Produzione Industriale in Europa: a dicembre contrazione dell'1,1% sul mese e del 2% sull’anno
(Ansa)
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Produzione Industriale in Europa: a dicembre contrazione dell'1,1% sul mese e del 2% sull’anno

I dati Eurostat mostrano debolezza. Preoccupa soprattutto il calo dei beni intermedi e strumentali. Una flessione che è un segnale per le prossime mosse della Banca Centrale Europea

Quanta fatica per l’Europa. La produzione industriale europea in dicembre si è contratta più del previsto: -1,1% sul mese, -2% su base annua. Un segnale per Francoforte, per le future mosse.

La debolezza della produzione industriale (soprattutto per i beni intermedi e strumentali) significa una riduzione degli investimenti e di produzione a lungo termine da parte delle aziende e un rallentamento della domanda complessiva. Una politica monetaria più espansiva, con conseguenti costi di finanziamento ridotti per le imprese, potrebbe incentivare la ripresa. Ma la Bce, come sempre, si trova in bilico tra dover evitare un eccessivo rallentamento economico e evitare una risalita dell’inflazione.

Secondo i dati di Eurostat nell'area euro la produzione industriale è calata dell'1,1% a dicembre rispetto al mese precedente e del 2% rispetto allo stesso mese del 2023. Nell'Unione europea la contrazione è stata dello 0,8% mensile e dell'1,7% annuo. Nell'intero 2024 la produzione industriale è calata dell'1,7% annuo nell'area euro e del 2% in Ue.

A soffrire sono in molti. Italia e Germania innanzitutto. Su base mensile, a dicembre la produzione industriale italiana è calata del 3,1%, mentre in Germania del 2,9%. Peggio Belgio (-6,8%) e Portogallo (-4,4%). Al contrario, la Spagna ha mostrato una crescita dell'1,4% e la Francia ha contenuto la flessione a -0,4%. Su base annua, l'Italia ha subito la seconda peggiore contrazione dell'Eurozona (-7,1%), superata solo dall'Austria (-9,5%). Per la Germania -4%. In controtendenza invece tre Paesi: Malta (+14,4%), Irlanda (+10,1%) e Lituania (+7,6%).

I settori più colpiti sono quelli dei beni intermedi e strumentali. A dicembre nell’area euro i primi sono diminuiti dell’1,9% e quasi di tre punti percentuali i secondi. In discesa anche i beni di consumo durevoli, mentre in aumento di mezzo punto il comparto energia. Tendenze simili dell’Ue. Se si guarda all’anno la contrazione è pesante soprattutto per i beni strumentali, scesi dell’8,1% nell’Eurozona e del 7,5% nell’Ue. Il calo dei beni intermedi e strumentali significa per le aziende meno investimenti e produzione a lungo termine, quindi economia più ferma. Al contrario c’è stata crescita per i beni di consumo non durevoli: +8,3% nell'area euro e +8,2% nell'UE.

I dati sono un segnale per la Banca Centrale Europea. Ci si aspettano almeno altre tre riduzioni dei tassi d'interesse nel 2025. Ma il rallentamento dell'industria, insieme a un'inflazione che secondo le previsioni della BCE tornerà al target del 2%, influenzerà le mosse di Francoforte.

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Cristina Colli