Marchionne
ANSA/DANIELE MOSNA
Economia

Auto, perché Marchionne boccia quella elettrica

Secondo l’ad di Fca, bisognerà prima risolvere il problema di come produrre l'energia da fonti pulite e rinnovabili

Sergio Marchionne, l’amministratore delegato di Fca, attacca l’auto elettrica, mettendo seriamente in discussione il fatto che questo modello di alimentazione possa essere davvero il futuro dell’automotive.

In realtà non si tratta della prima volta in cui il manager italo-canadese prende di mira le vetture alimentate a batteria, ma stavolta lo fa mettendo in fila le ragioni che supportano il suo scetticismo circa le reali possibilità di affermazione della mobilità elettrica.

L’occasione per questa ennesima presa di posizione è stata una lectio magistralis che Marchionne ha tenuto presso il Polo della meccatronica di Rovereto, dopo aver ricevuto dall'Università di Trento la laurea honoris causa in ingegneria industriale. Ma vediamo quali sono le idee espresse dal numero uno di Fca nel suo discorso in Trentino.

Fonti energetiche pulite

Secondo Marchionne, le auto elettriche possono sembrare una meraviglia tecnologica, soprattutto per abbattere i livelli di emissione nei centri urbani, ma rappresentano invece un'arma a doppio taglio. Secondo l’ad di Fca infatti forzare l'introduzione dell'elettrico su scala globale, senza prima risolvere il problema di come produrre l'energia da fonti pulite e rinnovabili, rappresenta una minaccia all'esistenza stessa del nostro pianeta.

Il rischio è di trovarsi di fronte a una sorta di infatuazione tecnologica passeggera. Ora che l'idrogeno è passato di moda, ha fatto notare infatti Marchionne con una punta di malizia, è la volta dell'elettrico. “Non sto dicendo che sia un progetto da non considerare – ha subito aggiunto - ma va fatto con lungimiranza e realismo".

Costi economici e rifornimenti

Ma la scarsa fiducia nell’elettrico deriva anche da considerazioni di carattere strettamente commerciali, che in questo momento renderebbero tale tecnologia economicamente impraticabile. Cinque anni fa, ha raccontato a questo proposito Marchionne, Fca ha lanciato la Cinquecento elettrica in alcuni Stati americani, come la California, dove i regolamenti impongono la presenza di un livello minimo di veicoli a 'emissioni zero'.

Ebbene, ha evidenziato il manager in pullover, “la verità è che per ogni 500 elettrica che vendiamo negli Stati Uniti, perdiamo circa 20mila dollari”. Un'operazione che, ovviamente, fatta su larga scala, diventerebbe un atto di masochismo economico estremo.

Senza contare, ha aggiunto Marchionne, che i limiti dell'elettrico, almeno in questo momento storico, riguardano anche l'autonomia delle batterie, i loro tempi di ricarica e una rete di rifornimento ancora troppo poco capillare.

Meglio affidarsi al metano

Insomma, quella dell'elettrico, secondo Marchionne, è un'operazione che andrebbe fatta senza imposizioni di legge e, soprattutto, continuando nel frattempo a sfruttare i benefici delle altre tecnologie disponibili, in modo combinato.

In questo senso, ad esempio, sarebbe certamente più utile, secondo l’ad di Fca, concentrarsi sui miglioramenti dei motori tradizionali e lavorare alla diffusione di combustibili alternativi, soprattutto il metano, che per la sua origine e le sue qualità, secondo Marchionne, è oggi il carburante “più virtuoso e più pulito in termini di emissioni".

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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