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Economia

Lavoro: la disoccupazione ferma all'11,1%

Dai dati Istat di ottobre, situazione stabile rispetto a settembre. Cala quella giovanile al 34,7% il minimo dal 2012

Il tasso di disoccupazione a ottobre è rimasto stabile rispetto a settembre all'11,1%, ma ha segnato un calo dello 0,6% sullo stesso mese del 2016. Fra i giovani di età compresa fra i 15 ed i 24 anni, è sceso al 34,7%, il livello più basso da giugno 2012, già raggiunto a marzo di quest'anno.

I dati di luglio

A luglio la disoccuazione segna un incremento dello 0,2% rispetto a giugno e si riporta dunque ai livelli di maggio: l'11,3%. Risale anche se di poco, quella giovanile al 35,5% (+0,1%).

La particolarità di questo mese di rilevazioni è che l'aumento della disoccupazione coinvolge esclusivamente le donne (+4,6%) a fronte di una stabilità tra gli uomini. Il tasso di disoccupazione maschile si attesta al 10,3% (-0,1 punti percentuali), mentre quello femminile sale al 12,8% (+0,5 punti).

Le domande di disoccupazione sono infatti cresciute a giugno del 3,8% a 132.222 unità su base annua di cui 131.777 domande Naspi, una domanda di mini Naspi, 9 domande di Aspi.

Il dato assume più importanza se confrontato con la media europea dove la disoccupazione è rimasta stabile al 9,1% tra giugno e luglio, secondo i dati pubblicati da Eurostat. Con un calo dello 0,9% su base annua, si tratta del livello più basso registrato per l'area euro dal febbraio 2009. In Germania il minimo storico: 5,7%

Ancora più rilevante la situazione dei giovani: il tasso di disoccupazione è stato del 16,9% per l'Ue a 28 e del 19,1% per l'area euro. I livelli più alti di disoccupazione giovanile si sono registrati in Grecia (44,4%, ma il dato è di maggio), Spagna (38,6%) e in Italia (35,5%).

Sale anche l'occupazione

Ha salire però è anche il numero degli occupati +0,3% rispetto a giugno, con un aumento di 59 mila unità, "confermando la persistenza della fase di espansione occupazionale". Negli ultimi due mesi il numero di occupati ha superato il livello di 23 milioni, soglia oltrepassata solo nel 2008, prima dell'inizio della lunga crisi. Il tasso di occupazione sale al 58% (+0,1 punti percentuali). Su base annua gli occupati crescono dell'1,3% (+294 mila).

La crescita dell'occupazione interessa tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni ed è determinata esclusivamente dalla componente maschile (+0,6%) mentre l'occupazione femminile cala dello 0,3%. Il tasso di occupazione sale al 67,5% tra gli uomini (+0,5 punti percentuali) e scende al 48,6% tra le donne (-0,2 punti).

I dati di giugno

Cala la disoccupazione a giugno, anche tra i giovani, e rimbalza il numero degli occupati, trainato soprattutto dal record delle donne e dei dipendenti a termine.

I dati diffusi dall'Istat mostrano infatti un tasso di disoccupazione all'11,1%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a maggio. Dopo l'incremento del mese precedente, la stima delle persone in cerca di occupazione diminuisce del 2% (-57 mila), tornando su un livello prossimo a quello di aprile.

La disoccupazione torna a scendere anche tra i giovani, attestandosi al 35,4%, in calo di 1,1 punti percentuali rispetto a maggio. Gli occupati recuperano parzialmente il calo registrato a maggio (-53 mila) e a giugno crescono di 23 mila unità (+0,1%) su base mensile. Aumentano soprattutto i dipendenti a termine che crescono di 37 mila unità in un mese attestandosi a 2.690.000: si tratta del livello più alto dall'inizio delle serie storiche, ovvero dal 1992.

Il tasso di occupazione si attesta al 57,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali. Determinante l'occupazione femminile che a giugno sale al 48,8% (+0,2 punti percentuali), toccando il livello più alto registrato dall'inizio delle serie storiche, ovvero dal 1977.

