Alain de Botton: "Io faccio filosofia con il gossip"
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Alain de Botton: "Io faccio filosofia con il gossip"

Due nuove trovate provocatorie: un libro e un sito per dare un nuovo senso al giornalismo.

Mettete Socrate sul red carpet di Hollywood a interpretare i mormorii dei delusi e i mugugni degli esclusi dal party dopo-Oscar. Invitate Arthur Schopenhauer a dire la sua sulla fine dell’amore tra Tom Cruise e Katie Holmes. Chiedete a Seneca un commento su quel che è successo alla faccia botulinata di Meg Ryan. Chiamate Sandro Botticelli e Tiziano a confrontare le forme delle loro Venere e Primavera e Diana e Callisto con le curve del derrière di Kim Kardashian. Vedrete una squadra di reporter d’eccezione (anche se tutti defunti da qualche secolo) impegnata a sviscerare fatti del mondo di cui si serberà memoria fino alla prossima settimana. È il paradosso più vistoso del Philosophers’ Mail, creatura giornalistica astrusa inventata come antidoto del Daily Mail (e della stampa in genere) dall’anglo-svizzero Alain de Botton.

Il fondatore della testata, ben noto per l’intraprendenza con cui riesce a sposare gli insegnamenti della filosofia alla vita quotidiana, dalla morale spicciola alle relazioni amorose, dall’architettura al viaggio e, prima del viaggio, alle procedure d’imbarco in aeroporto, ha ultimamente individuato l’informazione quale forza determinante capace di, come ha detto a Panorama, "improntare il nostro senso della realtà e plasmare la forma delle nostre anime".

Ecco dunque il suo ultimo libro, appena uscito da Guanda (News. Le notizie, istruzioni per l’uso), un manuale di giornalismo che francamente fa sorridere chiunque sia quotidianamente alle prese con l’impaginazione del senso della giornata. Ed ecco soprattutto il suo provocatorio foglio filosofico online, The Philosophers’ Mail, appunto, che giornalmente riporta informazioni assolutamente imprescindibili. Tipo: perché Larry Page, il fondatore di Google, indossa i jeans? Chi non vorrebbe fidanzarsi con Jennifer Lawrence? Quanto è sexy l’Africa di Angelina Jolie? Offrendone, in risposta, un’inedita lettura sub specie filosofica.

Ma che c’entra la filosofia con il glamour, il gossip, le celebrity e gli argomenti più triti della stampa scandalistica? "Oggigiorno le notizie più piccanti, sexy e avvincenti godono di un’impareggiabile influenza sulle menti di decine di milioni di persone" spiega de Botton "ma, purtroppo, offrono di rado contenuti in grado di migliorare il mondo. D’altra parte, i professionisti più seri pubblicano articoli densi e complessi che raggiungono lettori poco numerosi e già convinti. Così le buone idee non vanno da nessuna parte. L’obiettivo del Philosophers’ Mail è di offrire notizie genuinamente popolari che allo stesso tempo richiamino vivacemente le virtù filosofiche tradizionali".

Le categorie, o rubriche, che definiscono le sezioni del sito non sono però quelle classiche della filosofia, bensì: tragedia, disastro, shopping, gerarchie, relazioni... "La filosofia non è mai stata definita dal suo oggetto, bensì dai suoi metodi" spiega de Botton. "Si può essere filosofici trattando di metafisica, del rapporto mente-corpo, di sci, di timidezza, del legame fra lo Stato e l’individuo e dell’ultima collezione di Prada. La nostra convinzione è che si deve essere filosofici in ogni contesto, in particolare in relazione al tipo di argomenti cui si interessa la gente. Siamo, nel senso più profondo, volgarizzatori di un approccio filosofico. E lo siamo perché ci sta a cuore l’educazione del pubblico".

Sarà. A tratti tuttavia l’impressione più netta è che sull’intento pedagogico di favorire l’educazione prevalga il disegno più demagogico di impartire un’assoluzione ai divoratori di chiacchiere e maldicenze, di usare indulgenza verso gli istinti più bassi dei lettori. Al contrario, protesta de Botton: "Il nostro proposito (non è un plurale majestatis: il “noi” allude alla squadra di giovani filosofi anonimi reclutati per scrivere sul suo giornale, ndr) e di mostrare quanto è facile sembrare degli eroi malignando sulle ruberie dei politici o sulla brillantina di John Travolta; invece vorremmo diffondere un’etica della gentilezza".

E tutto quel sesso? "Il Philosophers’ Mail se ne serve ampiamente per vendere idee. È deprimente quanto spesso il sesso sia utilizzato per pro-muovere tutto al giorno d’oggi: dentifrici, occhiali firmati e voli Dublino-Francoforte. Nessuno crede di fare sesso a sufficienza, o di fare il tipo di sesso che più gli piace. La promessa di felicità erotica rivolge un appello profondo a ciascuno di noi. La cosa dovrebbe disturbarci. Ma non per i motivi tradizionali. Il problema non è che si usa il sesso per vendere. È che si usa il sesso per vendere le cose sbagliate".

Il discorso fila, non fa una piega, come un sillogismo aristotelico: Socrate era un uomo; Socrate era un comune mortale; non tutti gli uomini vivono di sola filosofia.

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