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Economia

Mutui, stangata continua: la corsa al rialzo non si ferma

La politica monetaria della Bce costa caro alle tasche degli italiani. Tassi record come non accadeva dal 2012 per una spesa da 3.000 euro a famiglia

Il costo dei mutui vola e la stangata per le famiglie supera i 3.000 euro. La politica monetaria della Bce si fa sentire: mutui sempre più cari, difficoltà a pagare le rate e a ottenerli e il mercato immobiliare in rincorsa. I tassi di interesse sui prestiti alle famiglie per compare casa, comprensivi delle spese accessorie (Taeg) hanno superato il 4%. L’ultima rilevazione di Banca d’Italia calcola i tassi al 4,12% a febbraio. Non si vedevano queste cifre da undici anni.

Da quell’ottobre 2012, quando si toccò il 4%, poi i tassi sono sempre scesi, in parallelo alla politica monetaria dei tassi zero. Poi con l’inversione di tendenza di Francoforte negli ultimi anni, i tassi sui mutui hanno iniziato a risalire fino al 4,12% di oggi. E i dati di febbraio di Bankitalia non tengono presente l’ultimo rialzo di marzo della Bce. Un mutuo a tasso variabile costa fino a 3240 euro in più rispetto al 2021 (conti Codacons), con una rata mensile cresciuta tra i 210 e i 270 euro. Rispetto a un anno fa (calcoli Unione Nazionale Consumatori) chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile spende 159 euro in più al mese, da 585 euro di 12 mesi fa a 744 euro di oggi. I tassi erano a 1,85 nel febbraio del 2022, in un anno sono più che raddoppiati (4,12%)

Conseguenze? Innanzitutto, la concreta possibilità che chi ha un mutuo non riesca a pagare le rate con queste cifre. In secondo luogo, chi oggi chiede un mutuo si trova davanti una certa prudenza da parte delle Banche. Quelli a tasso fisso, in questo momento, sono più convenienti (e sono circa il 90% delle richieste ora), ma quando il costo del denaro tornerà a livelli più bassi questi prestiti verranno rottamati per essere surrogati. E da qui la prudenza delle banche.

Banche che stanno analizzando con molta più attenzione la sostenibilità della rata da parte di chi chiede il mutuo. Rispetto a un anno fa, infatti, i salari non sono aumentati, ma il costo della vita sì. Oggi ci si può permettere un mutuo inferiore di circa il 27%. La Banca sa che prima con uno stipendio di 1800 euro ci si poteva permettere una rata di 400 euro, ma che oggi quei 1400 euro rimasti non hanno lo stesso potere d’acquisto di 12 mesi fa. E infatti le domande di mutui segnano un calo a doppia cifra a partire dall’ultimo trimestre 2022.

E da tutto questo ecco la terza conseguenza: il rischio arretramento o peggio crollo del mercato immobiliare. Gli economisti stimano che a un aumento dei tassi di interesse segua sempre una discesa dei valori immobiliari nell’arco di due anni. Le previsioni del settore immobiliare parlano di prezzi in calo e diminuzione delle transazioni perché calano i venditori perché il prezzo richiesto non ha mercato e quindi si preferisce attendere.

Cosa succederà a famiglie e mercato immobiliare? I numeri dicono questo: a febbraio 2022 tasso Bce 0% - Taeg 1,85%; agosto 2022 tasso Bce 0,5% - Taeg 2,45%; febbraio 2023 tasso Bce 3% - Taeg 4,12%. Il 16 marzo il tasso Bce è arrivato al 3,5%. E a maggio ci si aspetta un nuovo rialzo di almeno 25 punti base. I mutui seguono…

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Cristina Colli