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Economia

Assicurazioni, come cambieranno. Cosa interessa e spaventa gli italiani

Una ricerca di Doxa per N26 rivela il feeling e le attese verso un settore affrontato con un misto di diffidenza e curiosità

Non sono osteggiate, ma in generale nemmeno trattate con troppo entusiasmo. Vengono considerate utili, però sono ancora viste con sospetto per gli eccessi di tecnicismi e burocrazia, che potrebbero contenere una scarsa trasparenza. D'altronde, solo il 5 per cento degli italiani si dichiara molto competente in ambito assicurativo, appena il 32 per cento le gestisce in totale autonomia, senza affidarsi a consulenti ed esperti esterni.

Altrove, siamo invece sulla soglia del plebiscito: il 75 per cento del campione mette a paragone l'offerta di due o più compagnie, giusto per capire se sta prendendo o meno una grossa cantonata. Ancora, il 70 per cento ne riconosce il ruolo: la virtù di essere un supporto per proteggere sé stessi, i propri cari, i propri beni. Il 68 per cento, però, si aspetta il non detto, clausole nascoste, sgambetti non palesi.

In estrema sintesi, il rapporto tra l'italiano e le assicurazioni è un'ambivalenza, un equilibrio scivoloso e imperfetto tra l'obbligatorietà di un bisogno e la volontà consapevole, matura, di una scelta ragionata e ragionevole. A dirlo è una ricerca svolta da Doxa e commissionata dalla mobile bank N26, che Panorama.it è in grado di anticipare. Un lavoro che parte da tali attitudini, per addentrarsi in possibili evoluzioni, traiettorie e territori da esplorare. Il 71 per cento degli italiani, d'altronde, si dice disposto ad aprirsi alle novità da sperimentare. Vediamo quali.

In prima fila c'è la frontiera delle polizze on demand, sottoscrivibili via web, anche tramite smartphone, all'occorrenza per proteggersi da rischi specifici limitati nel tempo, come la possibilità che il vettore aereo perda il bagaglio che abbiamo appena spedito. Giusto il 17 per cento dice di conoscere bene questa formula, il 45 per cento ne ha sentito parlare. «Il 64 per cento», si legge nella sintesi del rapporto, «le ritiene interessanti, in particolare il 18 per cento le trova molto interessanti (l'interesse elevato cresce al 37 per cento fra di chi dichiara di conoscerle molto bene), una buona fetta di popolazione si dichiara propensa a esplorare questa formula assicurativa». E si va oltre i soliti confini delle assicurazioni sulla casa o sull'auto. O quantomeno se ne allargano gli ambiti, includendo quelli per il noleggio dei veicoli in sharing, estendendo la protezione a pc e smartphone, tablet e smartwatch, tanto per il furto quanto per la rottura dello schermo. E poi, come per le polizze legate ai viaggi, ci sono quelle che tutelano dai danni che possono creare gli animali domestici. O coprono le spese per curarli.

«I risultati della ricerca svolta assieme a Doxa ci mostrano quanto gli italiani abbiano il desiderio di acquisire maggiore autonomia nella gestione dei pacchetti assicurativi e che questa comporti la necessità di una maggiore semplificazione dell'approccio delle aziende verso i consumatori, anche esplorando i canali di interazione online», commenta Andrea Isola, general manager di N26 Italy & Southeast Europe, azienda che è passata dalla teoria alla pratica. «N26, che nel maggio scorso ha lanciato un'offerta assicurativa per il mercato italiano fondata proprio su principi di semplicità e interamente gestibile via app, si è posta proprio questo obiettivo, ovvero affiancare le persone in un percorso di conoscenza e di consapevolezza verso il mondo insurtech affinché possano sentirsi sicuri e protagonisti di scelte informate al momento della sottoscrizione di un prodotto assicurativo».

Sara Galli, business account manager Finance & Utilities di Doxa, ricorda invece quanto i consumatori siano differenti tra loro. La ricerca ha permesso di identificare e catalogare questa diversità: «"Pro-Active", "Minimal", "Overconfident "Peripheral", questi i nomi individuati per i quattro diversi idealtipi individuati, quattro diversi approcci alla sfera assicurativa, che svelano anche contesti di maturazione socioculturali ed esperienza di ciclo di vita diversi e che richiedono, quindi, approcci altrettanto differenziati, ma che vanno nella stessa direzione. L'abilitazione alla comprensione dell'offerta assicurativa».

Ecco dunque i «Pro-Active», i fan delle assicurazioni, quanti le considerano un presidio di sicurezza necessario e desiderabile; i «Minimal», che riconoscono un ruolo allo strumento, però senza eccesso d'entusiasmo. Sono perfetti per le polizze on demand, su richiesta per protezioni specifiche. Ancora, gli «Overconfident», i troppo sicuri di sé, quelli che sbandierano una competenza assicurativa elevata (illusoria) e alla luce di certi pregiudizi tendono a tenersi alla larga da questo mondo. Infine, i «Peripheral», prudenti e fatalisti, che frenano mentre tirano su barriere culturali. Il feeling con l'assicurazione, nella sua essenza, è questione di giudizi e pregiudizi.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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