Assegno di ricollocazione, spiegato bene
Il nuovo sostegno per i lavoratori che percepiscono da almeno quattro anni la nuova indennità di disoccupazione
E' iniziato da qualche settimana con l’invio delle prime 20mila lettere la sperimentazione dell’assegno di ricollocazione. Ad annunciarlo è stato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ha spiegato come i destinatari siano stati individuati tra quei lavoratori che almeno da quattro anni percepiscono la cosiddetta Naspi, ovvero la nuova indennità di disoccupazione.
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Pagamento solo a fronte di un risultato
Il meccanismo di funzionamento di questo nuovo strumento di politica attiva prevede che i lavoratori beneficiari ottengano una sorta di bonus del valore massimo di 5.000 euro che servirà a supportare una ricerca intensiva di un nuovo lavoro. La ricollocazione dovrà avvenire però con il tramite attivo di un centro per l’impiego o di un’agenzia per il lavoro accreditata. E saranno queste strutture in ultima analisi a vedersi accreditato l’assegno di ricollocazione, che però sarà materialmente erogato solo quando effettivamente il lavoratore avrà trovato una nuova occupazione, ovvero a risultato ottenuto.
Obiettivo dell’assegno
Come ha spiegato direttamente lo stesso premier Gentiloni, le prime trentamila lettere che a breve partiranno, rappresentano al momento solo il 10% del totale di quelle che verranno inviate a regime. Siamo dunque solo alla fase iniziale, non a caso definita sperimentale, che sul lungo periodo ha l’ambizione di estendere gradualmente a tutti le tutele sul lavoro. E proprio in questa direzione dovrà muoversi l'attività dell'Anpal, l'agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. In questo senso dunque queste politiche attive, rappresentate in maniera emblematica proprio dall’assegno di ricollocazione, non sono nient’altro che l’altra gamba della maggiore flessibilità in uscita introdotta dal Jobs Act e, assicura il premier, costituiscono un obiettivo determinante delle politiche del lavoro del governo.
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Le reazioni del sindacato
Secondo la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti l'avvio della sperimentazione sull'assegno di ricollocazione, ritenuta la principale misura di politica attiva individuata nel Jobs Act, è un elemento positivo. Ma “esprimiamo alcune preoccupazioni: dal futuro delle politiche attive alla poca chiarezza sulle linee di indirizzo di Anpal e alla situazione di precarietà di migliaia di lavoratori dei centri per l'impiego, Anpal servizi e Inapp”. Insomma, un primo passo importante di un processo che, secondo i sindacati, dovrà essere monitorato per verificare i risultati effettivi che si riusciranno ad ottenere.