"Scritti galeotti" di Daria Galateria
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"Scritti galeotti" di Daria Galateria

Sbarre di parole. Una ricognizione ricca e strana sul rapporto fra scrittori ed esperienza carceraria

Galeotto fu il libro, scrive Dante nell’episodio di Paolo e Francesca. Ma se a essere galeotto è l’autore? Attorno a questa domanda s’impernia la ricognizione ricca e strana di Daria Galateria sul rapporto fra scrittori ed esperienza carceraria. Stupisce scoprire quanto la galera sia spesso il viatico della creazione: il marchese De Sade ci scrive quasi tutte le sue opere; a Silvio Pellico ispira un best-seller; Heinrich von Kleist ci sta benone; Jean Genet, ladro matricolato, lì diventa scrittore. Come Chester Himes, rapinatore a mano armata e poi genio dell’hard-boiled. "Il campo è stato un divertimento unico" azzarda P.G. Wodehouse, internato dai nazisti. Un divertimento unico, e un po’ inquietante, è di sicuro Scritti galeotti: Daria Galateria racconta in modo delizioso, ed è questa la gabbia dorata che imprigiona il lettore.

Scritti galeotti di Daria Galateria
Sellerio, 128 pagine, 13 euro

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Roberto Barbolini