Dalle moto alle auto, il salto di Acerbis
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Dalle moto alle auto, il salto di Acerbis

Ha iniziato con gli accessori per il fuoristrada e la regolarità. Ora tra i suoi clienti ha anche la Maserati

Dalle moto alle auto. Il passaggio che ha tentato, inutilmente, anche Valentino Rossi è riuscito alla Acerbis di Albino, in provincia di Bergamo: un’azienda familiare che si è costruita una fama internazionale tra produttopri e appassionati di motociclismo.
Nata nel 1973 grazie alla passione per il fuoristrada di Franco Acerbis, che si è messo a costruire carrozzerie per moto da cross e regolarità nel garage di casa, oggi l’azienda fattura circa 50 milioni nel mondo. Lavora su tre divisioni: accessori tradizionali per moto e motociclisti, abbigliamento per lo sport del calcio (una passione secondaria) e soprattutto la produzione di  componenti originali Oem (carrozzerie e serbatoi), vale a dire il primo equipaggiamento delle moto prodotte dai più importanti marchi mondiali del settore, da Bmw a Ducati passando per Ktm, Husqvarna, Aprilia e Mv Augusta.

“Questa è la storia dell’azienda, ma da qualche tempo ci siamo lanciati in un doppio salto acrobatico, iniziando a specializzarci nelle pre-serie per automobili” racconta Guido Acerbis (foto), amministratore delegato e figlio del fondatore. “Mi spiego meglio: quando una casa automobilistica progetta un nuovo modello, ha necessità di fare dei test. Ecco, noi forniamo in numero limitato e in fretta i componenti per i prodotti test”. La svolta è arrivata grazie al rapporto di lavoro consolidato con Magneti Marelli e adesso a richiedere serbatoi e carozzerie pre-serie sono Fiat, Maserati e Alfa Romeo. “Non è stato facile adattarci, perché la capacità del serbatoio di una moto arriva sino ai 15 litri, mentre quelli per auto arrivano a 80. Ma ci siamo dati da fare, avviando con professionalità anche questa produzione, sviluppando e realizzando i prototipi”.

Da quando Franco Acerbis elaborava e migliorava componenti per le moto di racing, la sua passione, sono passati 42 anni e nel frattempo la Acerbis è diventata un brand noto a livello internazionale. “Il primo passo è stato produrre stivali e caschi con il nostro brand, ma il salto di qualità è arrivato nel 1988 quando abbiamo trovato un distributore negli Usa. Eravamo in cerca di un mercato più ampio e le aziende europee presenti nel settore erano ancora poche” continua Guido Acerbis. Ha funzionato. E oggi l’azienda ha uno stabilimento di produzione in Lombardia e un altro nella Repubblica Ceca, conta due uffici commerciali negli Stati Uniti e in Gran Bretagne ed è arrivata ad avere 250 dipendenti a livello globale. “Mio padre cominciò da solo e quando assunse il primo dipendente scoppiò dalla felicità. Non ci siamo più fermati”.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

Scrivimi a: antbersani@alice.it

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