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Economia

Brexit: la Bce conferma i timori di George Osborne

L'uscita del Regno Unito tra i rischi per la crescita dell'Eurozona secondo il bollettino dell'Eurotower e il braccio destro di Cameron

Esce la fotografia della Bce sulla situazione economica globale, Vecchio continente compreso, la Brexit resta uno degli argomenti in primo piano. Da una parte, infatti, il bollettino dell'Eurotower paventa un rallentamento della crescita nel secondo trimestre dell'anno, pronosticando in prospettiva "una ripresa economica che procede a un ritmo moderato ma costante" e dall'altra non dimentica la Brexit e mercati emergenti definendoli come "un possibile ostacolo alla crescita".

Se George Osborne, il cancelliere dello Scacchiere aveva presentato ieri ai Comuni una prospettiva choc, ossia un buco stimato intorno a 30 miliardi di sterline in caso dell'uscita del Regno Unito dall'UE, le acque non sembrano ancora placarsi. A rincarare la dose negativa di un'eventuale Brexit viene appunto dalla Bce che sostiene quanto forte sarebbe rischio per la crescita dell'Eurozona la non permanenza dell'UK nell'Unione Europea.

Secondo quanto si legge nel bollettino della Bce, "i rischi al ribasso sono connessi all'andamento dell'economia mondiale, al referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Ue e ad altri rischi geopolitici".

La Brexit secondo George Osborne

Nel piano presentato al Governo e ai Comuni, il braccio destro di David Cameron ha sostenuto con decisione che con la Brexit ci sarà un aumento dell'aliquota base Irpef del 2 % o del 3% a seconda del reddito, un aumento della tassa di successione del 5%, tagli non inferiori al 2% a sanità, pubblica istruzione e difesa, oltre a una revisione alle pensioni. Un conto salato da pagare visto che si parla 30 miliardi di sterline, di cui la metà dovrà arrivare sia dall'entrate sia della spesa.

La Brexit secondo la Bce

La Brexit è uno dei fattori che pesano sulle prospettiva di crescita del'Eurozona. L'ultimo bollettino mensile della Bce non lascia spazi all'immaginazione.

"Secondo la valutazione del Consiglio direttivo i rischi per le prospettive di crescita dell'area dell'euro restano orientati verso il basso" poiché i rischi al ribasso sono ancora connessi all'andamento dell'economia mondiale, all'imminente referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea e ad altri rischi geopolitici".

La stessa crescita inglese non sarebbe in salute ma "potenzialmente limitata dall'incertezza circa il referendum". E i dati parlano chiaro: le ultime stime della Bce rivelano, infatti, una crescita dell'1,6% nel 2016 e dell'1,7% nel 2017 e nel 2018.

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Chiara Degl'Innocenti