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GIUSEPPE CACACE (AFP/Getty Images)
Economia

Panettone o pandoro: ecco chi vince la sfida dei consumi

L’anno scorso a primeggiare è stato il dolce con uvetta e canditi, con una spesa complessiva di lievitati natalizi pari a circa 650 milioni di euro

Tempo di Natale e in Italia è tempo di sfida eterna tra panettone e pandoro, i due dolci certamente più tradizionali da gustare sotto l’albero.

Ebbene, proprio per invogliare ulteriormente le vendite di questi due dolci tipici che, in termini proprio di consumi, sembrano non risentire minimamente del tempo o peggio della crisi che ancora attanaglia tanti italiani, qualcuno ha pensato di fornire i dati dell’ultimo Natale sugli acquisti appunto di panettoni e pandori.

Ci ha pensato l’Aidepi, l'Associazione delle industrie e del dolce e della pasta Italia, che innanzitutto ha rilevato che nel 2017 sono state prodotte oltre 91mila tonnellate di cosiddetti lievitati di ricorrenza natalizia, con una variazione del +2,2% sul 2016, per un valore corrispondente di oltre 650 milioni di euro (+5,2%).

Dati che ovviamente fanno ben sperare per la campagna in corso. Resta però la curiosità su chi abbia vinto la citata sfida dei consumi tra panettone e pandoro.

Panettone Vs Pandoro

Ebbene, a imporsi nella competizione della preferenza tra panettone e pandoro, sulla base del gradimento dimostrato nel Natale scorso tra le varie versioni dei due dolci, è, secondo sempre i dati forniti dall’Aidepi, il panettone nella versione classica (37.092 tonnellate prodotte per un valore di 245 milioni di euro), seguito dal pandoro in versione classica (32.500 tonnellate per un valore di euro 226 milioni di euro).

La stessa associazione sottolinea comunque che anche le novità non hanno deluso con i panettoni e i pandori cosiddetti "speciali" con oltre il +3,5% per il panettone e oltre il 6% per il pandoro. Bene anche il trend dei prodotti senza canditi con il +2%.

Regole di un corretto consumo

Che sia panettone o pandoro comunque, quel che più conta è che i prodotti acquistati siano di qualità certificata. È per questo che l’Aidepi invita i consumatori a fare attenzione all'etichetta dei prodotti tipici del Natale che, ormai da oltre 10 anni, vantano la denominazione riservata.

“Per potersi chiamare così – spiegano dall’associazione dolciaria – devono rispettare un rigido decreto fortemente voluto dalle aziende italiane che ha fissato gli ingredienti: solo burro, 16% nel panettone e 20% nel pandoro sono i minimi di legge, e nessun altro grasso".

Ma bisogna stare attenti anche  ai prodotti che pur non impiegando le denominazioni riservate, utilizzano le forme tipiche e le modalità di presentazione caratteristiche dei prodotti tutelati senza rispettarne le regole di composizione previste dalla normativa.

In questo senso, concludono dall’Aidepi, “non viene quindi protetta solo la ricetta ma anche la forma del prodotto e il posizionamento sullo scaffale del rivenditore”. Insomma, occhio a quello che mangiamo, e poi, che abbiate in mano una fetta di panettone o di pandoro, in ogni caso buon Natale a tutti!

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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