lavoro ibrido e la riduzione delle emissioni di CO2 ha raggiunto il 30%. Infine, nel ruolo di corporate citizen responsabile, Generali ha istituito già nel 2017 “The Human Safety Net”, fondazione attiva in 26 Paesi, con una rete di 77 Ong e imprese sociali come partner. Finora, ha coinvolto nei suoi programmi oltre 263 mila persone.

Generali è stato il primo gruppo del settore assicurativo ad aver emesso un green bond, fin dal 2019, quando la valutazione dei cambiamenti climatici, con l’impatto che ne segue, è entrata nella gestione finanziaria. Oggi - pochi anni dopo, e una pandemia in mezzo - il Gruppo ha all’attivo ben cinque emissioni di green bond. Servono a finanziare o rifinanziare progetti di acquisizione e ammodernamento del patrimonio immobiliare dell’azienda, nell’ottica virtuosa di ottimizzazione energetica. Generali ha inoltre sviluppato il primo Green Insurance Linked Securities Framework, un modello per strutturare strumenti finanziari alternativi di trasferimento del rischio assicurativo presso investitori istituzionali. E ha collocato il primo Sustainability Bond emesso da una compagnia assicurativa europea, confermando la posizione di leadership in materia di sostenibilità. Si tratta del Tier 2, denominato in euro con scadenza giugno 2032, per un importo pari a 500 milioni, emesso in formato sustainable, in linea con il Sustainability Bond Framework di Gruppo. Il Gruppo è successivamente tornato sul mercato ILS - Insurance Linked Securities, classe di attività finanziarie costituite con lo scopo di trasferire i rischi dal settore assicurativo al mercato dei capitali - con un cat bond da 200 milioni di euro per la copertura di tempeste in Europa e terremoti in Italia. È in assoluto il primo collocamento di tipo ILS che include caratteristiche green innovative.

L’emergenza Covid-19, per fortuna finita o con strascichi governabili, ha visto il Gruppo impegnato in prima linea nella ripresa economica. Generali ha aderito all’Alleanza europea per il Green Recovery e nel febbraio 2021, in occasione dei 190 anni dalla fondazione (correva l’anno 1831), ha lanciato il piano Fenice 190. Si tratta di un piano di investimenti da 3,5 miliardi di euro, destinati a sostenere il rilancio delle economie europee colpite dall’epidemia, con risorse destinate alla crescita sostenibile, innovazione e digitalizzazione, abitabilità green, strutture healthcare ed educazione. Tutte attività che vengono registrate dagli indici di sostenibilità, strumento per monitorare le politiche aziendali verso i traguardi green. Generali è inclusa negli indici Dow Jones Sustainability World e Europe e MSCI ESG Leaders. A dicembre 2022, la compagnia è stata confermata nel Dow Jones Sustainability World Index e nel Dow Jones Sustainability Europe Index, rafforzando la propria leadership e collocandosi tra le prime aziende al mondo del settore assicurativo in termini di performance di sostenibilità. Inoltre, MSCI - tra le principali società di rating ESG, analizza circa tremila società a livello globale - ha alzato il rating di Generali da “AA” a “AAA”, il giudizio più alto possibile.

Altra mossa per avversare i cambiamenti climatici è aver aderito, nel 2020, alla coalizione della Net-Zero Asset Owner Alliance. Nata su iniziativa delle Nazioni Unite, riunisce investitori istituzionali accumunati dalla scelta di azzerare entro il 2050 le emissioni nette dei propri portafogli, così da evitare un aumento della temperatura globale al di sopra di 1,5°C. La cultura delle sostenibilità va sostenuta. Così, nel 2022, c’è stata la seconda edizione nel 2022, SME EnterPRIZE, progetto di Generali dedicato allo scopo. Sono stati premiati i 9 ‘Sustainability Heroes’ selezionati tra oltre 6.600 piccole e medie imprese in Europa, valutate sulla base dell’impegno sociale, ambientale e comunitario, anche nelle loro attività commerciali. Ed è stato presentato il Libro Bianco realizzato da SDA Bocconi-School of Management Sustainability Lab, che ha coinvolto oltre 1.000 PMI europee, dal quale emerge una preoccupante polarizzazione tra aziende che hanno implementato modelli di business sostenibili e imprese in ritardo.

Al centro, per Generali, resta comunque il fattore umano. The Human Safety Net è l’iniziativa, nata nel 2017, per liberare il potenziale delle persone che vivono in contesti di vulnerabilità e accrescere l’impatto sociale di Generali nelle comunità. È attiva in 26 Paesi e implementa due programmi (per famiglie e Start-up di rifugiati). Ha avviato partnership con oltre 77 Ong e imprese sociali che lavorano in rete; ha coinvolto 263 mila persone tra genitori, bambini in età 0-6 anni e rifugiati. Nella primavera 2022 è stata inaugurata la nuova Casa di The Human Safety Net nelle Procuratie Vecchie, in piazza San Marco a Venezia, focus di un progetto di restauro e riqualificazione firmato da David Chipperfield Architects Milano. L’epoca, forse più di altre, è di crescente incertezza. Generali ha unito le forze con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) per trasformare il panorama assicurativo e avere un impatto globale duraturo. Il Gruppo si impegna a fornire risorse tecniche e finanziarie alla Insurance and Risk Finance Facility (IRFF) dell’UNDP. La collaborazione permetterà di raggiungere importanti traguardi nelle zone di comune interesse geografico.

Perché l'abbiamo scelta - Il giudizio di Impact Sgr sul gruppo

Generali è una delle principali società assicurative europee; impegnata nella transizione energetica, nel 2022 ha investito 5,7 miliardi in attività green e sostenibili, riducendo del 45% l’impronta di CO2 del proprio portafoglio di investimenti, con l’obiettivo di renderlo carbon neutral entro il 2050. Dei tre pilastri che costituiscono il piano strategico 2022-2024, uno riguarda proprio la sostenibilità verso clienti, dipendenti, azionisti e la collettività. Generali si è impegnata inoltre a realizzare entro il 2025 ulteriori investimenti sostenibili per un valore compreso tra gli 8.5 e i 9.5 miliardi di €. Il Gruppo ha escluso dai nuovi investimenti quotati le società legate al settore carbonifero, dalle quali sta progressivamente e costantemente disinvestendo. Generali punta ad utilizzare il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2050 ed è impegnata nell’efficientamento energetico del proprio patrimonio immobiliare.


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Redazione Panorama