Le aziende protagoniste del 2015
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Economia

Le aziende protagoniste del 2015

Da Chiesi Farmaceutici a Volkswagen, da Poste Italiane a Yoox Net a Porter, le società salite alla ribalta della cronaca nell'anno che sta per concludersi

Fusioni, acquisizioni, quotazioni in borsa o premi alla carriera. Sono gli eventi che nel 2015 hanno portato sotto i riflettori alcune aziende italiane e straniere, assieme ai manager e agli imprenditori che le guidano. Ecco, di seguito, una panoramica sulle imprese che hanno fatto parlare maggiormente di sé nell'anno che sta per concludersi.

Chiesi Farmaceutici

Fino al novembre scorso, pochi giornali hanno parlato della Chiesi Farmaceutici di Parma. Poi, l'azienda emiliana è salita meritatamente alla ribalta della cronaca, grazie al riconoscimento conferitole da Ernst & Young e Azimut Wealth Management. Alberto, Paolo e Andrea Chiesi sono stati infatti nominati imprenditori dell'anno, per aver creato una multinazionale tascabile presente in 27 paesi con un fatturato di oltre 1,4 miliardi di euro, che investe il 20% dei ricavi nella ricerca e che ha messo a punto, in collaborazione con l'Università di Modena, un prodotto capace di far ricrescere le cornee dell'occhio lesionate negli incidenti, grazie all'utilizzo le cellule staminali.

Ferrari

La casa automobilistica del cavallino rampante è rimasta a lungo al centro dell'attenzione per il tanto atteso debutto in borsa, avvenuto in ottobre sul mercato di New York. Il titolo, che sarà negoziabile anche a Piazza Affari dal 4 gennaio 2016, ha navigato un po' tra alti e bassi, salendo da da 52 dollari (prezzo di offerta) fino a 60 dollari, per poi ripiegare verso i 46 dollari a dicembre. A questi prezzi, Ferrari vale nel complesso quasi 9 miliardi di dollari.

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Ferrero

Il 2015 è scomparso uno dei più grandi imprenditori italiani di tutti i tempi: Michele Ferrero, fondatore dell'omonimo gruppo dolciario che non ha certo bisogno di presentazioni. Il timone dell'azienda è da tempo in mano del figlio di Michele, Giovanni Ferrero, che nel giugno scorso ha si è cimentato in un'operazione un po' insolita per le tradizioni della società: la scalata alla britannica Thorntons, una delle più note case dolciarie del Regno Unito.

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Italcementi

Opera in 22 Paesi con 46 cementerie, 12 centri di macinazione e 18mila dipendenti. Ecco i numeri di Italcementi che, nell'estate scorsa, è finita al centro dell'attenzione per il fatto di essere diventata di fatto un'azienda “tedesca”. La storica famiglia proprietaria Pesenti ha infatti venduto la quota di controllo al gruppo HeidelbergCement. Nel 2015, dunque, un altro pezzo dell'industria tricolore è finito in mani straniere.

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Poste Italiane

Alla fine di ottobre ha debuttato in borsa, con una ipo (offerta pubblica iniziale) che ha fatto il pieno di adesioni. Così, il gruppo Poste Italiane ha riaperto il ciclo delle privatizzazioni nel nostro paese ed è rimasto per diversi mesi sotto i riflettori della cronaca. Sul listino di Piazza Affari, il titolo della società non ha fatto faville, oscillando su e giù tra un minimo di 6,4 euro e un massimo di 7,2 euro. Va ricordato, però, che l'ultimo trimestre del 2015 non è stato particolarmente positivo per i mercati azionari.

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Telecom Italia

Dopo aver vissuto un po' in ombra per lungo tempo, nel 2015 la compagnia telefonica italiana ha fatto parlare molto di sé. Nell'azionariato si registra infatti il protagonismo dei soci francesi e in particolare del colosso dei media Vivendi, che detiene il 20% del capitale e vuole contare sempre di più nelle decisioni strategiche del gruppo. Proprio nei giorni scorsi, la società transalpina ha ottenuto una sonora vittoria nell'assemblea, bloccando la conversione delle azioni di risparmio: un'operazione che avrebbe fatto scendere la quota in mano a Vivendi.

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Volkswagen

Lo scandalo Diesel Gate la stava per mettere al tappeto. Ora, dopo aver ammessoil taroccamento dei dati sulle emissioni inquinanti dei propri motori, la casa automobilistica tedesca sta lavorando intensamente rifarsi una reputazione. Comunque vada a finire la vicenda, una cosa è certa: Volkswagen è senz'altro una delle aziende che hanno fatto parlare maggiormente di sé nel 2015.

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Ynap

Un giro d'affari di quasi 1,3 miliardi di euro, accompagnato da un ebitda (margine operativo lordo) di 108 milioni. Ecco il biglietto da visita di Yoox Net a Porter Group (Ynap), gruppo nato nel 2015 dalla fusione delle due aziende leader nel commercio elettronico di abbigliamento e prodotti alla moda. Si tratta dell'italiana Yoox e della londinese Net-a-Porter. Sotto la energica guida di Federico Marchetti, il gruppo Ynap sarà un polo del lusso online con un baricentro spostato fortemente sul nostro paese giacché è quotato a Piazza Affari, dove ha guadagnato quasi il 90% in un anno.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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