Carlo Rossella: basta, divorzio dalla Fiat
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Economia

Carlo Rossella: basta, divorzio dalla Fiat

Intervista sentimentale con l'amico della famiglia Agnelli che è anche fraterno compagno di Luca Cordero di Montezemolo, appena licenziato dalla Ferrari

Carlo Rossella, what else? Se si vuole parlare dell’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne che licenzia Luca Cordero di Montezemolo dalla presidenza della Ferrari con l’assenso del rappresentante della famiglia Agnelli, John Elkann, il primo numero di telefono da comporre è quello dell’amico fraterno di Montezemolo e del confidente di una vita dell’Avvocato. Certo, da Rossella non ci si può aspettare un’intervista razionalista, ma c’è da capirlo: vedere il suo amico dileggiato in pubblico e cacciato dalla Ferrari dev’essere stato un dolore lancinante. Per rendere pallidamente l’idea: il suo legame con Montezemolo è più forte di quello tra Pippo e Topolino, più saldo di quello tra Sandokan e Yanez, più giososo di quello tra i cinque di Amici miei.

Carlo, dai, coraggio…
Ma che vuoi che ti dica? Era da tempo che andava avanti questa storia. Tutto è iniziato quando hanno escluso Luca dal consiglio d’amministrazione della Fiat senza nemmeno un ringraziamento. Poi lo hanno tolto dal consiglio d’amministrazione della Juventus senza nemmeno avvertirlo.

Però Montezemolo è legato alla Fiat da 23 anni. Forse serviva un ricambio.
Che fai, provochi?

Beh, occorrerà un nuovo presidente della Ferrari.
Il presidente della Ferrari per me è e sarà sempre Luca. Senza di lui la Ferrari non è più la Ferrari. Me lo diceva stamattina anche il panettiere.

Francamente non riesco a immaginarti a comprare il pane.
Lo compro, lo compro… E, insomma, anche il panettiere non riusciva a immaginare che Montezemolo potesse lasciare. Mi ha detto: «Ma cos’è ’sta storia, ma non è possibile, per noi ferraristi è una pugnalata…».

È la fine di un’epoca?
È finito lo stile Fiat. Fanno finta di non sapere che Luca si è preso sulle spalle una Fiat che era distrutta, dopo la morte di Gianni e Umberto Agnelli. Lui, quando l’hanno chiamato a fare il presidente della Fiat, ha risposto subito sì e fino al 2010, quando presidente è diventato il giovane Elkann, è stato il vessillo della famiglia sopra la collina della Fiat: con lui presidente nessuno ha osato assaltare il Lingotto.

Credo che il tuo giudizio sia un po’ viziato dall’amicizia. Anche Marchionne ha difeso la Fiat da chi la voleva comprare per un tozzo di pane.
Luca è un mio amico, è una persona che stimo moltissimo, e se devo scegliere da che parte stare tra lui e la Fiat scelgo lui.

Divorzi da Corso Marconi?
È inevitabile, non mi riconosco più in questa Fiat. E Matteo Renzi che fa? Dorme? Si fa vedere con la camicia bianca mentre invece dovrebbe indossarne una rossa, una bella camicia rossa.

Non credo che…
Rosso Ferrari, intendo. Renzi se ne dovrebbe occupare, il ministro dell’Industria (Federica Guidi, ndr) se ne dovrebbe occupare, invece di stare sempre dal parrucchiere.

La Ferrari avrà presto bisogno di un nuovo presidente. Tu che presidente saresti?
Mi schiererei subito dalla parte degli operai. Comunque non è un problema, c’è un sacco di gente negli alti ranghi della Fiat che non vede l’ora di inforcare i Ray-Ban, mettersi il cappellino Ferrari e andare ai box della Formula 1 per farsi vedere, ma sappiano che non potranno mai fare ciò che ha fatto Luca.

Esagerato!
Ah sì? Lui è arrivato in Ferrari nel 1992 quando perdeva 8 miliardi di lire l’anno. Nel 2014 chiuderà con un utile di 400 milioni. Da allora ha vinto 14 titoli mondiali e oggi è il marchio più conosciuto al mondo.

