È morto Arnoldo Foà, attore, regista, uomo di teatro
 ANSAMAURO DONATO
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È morto Arnoldo Foà, attore, regista, uomo di teatro

Si e spento a quasi 98 anni. Lasciando un vuoto nel mondo italiano dell'arte e della cultura

È morto Arnoldo Foà, attore di teatro, di cinema, personaggio della tv dai primi anni della Rai, regista. E anche pittore, scultore, poeta. Un artista, vero. A tutto tondo.

Classe 1916, era nato a Ferrara. Ebreo, fu vittima delle leggi razziali fasciste del 1938 che lo constrinsero a lasciare gli studi presso il Centro sperimentale di Cinematografia e il lavoro di attore nel quale, seppur molto giovane, si era già distinto soprattutto in teatro.

Ma l'abbandono fu solo apparente: con l'ausilio di nomi finti riuscì sempre a lavorare in compagnie molto prestigiose fino al 1943 quando si rifugiò a Napoli, dove divenne capo-annunciatore e scrittore della Radio Alleata radio PWB e fu proprio lui ad annunciare l'Armistizio con gli Alleati l'8 settembre del 1943.

Il dopo-guerra significò per lui riprendere a lavorare in teatro con le compagnie più prestigiose del tempo (Compagnia del Teatro Nazionale, Ferrati-Cortese-Scelzo, Cervi) fino a entrare nella Compagnia di prosa della Rai.

IL TEATRO
È l'arte che forse più di ogni altra lo ha contraddistinto. Ha recitato di tutto con registi di grido, da Luchino Visconti a Giorgio Strehler. Da regista, invece mise in scena opere come La pace di Aristofane, l'Otello di Giuseppe Verdi, Il pipistrello di Strauss. Come autore teatrale debuttò nel 1957  con "Signori buonasera".

Tra le sue interpretazioni più recenti, il monologo di Alessandro Baricco "Novecento" con la regia di Gabriele Vacis e "Sul lago dorato" di E.Thompson, con la regia di Maurizio Panici.

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In questo video: "Io sono il Teatro - Arnoldo Foà raccontato da Arnoldo Foà" di Cosimo Damiano Damato, presentato al festival Internazionale del Film di Roma

 

CINEMA, TELEVISIONE, POESIA
Grande attore di cinema la sua filmografia presenta oltre 100 pellicole e ha lavorato con moltissimi grandi registi: da Orson Welles a Damiano Damiani, da Giuseppe Ferrara a Ettore Scola, da Alessandro Benvenuti a Maurizio Sciarra (Quale amore).
È stato poi tra i protagonisti di alcuni dei più celebri sceneggiati televisivi della RAI, diventando uno dei primi divi della tv: Piccole donne, Capitan Fracassa, Le mie prigioni, Le cinque giornate di Milano, La freccia nera, L'isola del tesoro, Il giornalino di Gian Burrasca, David Copperfield, I racconti del maresciallo, I racconti di padre Brown, Nostromo, Fine secolo e Il Papa buono. Nel 1985 ha partecipato alla parodia dei Promessi Sposi realizzata dal Quartetto Cetra, interpretando L'innominato. Per la RAI ha condotto anche il programma musicale Chitarra, amore mio e, per due stagioni, il varietà Ieri e oggi, nonché numerosi altri programmi.

La sua carriera lo ha visto anche speaker radiofonico e doppiatore. Infine, poeta: celebri le sue dizioni poetiche da Dante, Lucrezio, Carducci, Leopardi, Neruda, García Lorca, che vengono registrate su disco in vinile negli anni cinquanta e sessanta (oggi anche su CD), divulgando moltissime opere, in particolare quelle di autori di lingua spagnola allora poco conosciuti in Italia, come Lorca e Neruda: il celebre "Lamento per Ignacio Mejias" di Lorca fece vincere alla Fonit Cetra il Disco d'oro per aver superato il milione di copie. Lo potete ascoltare qui:

 

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Redazione