La lotta di classe comincia al terzo piano
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La lotta di classe comincia al terzo piano

Il nuovo romanzo di Errico Buonanno ci racconta la storia di Karl Marx che non riesce a pagare l'affitto e del suo Padrone (di casa), che in una Londra magica e surreale riescono a trovare la loro "sintesi"

"Questa mia lettera di sfratto non è un attacco personale: è il mero prodotto di una lotta fra classi. Questa mia lettera di sfratto, a cui allego il sunto delle mensilità inevase, ha una sua necessità razionale, e quindi avrà un ruolo, un ruolo storico, che sto vivendo sulla pelle e che brucia. Prima di andarsene, perciò, lasci le chiavi giù in androne. E quindi analizzi, e stabilisca quello che è mio e quello che è suo; chi è il traditore e chi è il fedele; e cosa vuol dire avere o perdere,in questa vita che è in affitto. Addio, dottor Marx".

La Storia si fa con le rivoluzioni, con il sangue e con...gli sfratti. Ce lo racconta Errico Buonanno (classe 1979) e vincitore con il suo romanzo di esordio (Piccola serenata notturna, Marsilio) del premio Calvino 2003. Nel suo nuovo libro, Lotta di classe al terzo piano (Rizzoli), Buonanno si diverte e ci fa divertire immaginando il blocco dello scrittore che capita a Karl Marx, proprio quando sta completando il volume che modificherà il corso della storia del mondo: Il Capitale.

Siamo nella Londra del 1861 e il filosofo tedesco soffre della sindrome della pagina bianca e non riesce a pagare l'affitto. La sua condizione è pari a quella dei proletari che da lì a poco si abbevereranno alle sue idee sognando di cambiare la propria condizione. Spiantato, senza un soldo e con un Padrone (di casa) che gli sta sul collo, Marx è in un vicolo cieco. Alan John Huckabee, il proprietario dell'appartamento al terzo piano interno sette, non sente ragioni: vuole i soldi ed è per questo che decide di dare un calcio alla Storia e sfrattare Marx. Ma poi ci ripensa. 

Huckabee è sì uno sfruttatore capitalista, uno di quelli che campano sulle spalle della classe operaia, ma ha anche molto in comune con il celebre inquilino dell'interno sette. E' uno scrittore fallito che un tempo credeva di poter cambiare il mondo. Da nemici a sodali. Improvvisamente il borghese proprietario di casa di Marx gli si mette al fianco, per lottare con lui per la libertà (e aiutarlo a ritrovare il guizzo per scrivere Il Capitale e pagare il suo affitto).

In Lotta di classe al terzo piano Karl Marx non parla quasi mai, ma basta la sua presenza carismatica per far sì che il Padrone e il proletario riescano insieme a partorire una nuova idea, in grado di cambiare il destino del mondo. Insieme, lo spiantato e il proprietario di casa trovano la sintesi, riuscendo nuovamente a sognare.

Utopia, sogno, fantasia, realtà. Il nuovo romanzo di Errico Buonanno è una girandola di situazioni e di sensazioni. Ambientato in una Londra surreale, fatta di nuove invenzioni e incredibili speranze nel progresso scientifico e, allo stesso tempo, città dark e sotterranea, con i suoi circoli esoterici e l'incredibile potere della magia che disegna un'altra dimensione del reale. Il tutto condito da spie prussiane e rivoluzionarie russe (quando in Russia ancora lo Zar fa la parte del padrone). E' questa la Londra dove vede la luce la più grande opera di Karl Marx, e dove si incrociano i destini più disparati, con la sensazione che ogni cosa, anche la più assurda, abbia un significato profondo.

Buonanno sceglie di partire dal sogno infranto del comunismo per narrare il potere stesso del sogno. Il Muro è caduto da 25 anni. Gli operai di tutto il mondo adesso vanno alla Coop e si disinteressano della rivoluzione preferendogli la tv satellitare, ma il fatto che un grande sogno sia stato seppellito sotto le macerie della Storia non cambia l'attitudine salvifica al sogno stesso, che permea la vita degli esseri umani. E quale luogo è migliore della Londra di fine Ottocento per racchiudere contraddizioni e slanci futuristici?

In Lotta di classe al terzo piano, attraverso un impianto narrativo potente, con uno stile asciutto e incisivo come il bisturi di un esperto chirurgo, Errico Buonanno rispolvera la capacità di sognare degli esseri umani e la loro incredibile propensione all'utopia, alla costruzione mentale di nuovi mondi, migliori, dove approdare, magari senza troppi scossoni. E la Londra di Karl Marx è la capitale dell'utopia, è il regno dove tutto è possibile, basta volerlo un po'. La storia si cambia a partire da un condominio. Dal piccolo al grande, laddove il "piccolo" è già "grande".

Fa da filo rosso al romanzo la passione per le parole scritte. Riferimenti letterari e libri come puntelli nella scalata della montagna della Storia. Cosa saremmo senza aver letto i romanzi "proibiti"?. Cosa saremmo se non ci fossero scrittori e poeti a darci nuove lenti per osservare il mondo e per viverci dentro senza esserne schiacciati?. 

Illuminante la visita che il Padrone di casa di Marx fa all'Esposizione Internazionale di Londra nel 1862. E' la sintesi delle infinite possibilità sognate che potrebbero realizzarsi in futuro. In una palla di vetro colma d'acqua si agitano dei gamberetti microscopici, "affaccendati e incaponiti nella battaglia per la vita" e totalmente privi di classe dirigente a guidarli. E, come spiega l'inventore Hans Bernhard Lohmann, "serio e convinto darwiniano austriaco", "quel piccolo mondo era un sistema perfetto: i gamberi mangiavano le alghe, e le alghe potevano ricrescere grazie alle feci prodotte dai gamberi. L’aveva voluto chiamare 'Utopia', un universo di lavoro che funzionava per quattro anni senza bisogno d’intervento dell’uomo. Quattro anni in piena autonomia, prima che il fragile equilibrio morisse da sé per consunzione".

Ma l'umanità non è un gamberetto e ha molti più anni di autonomia. Pur avendo in comune con gli arditi crostacei un fattore importante: l'incrollabile convinzione che l'Utopia è sì un mondo lontanissimo, ma che può essere raggiunto, Padroni e proletari insieme, fianco al fianco. Basta ritrovare la nostra capacità di sognare. 

Lotta di classe al terzo piano

Errico Buonanno

Rizzoli

Pagine 316, € 18

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Anna Mazzone