Lillian Roxon, 'Rock Encyclopedia & altri scritti'
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Lillian Roxon, 'Rock Encyclopedia & altri scritti'

Fu la prima enciclopedia del rock mai pubblicata ma soprattutto, in quel 1969, una fotografia eccitante della cultura giovanile e del costume di un'epoca

Si chiama Rock Encyclopedia ma non pensate a un altro didascalico reference sulla storia del rock. La genesi di questo libro coincise - per certi versi incredibilmente - con il boom del rock nel momento del suo farsi storia. Uscì nel 1969 dopo una gestazione di oltre otto mesi che minò nel fisico l'autrice, la giornalista Lillian Roxon giunta a New York da Sydney qualche anno prima. Continuando a lavorare anche per il Sydney Morning Herald, il giornale che l'aveva assunta, si ammalò d'asma in quei giorni febbrili e proprio una crisi respiratoria le sarà fatale nel 1973, ad appena 41 anni.

Metteva le parole sulla pagina come un pittore dipinge un quadro. Lillian Roxon fu l'antesignana del giornalismo rock diretto e brillante, informatissimo e informale, capace di raccontare i fatti con l'emozione del narratore di storie. Nata in Italia da una famiglia di ebrei polacchi poi emigrati in Australia, la sua biografia leggendaria culminò in dieci anni di fuoco a tu per tu con la scena della controcultura newyorkese. Ancora oggi l'Encyclopedia, tradotta da Tiziana Lo Porto per minimum fax in una splendida edizione dalla copertina "fiorita", è una rilettura della cultura pop appassionante e modernissima.

L'arrembante evoluzione del rock pareva eludere all'epoca la possibilità di catturarne l'essenza in un libro, ma la Roxon trasformò il limite in formidabile punto di forza. "Troppa gente ha chiuso gli occhi nell'attimo esatto in cui scattavo la foto", e allora? Non è proprio questo il rock? La sua energia è cambiamento e io, dice Lillian, riuscivo a intravedere "la forza travolgente che sarà". Quando l'editore Grosset & Dunlap di New York pubblicò il libro, non esisteva ovviamente niente del genere. Nessuno aveva ancora nemmeno osato pensarlo e perfino la sua artefice immaginava di scrivere un tascabile. Invece l'opera crebbe a dismisura fino a contenere più di 500 voci da Acid Rock a Zombies, 1202 rockstar e 22.000 titoli di canzoni.

Disseminate fra le parole chiave del rock, ho trovato alcune strabilianti profezie. La multimedialità sta arrivando, si dice a proposito dei light show. Nel 2001 le macchine potrebbero prendere il sopravvento, ma di sicuro il rock elettronico raggiungerà il punto in cui le band "useranno nastri, aggeggi e trucchetti assortiti per ottenere una varietà di suoni non ancora sentiti su un palco". Se il ruolo di produttore è già passato al rango di artista, verrà il giorno in cui sarà lui la star della performance, "girando manopole e mixando suoni". E sentite questa: forse spariranno i dischi, resteranno "solo cassette vendute in combinazioni che puoi mixarle e mescolarle. E ci saranno i produttori della domenica che giocheranno con i suoni dagli stereo di casa". La Cassandra del rock era avanti mezzo secolo...

Geniali e divertenti sono alcune definizioni di sottogeneri: il teeny rock (che quindi è sempre esistito...), il surf (il "rock'n'roll bagnato"), il summer rock (il clima condiziona la musica?), lo shock rock (il rock che ti sciocca, qualcosa "che non condividi con i tuoi genitori"), l'acid rock e il rock barocco precursori della psichedelia, il death rock altrimenti detto neck-rock-filia, il twist ("allunghi un piede e fai finta di spegnere una cicca di sigaretta sul pavimento"), il rythm'n'blues ("un modo carino per dire musica razziale"), il soft rock ("la non violenza della nuova musica"), il sound di Detroit (il sofisticato mondo black che la Motown trasformò in fabbrica di hit).

La selezione di interviste in appendice getta altra luce sulla personalità brillante e anticonvenzionale di Lillian Roxon. Soprattutto il ricordo dell'estate 1967 quando "tutti sono tornati ad avere 19 anni", pieno di ironia, poesia e un velo di nostalgia. A un anno appena di distanza quell'estate era già un'icona di irrequietudine, spensieratezza, innocenza perdute. Un altro squarcio sull'epoca è il racconto della marcia del 28 agosto 1970 a New York, culmine del movimento di liberazione delle donne: "Se l'idea di un cambiamento vi mette a disagio, non vi preoccupate" conclude Lillian Roxon. "Non siete le sole. Tutte noi signore concordiamo sul fatto che stavolta il cammino per arrivare al traguardo non sarà metà del divertimento. Ma partecipare contribuirà alla costruzione di un mondo migliore".

Lillian Roxon
Rock Encyclopedia & altri scritti
minimum fax
408 pp., 16 euro

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Michele Lauro