Per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, "al di la' delle oscillazioni mensili - questo mese di segno positivo - il dato incoraggiante è la conferma della costante crescita di medio lungo periodo dell'occupazione e della contestuale diminuzione dei disoccupati e degli inattivi". Il ministro richiama l'attenzione soprattutto sul calo della disoccupazione giovanile. E assicura: "Perché possa diminuire ancora concentreremo ulteriormente su questo obiettivo gli interventi della prossima legge di bilancio". In quest'ottica, si fa sempre più strada l'ipotesi di un taglio strutturale del cuneo fiscale per l'assunzione a tempo indeterminato dei giovani.

I dati di maggio

A maggio il tasso di disoccupazione è risalito all'11,3% (+0,2 punti percentuali rispetto ad aprile) e quello giovanile al 37% (+1,8 punti).

I dati di aprile

Il tasso di disoccupazione ad aprile è all'11,1%, il dato più basso da settembre 2012. Il tasso di inattività è al 34,7%, in aumento di 0,1 punti su marzo e in calo di 0,4 punti su aprile 2016 mentre il tasso di disoccupazione dei giovani è rimasto stabile al 34%.

I dati di marzo

A marzo il tasso di disoccupazione è risalito all'11,7% mentre quella giovanile è al 34,1%

I dati di febbraio

La disoccupazione a febbraio è scesa all'11,5%. Sale il numero di lavoratori a termine, mentre calano i lavoratori a tempo indeterminato e restano stabili gli indipendenti.

La stima delle persone in cerca di occupazione a febbraio registra un forte calo su base mensile (-2,7%, pari a -83 mila). Il calo interessa uomini e donne ed è più accentuato tra i 15-24enni e gli over 50. Il tasso di disoccupazione scende all'11,5% (-0,3 punti percentuali), quello giovanile cala di 1,7 punti, attestandosi al 35,2%.

A febbraio la stima degli occupati è stabile rispetto a gennaio, mantenendosi su livelli prossimi a quelli dei quattro mesi precedenti. Nell'ultimo mese cresce il numero di donne occupate e cala quello degli uomini. L'occupazione aumenta tra gli ultracinquantenni e diminuisce nelle restanti classi di età.

La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni nell'ultimo mese è in crescita (+0,4%, pari a +51 mila). L'aumento si concentra tra gli uomini, mentre calano leggermente le donne e coinvolge tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni. Il tasso di inattività è pari al 34,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali su gennaio.

Su base annua, a febbraio si conferma la tendenza all'aumento del numero di occupati (+1,3%, pari a +294 mila). La crescita riguarda sia i lavoratori dipendenti (+280 mila, di cui +178 mila a termine e +102 mila permanenti) sia in misura più contenuta gli indipendenti (+14 mila). Aumenta il numero di occupati per entrambe le componenti di genere; la crescita è particolarmente accentuata tra gli ultracinquantenni (+402 mila) e in misura più contenuta tra i giovani 15-24enni (+15 mila). Nello stesso periodo calano sia i disoccupati (-0,6%, pari a -18 mila) sia gli inattivi (-2,7%, pari a -380 mila).

Al netto dell'effetto della componente demografica, su base annua, cresce l'incidenza degli occupati sulla popolazione in tutte le classi di età e si conferma il ruolo predominante degli ultracinquantenni nello spiegare la crescita occupazionale, anche per effetto dell'aumento dell'età pensionabile.

I dati di gennaio 2017

A gennaio il tasso di disoccupazione è rimasto stabile all'11,9%, quello giovanile è sceso al 37,9%

La stima delle persone in cerca di occupazione è però in lieve aumento su base mensile (+0,1%, pari a +2mila). Come si spiega? Lo comunica l'Istat spiegando che la crescita è attribuibile alla componente maschile, a fronte di un calo per quella femminile e si distribuisce tra le diverse classi di età ad eccezione dei 15-24enni.

A gennaio infatti il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 37,9%, in calo rispetto al mese precedente. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono per definizione esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perchè impegnati negli studi. L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,1% (cioè poco più di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza risulta in calo di 0,6 punti percentuali rispetto a dicembre.

Il tasso di occupazione dei 15-24enni rimane stabile, mentre quello di inattività cresce di 0,6 punti.

