Mohsin Hamid, "Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente"
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Mohsin Hamid, "Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente"

Un atipico romanzo di formazione e insieme un lucido, ironico sguardo al mondo globalizzato dall'alveo tentacolare di una grande metropoli d'Asia

Scrittore emergente nell'Asia emergente, forse non ricco sfondato ma certamente benestante a Lahore dove è tornato a vivere dopo una parentesi newyorkese, il pakistano Mohsin Hamid era atteso alla fatidica opera-che-viene-dopo-un bestseller. Il suo Fondamentalista riluttante (2007), successo internazionale pluripremiato, ha avuto nel 2012 l'onore di una trasposizione cinematografica curata dalla sublime Mira Nair, che ne ha ampliato la popolarità anche in Italia. Nell'insolito sequel, Hamid si conferma ora talento brillante e innovativo.

Non sempre un titolo fa la fortuna di un libro, ma spesso aiuta. Il titolo del nuovo romanzo di Hamid, che occupa antiesteticamente tre righe della copertina, può suscitare curiosità o repulsione: Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente . Fortunati i lettori curiosi. La frase è infatti la prima pietra di una fiaba costruita simulando la retorica del format self-help, con uso spregiudicato della seconda persona per ammiccare direttamente al lettore: ehi, l'eroe di cui (a cui, con cui) sto parlando sei tu.

Dodici capitoli e altrettanti passi per sfondare nel mondo globalizzato, in una megalopoli preda del colossale inurbamento in cui si consumano sogni e incubi di milioni di giovani. La satira sociale giocata sull'aspirazione come fondamentale tratto della natura umana è il rumore di fondo sul quale Hamid innesta una vicenda di formazione di stampo più classico. Lo scrittore segue le tracce di un (anti)eroe contemporaneo dall'indigenza alla ricchezza e ritorno, attraverso i tortuosi meandri della corruzione e del potere.

Intanto disegna le mutazioni epocali legate allo sviluppo economico nel torso dell'Asia che avanza, bloccando sulla pagina quel "frattempo" storico che conduce dall'isolamento rurale alla centralità urbana. Il tempo di oggi, il tempo di ciascuno: esistere sotto forma di impronte digitali, interconnessi a fili inanimati che pervadono ogni ambito delle nostre vite. Il minaccioso shock di una ragnatela invisibile che all'improvviso assume consistenza fisica e in cui ti senti impigliato. "Meno male che stai dormendo".

Ma il vero filo conduttore di questo romanzo fatto di tanti microromanzi è la sua atipica storia d'amore. Il contraltare femminile al "tu" protagonista è la bella ragazza del villaggio che un giorno ti abborda con la timida sfrontatezza della gioventù. L'attrazione è forte ma inseguite lo stesso sogno laterale. Più concreto, realistico, più alla moda dell'amore che invece è un lusso di fronte all'indigenza. "L'amore smorza la fiamma nella caldaia a vapore dell'ambizione", sentenzia il guru-narratore. Presto la bella ragazza vola lontano facendosi strada nel jet set della moda grazie ai suoi attributi fisici, nel tempo in cui si compie la tua ascesa nella scala sociale grazie agli affari. Mondi paralleli, che si sfiorano senza incontrarsi.

Quando la parola emergente ha perduto per sempre il suo appeal, perché semplicemente si è compiuta la parabola della vita degli affari e della narrazione, solo allora l'amore può esplodere nella sua forma più inconsueta, la tenerezza. L'ultima finzione self-help - preparare una strategia d'uscita - coincide metanarrativamente con l'ambizione dello scrittore: trovare un finale all'altezza. Hamid non si sottrae, virando verso una riflessione più ampia sul senso del possesso e sugli scopi della vita.

Come diventare felici (nell'Asia emergente)? Come ritrovare se stessi alla fine del viaggio? Lasciandosi alle spalle le ambizioni materiali. Nel segno della poesia sufi, spogliarsi del possesso porta in dote il più struggente e bizzarro fra i desideri degli amanti: far sentire l'altro meno solo di fronte al trauma della mortalità.

Mohsin Hamid
Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente
Einaudi
153 pp., 17,50 euro

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Michele Lauro