Capolavori del design: le auto e le moto di Paolo Martin - foto e disegni
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Capolavori del design: le auto e le moto di Paolo Martin - foto e disegni

Il designer torinese ha firmato capolavori intramontabili a 2 e 4 ruote come la Guzzi 850 Le Mans, la Rolls Royce Camargue, la Beta Montecarlo. Negli anni '80 il successo dei 125 per Gilera

Paolo Martin, torinese classe 1943, ha iniziato la sua carriera sognando da bambino con il Meccano tra le mani. Oggi è uno dei designer più affermati ed apprezzati al mondo, in grado di seguire un progetto dal primo schizzo alla produzione finale. Dalla sua matita sono usciti capolavori assoluti come il prototipo Dino Competizione del 1967, la Rolls Royce Camargue del 1975, la Lancia Beta Montecarlo. Per non parlare delle moto: le sue creazioni annoverano la Guzzi 750S, la Benelli 4 e 6 cilindri, la  Guzzi 850 Le Mans e la V1000 della fine degli anni '70. Suoi progetti sono alcuni dei 125 da regolarità e stradali tra i più apprezzati dai sedicenni dagli anni '70 agli anni '90. Basti pensare alla Gilera RV125 e alla enduro RX, alle 125 TG e, tornando indietro nel tempo, alcuni dei più apprezzati "cinquantini" sia da strada che da cross.

Le auto

Martin comincia l'esperienza professionale presso un maestro dello stile automobilistico, lo Studio Michelotti di Torino dal quale uscirono vetture come la Alpine-Renault A108, le prime Triumph Spitfire, diversi modelli BMW. Con Michelotti Martin rimane dal 1960 al 1966 prima di passare prima a Bertone e quindi a Pininfarina, dove realizza la già citata Dino Competizione e tre anni dopo (1970) il futuristico prototipo Ferrari 512 S Pininfarina "Modulo", una delle più note dream car di tutti i tempi, che ispirerà diverse future sportive.

Con Pininfarina il designer torinese firma la prestigiosa e americaneggiante Fiat 130 Coupè. Nel 1975 sarà la volta della Rolls Royce Camargue, la grande coupé due porte britannica, per la prima volta disegnata fuori dalle mura della casa e affidata allo stile di Paolo Martin per Pininfarina.

Le moto

Le due ruote disegnate da Paolo Martin  si concentrano prevalentemente tra la seconda metà degli anni '70 e gli anni '90. Il massimo della produzione anni '70 si concentra nel sodalizio con l'industriale argentino Alejandro de Tomaso, alla guida di Benelli/MotoBi e dal 1973 anche della Moto Guzzi.

Dalla creatività del designer torinese uscirà la Guzzi 750S, la sportiva bicilindrica della casa di Mandello del Lario evoluzione della V7 Sport del decennio precedente. Martin interviene sulle linee più filanti ed aggressive che rendono la bicilindrica Guzzi una delle più desiderate nella prima metà degli anni '70.

Il passo successivo di Paolo Martin in casa Guzzi è il capolavoro di stile 850 Le Mans, presentata al salone di Milano alla fine del 1975 e entrata in commercio l'anno seguente. Anch'essa evoluzione della V7 Sport (con la quale condivide il telaio scomponibile), ha la cilindrata aumentata a 843cc che sviluppavano 71 Cv di potenza per 210 km/h di velocità massima. La linea disegnata da Martin la inquadra tra le più classiche "Café racer" di tutti i tempi, caratterizzata dal piccolo cupolino rotondeggiante che abbraccia un grande faro circolare e la sella sportiva (detta a 1 posto e mezzo).

Nel 1979 Paolo Martin disegna la Moto Guzzi V1000 G5, una mastodontica stradale di gusto americaneggiante resa tuttavia filante nella linea dal talento del designer torinese.

Per lo stesso gruppo guidato da Alejandro de Tomaso, Paolo Martin crea le linee della particolare sei cilindri in linea Benelli 750/6, nata per contrastare il successo delle giapponesi Honda e Kawasaki.

Gli anni '80 rappresentano il decennio della consacrazione delle 125, con la crescente domanda da parte dei sedicenni che sognavano allora di guidare una vera moto pur con la cilindrata limitata ad un quarto di litro. Paolo Martin firma alcune delle più apprezzate mono e bicilindriche del periodo. Nel 1977 cominciò con la Benelli 254 (e 125), una miniatura di una maximoto con un motore 4 cilindri in linea che purtroppo ebbe scarso successo commerciale per il prezzo elevato in Italia e per la concorrenza nipponica all'estero.

Il successo arriverà nella prima metà degli anni '80 con i 125 disegnati per la Gilera (gruppo Piaggio). All'alba del decennio Paolo Martin aveva creato due stradali per il marchio di Arcore, le ancora classiche TG1 e TG2 (sigla che sta per Turismo Gilera), evoluzione delle "Arcore" anni '70. Nel 1983 Gilera decide di svecchiare la gamma delle quarto di litro dal mercato in costante ascesa e intaccato dal crescente successo delle giapponesi (Honda in primis). Nasce in questo contesto il progetto RV (125 e 200) caratterizzato dalle soluzioni tecniche maggiormente all'avanguardia nel motore (raffreddato a liquido e capace di 21 Cv alla ruota) e nella ciclistica (sospensione anteriore Marzocchi antidive e monoammortizzatore posteriore). La linea segue la modernità del progetto della casa di Arcore, con Martin che tiene il passo con le concorrenti, creando un 125 sportivo dalle linee snelle e filanti, armonizzate da un cupolino sportivo e dalle fiancatine aggressive. Il successo della RV durerà fino al 1987 quando uscirà di produzione. Per Gilera Paolo Martin disegna un'altra 125 di successo, in configurazione enduro: la RX125, che condivideva il propulsore con la sorella stradale RV e che si poneva in diretta concorrenza con la coeva Cagiva Aletta Rossa, rispetto alla quale poteva vantare una linea molto più moderna grazie all'intervento del designer torinese. Alla RX sarà affiancato il modello "RX Arizona" dotato di serbatoio maggiorato in stile Parigi-Dakar.

Negli anni '80 Paolo Martin si occuperà anche del design di alcuni ciclomotori 50cc. sempre per il gruppo Gilera/Piaggio. Tra i più significativi un "tubone" dalle linee particolari, il CBA, evoluzione del Piaggio "Sì" con il quale condivideva propulsore e ciclistica.

Già nel 1977 Paolo Martin aveva ancora una volta anticipato le tendenze future, disegnando per Gilera uno scooter capostipite della moda consacrata negli anni '90: il Gilera 50GSA. Il piccolo scooter in plastica dalle linee futuribili così come la strumentazione era caratterizzato da una linea che sarà poi ripresa da scooter di successo come il Booster, negli anni in cui il mercato offriva ancora le Vespa Special nate negli anni '60.

Il genio creativo di Paolo Martin non si è fermato alle auto e alle moto. Nel portfolio del designer torinese sono compresi raffinatissimi yacht commissionati dai più importanti cantieri (Ferretti, Fountaine, Magnum ecc.), biciclette ed accessori per le più importanti marche, ma anche macchine per scrivere (Kiocera), condizionatori (Ariagel), caldaie (Robur), mobili ed oggetti per l'arredamento.

Courtesy Paolo Martin
Paolo Martin al lavoro nel suo studio

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Edoardo Frittoli