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Economia

Due anni per la prescrizione delle bollette: la norma è in Finanziaria

Il risultato ottenuto dalle associazioni dei consumatori grazie alla convergenza maggioranza-opposizione. Si parte il 1° marzo con le fatture elettriche

Se avete in casa cassetti traboccanti di bollette conservate per evitare che un giorno o l’altro qualcuno ve ne contesti il pagamento (cosa, ahinoi, tutt’altro che inverosimile) la legge di Bilancio approvata a fine anno dal Parlamento vi offre qualche motivo di consolazione.

Al comma 4 del gigantesco e onnicomprensivo articolo 1 è scritto che “nei contratti di fornitura di energia elettrica e gas, il diritto al corrispettivo si prescrive in due anni”. Vuol dire che d’ora in poi (per essere precisi: dalle bollette in scadenza il 1° marzo prossimo per la luce e il 1° gennaio 2019 per il gas) le contestazioni di eventuali morosità potranno essere effettuate solo entro due anni e dunque non sarà più necessario conservare la testimonianza dell’avvenuto pagamento per cinque anni come è stato finora.

Per portare a casa un tale storico risultato si sono mobilitate le più importanti associazioni dei consumatori e hanno dovuto sudare parecchio, perché la resistenza dei grandi operatori di servizi è stata tenace fino all’ultimo.

Poi la convergenza di governo, maggioranza e opposizioni (primo firmatario Simone Baldelli di Forza Italia, relatore Lorenzo Beccattini del Pd), compresi i 5 Stelle, ha consentito di inserire la norma come emendamento alla legge di Bilancio del 2018, facendole scavalcare l’iter legislativo ordinario e il conseguente rischio di agguati parlamentari, sempre presente quando si toccano interessi importanti.

“Per una volta” dice a Panorama.it il presidente di Adiconsum Carlo De Masi “la politica è riuscita a schierarsi compatta dalla parte degli interessi dei cittadini anziché dei gruppi di pressione. Di questo possiamo essere molto soddisfatti”.

Per i fornitori di servizi diventa ora imperativo uno scatto di efficienza nella relazione con il cliente.

Fino ad ora la regola era che le morosità, vere o presunte, si trascinassero in estenuanti botta e risposta, il cui effetto principale era rinviare di anni la definizione delle controversie. Da adesso in poi i fornitori incapaci di muoversi in tempi brevi perderanno semplicemente il denaro dovuto dai clienti morosi (oltre a dover lasciar in pace quelli che sono a posto con i pagamenti).

Non per niente il legislatore ha previsto un’entrata in vigore differita della norma: 1° marzo 2018 per le aziende del settore elettrico; 1° gennaio 2019 per quelle del gas; 1° gennaio 2020 per quelle dell’acqua, molte delle quali incaricate di servizi “in house” dai comuni a cui in misura maggiore o minore appartengono. Vedremo come se la caveranno le diverse tipologie. Quanto a noi utenti, meglio essere chiari: il discorso vale per le bollette che hanno come scadenza le date indicate, ragion per cui, per poter svuotare i cassetti bisogna aspettare almeno un paio d’anni a partire da oggi.

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Stefano Caviglia