Merito della Fiat.
Manco per niente: la Fiat in questi anni non ha messo una sola lira dentro Ferrari, gli investimenti, compresi quelli per la Formula 1, sono stati tutti autofinanziati grazie alla scelta di Luca di tenere basso il numero di auto prodotte per tenere alto il prezzo.

Però Marchionne ha ragione a dire che sono anni che la Ferrari non vince un titolo mondiale.
Ma va là! La Mercedes non vince un titolo mondiale dagli anni 50 e per 64 anni ha speso l’iradiddio, l’iradiddio nella Formula 1! Per ottenere quale risultato? Vincere una volta, nel 2008.

Allora da dove nasce lo scontro con Marchionne?
Da motivi personali, ovviamente. Incompatibilità di carattere, Marchionne vuole avere in mano tutto. Rinfacciargli che sono anni che non vince il mondiale è semplicemente patetico.


Luca è un mio amico e se devo scegliere da che parte stare tra lui e la Fiat scelgo lui

Montezemolo è socio di Diego Della Valle in Ntv e Della Valle non ha fatto altro per molto tempo che attaccare il giovane presidente della Fiat. Anzi, diciamo pure che lo ha proprio insultato. Secondo te l’amicizia tra Della Valle e Montezemolo ha pesato nella decisione?
No, non credo, magari qualche risentimento c’è stato, ma i motivi del licenziamento di Luca sono solo personali.

Tu, che sei uno di casa nella famiglia Agnelli…
La famiglia di una volta, non certo quella di adesso. La famiglia di una volta aveva un certo stile in tutte le cose e questo non sarebbe potuto succedere, quella di adesso lascia fare, lascia correre, visto che tanto ha già incassato.

Ma…
C’era uno stile… uno stile… c’era lo stile delle grandi dinastie europee, delle grandi famiglie aristocratiche d’Europa. Lo stile della sorella dell’Avvocato, Suni, quello della moglie Marella di cui sta per uscire da Adelphi un bel libro di memorie. Sarà interessante leggerlo, ha per Luca un grande affetto.

Matteo Renzi che fa? Si fa vedere con la camicia bianca mentre invece dovrebbe indossarne una rossa

Tu sei un sentimentale, nonostante le apparenze.
È che mi dispiace vedere che al posto dei monarchi, oggi ci siano dei piccolo borghesi. E i monarchi hanno un senso del popolo molto maggiore di quello dei piccolo borghesi.
Dai, Carlo, ti prego…
Sono serissimo. Ricordo come fosse ieri quando gli operai della Fiat si fermavano per uno sciopero. L’Avvocato li guardava dalla finestra del suo ufficio e diceva: «Gli opevai Fiat, gente di pvim’ovdine». Sai, io poi sono un vecchio comunista…
Certo, come no…
…e mi dà fastidio non aver mai sentito pronunciare la parola «operaio» dai successori dell’Avvocato.
John Elkann e Marchionne…
Sono una strana coppia, una coppia di fatto unita dall’irriconoscenza.
Ma tu l’hai sentito Montezemolo?
Certo, lo sento sempre.
E come l’hai trovato?
È come sempre un grande aristocratico.
L’ha presa bene, insomma.
No, l’ha presa con nonchalance, fedele al motto dei re d’Inghilterra: never explain, never complain (mai dare spiegazioni, mai lamentarsi, ndr).
E adesso che cosa farà?
Dimostrerà ancora una volta che in Italia vale il detto latino nemo propheta in patria.
Emigra?
Ma no, dico che quelli di Abu Dhabi (Etihad, il vettore arabo che ha il 49 per cento di Alitalia, ha sede ad Abu Dhabi, ndr) stravedono per lui. Non è destinato a uscire dai giochi. Come dicono gli americani, he is not going to be out of the picture.


Montezemolo e l'Avvocato

Carlo Ferraro /ANSA

Da sinistra, il collaudatore Ferrari Nicola Larini, Gianni Agnelli, Michael Schumacher, Luca Cordero di Montezemolo, Eddie Irvine e Jean Todt nel 1996

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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