Come Eurodisney è arrivata al fallimento
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Economia

Come Eurodisney è arrivata al fallimento

Crisi economica e debiti troppo elevati mettono in crisi il parco di divertimenti che, a 22 anni dall’esordio, ha bisogno di 1 miliardo di euro

Nonostante tutto, l’americana Walt Disney continua a credere in Disneyland Parigi. È questo, in estrema sintesi, il succo del comunicato stampa con cui la multinazionale del divertimento ha annunciato ieri una nuova ricapitalizzazione per migliorare la posizione finanziaria di Euro Disney Group, la società di cui detiene il 40%. 

L’operazione di rifinanziamento prevede un contributo diretto da 420 milioni di euro e la conversione di 600 milioni di euro di crediti detenuti da Walt Disney nell’ambito delle precedenti operazioni di finanziamento. Il progetto, inoltre, ipotizza un riscadenziamento del debito e un consolidamento delle linee di credito in un solo credito rinnovabile da 350 milioni con scadenza nel 2023. La manovra permetterà di migliorare la situazione di cassa e di ridurre l’indebitamento che attualmente si attesta a 1,75 miliardi di euro. Walt Disney, inoltre, dovrà lanciare un’offerta pubblica di acquisto sulle azioni europee che potrebbe portare al delisting dalla Borsa di Parigi dove ieri il titolo ha perso il 9,54%, chiudendo a 3,13 euro, ben lontano dai dieci euro dell’esordio.

Secondo Euro Disney, la perdita netta quest’anno potrebbe arrivare a 120 milioni di euro, quasi un raddoppio rispetto ai 78 milioni del 2013. Gli ingressi, infatti, sono calati del 3% e il numero di turisti è sceso sotto i quindici milioni l’anno. Secondo i manager, il clima economico e un alto indebitamento hanno impattato in modo negativo sul fatturato e sulla liquidità. Ma a ventidue anni dall’apertura del parco arrivato al terzo salvataggio, non mancano i critici che fanno notare come la multinazionale americana, forte del successo guadagnato in Giappone con Tokyo Disney, abbia sottovalutato le differenti condizioni culturali dell’Europa. Disney, infatti, ha posizionato Euro Disney come un pezzo dell’America nel vecchio continente, ma i francesi, si sa, non sono particolarmente aperti a quanto arriva da oltre oceano. Anche i prezzi degli hotel, paragonabili a quelli del centro di Parigi, non hanno aiutato ad attrarre i clienti, senza contare che gli europei tendono a concentrare le vacanze durante l’estate e preferiscono località marittime o montane. Dunque, rispetto agli americani che, in media, passano tre giorni nel parco, gli europei si fermano a due e la spesa media di un turista si aggira su 280 dollari, contro i 600 di Tokyo Disney. 

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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