I dati di dicembre 2016

Ormai è un dato che nemmeno fa più notizia. La disoccupazione in Italia tra i giovani - 15-24 anni -  cresce ancora.
Infatti, in dicembre 2016 - secondo i dati Istat diffusi martedì 31 gennaio - è arrivata al 40,1%.
È il dato più alto da giugno 2015, in aumento di 0,2 punti percentuali sul mese precedente.

Occupati in crescita
Su base annua, a dicembre si conferma la tendenza all'aumento del numero degli occupati: +1,1% su dicembre 2015, pari a +242mila. La crescita tendenziale è attribuibile, secondo l'Istat, ai lavoratori dipendenti (+266mila, di cui +111mila i permanenti, +155mila quelli a termine) e coinvolge sia le donne sia gli uomini, concentrandosi tra gli ultracinquantenni (+410mila). Nello stesso periodo aumentano i disoccupati (+4,9%, pari a +144mila) e calano gli inattivi (-3,4%, pari a -478mila).

Ultracinquantenni
Sono gli over 50 i più coinvolti nell'aumento dell'occupazione.
Così, se nelle classi tra i 15 e i 49 anni il numero degli occupati a dicembre sull'anno si è complessivamente ridotto nel 2016 di 168.000 unità (-149.000 tra 35 e 49 anni), tra gli ultracinquantenni gli occupati sono aumentati di 410.000 unità.
Non solo.
Tra i 50-64enni la crescita demografica contribuisce ad accentuare l'aumento degli occupati (da +217mila occupati stimati al netto degli effetti demografici si passa a +350mila osservati). Guardando alla media degli ultimi tre mesi, poi, il tasso di occupazione aumenta tra gli over 50 (+0,3 punti percentuali) e diminuisce nelle restanti classi (-0,2 punti nella classe 15-24 anni, -0,3 punti tra i 25-34enni, -0,1 punti tra i 35 e i 49 anni).
Nell'arco di un anno il tasso di occupazione cresce comunque in tutte le classi di età con variazioni comprese tra +0,1 punti percentuali per i giovani di 15-24 anni e +1,8 punti per gli ultracinquantenni.

Disoccupazione
Il tasso di disoccupazione resta invece stabile al 12%. La stima dei disoccupati a dicembre è in aumento su base mensile (+0,3%, pari a +9mila).  La crescita è attribuibile alla componente femminile a fronte di un calo per quella maschile e si distribuisce tra le diverse classi di età ad eccezione dei 25-34enni.

Giovani
La situazione che deve davvero preoccupare è quella degli under 25: a dicembre la percentuale di senza lavoro tra i 15-24enni supera il 40%. Il dato è in aumento di 0,2 punti percentuali sul mese precedente. L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,9%. Questo vuol dire che poco più di un giovane su 10 è disoccupato. E tale incidenza risulta in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre.

Istat: risale il tasso di disoccupazione tra i giovani

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha tenuto a precisare che ci sono "602.000 occupati in più dal giuramento del Governo Renzi nel febbraio 2014, dei quali 440.000 sono lavoratori stabili".

Includere i giovani
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, mette in evidenza invece che i dati sulla disoccupazione devono spingere il Paese "a includere i giovani" nel mondo del lavoro. Sulla stessa lunghezza d'onda la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, secondo cui non si possono aspettare "le elezioni o le consuete alchimie della politica". Per Furlan, "di fronte alla gravità della situazione occupazionale" è indispensabile "un Patto sociale per lo sviluppo e la crescita". Cosi' anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, che su Twitter taglia corto: "Non abbiamo bisogno di andare presto alle urne, ma di dare presto risposte ai giovani disoccupati".

La Cgil da parte sua chiede un "piano straordinario per l'occupazione giovanile e femminile, anche con creazione diretta di posti di lavoro", oltre a precise "scelte di politica industriale" perche' "la disoccupazione giovanile al 40% e' la vera emergenza sociale" del Paese, dove "il mercato del lavoro e' fermo". Da qui la richiesta al Governo di attivare "un'interlocuzione per affrontare i tanti problemi in campo".

Per saperne di più:

Occupazione femminile, perché siamo ultimi in Europa

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Redazione Economia