‘Il giardino dei Finzi Contini’, omaggio a Giorgio Bassani
Cossu/Keystone/Hulton Archive/Getty Images
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‘Il giardino dei Finzi Contini’, omaggio a Giorgio Bassani

Nasceva 98 anni fa l’autore bolognese, il cui capolavoro, tradotto su pellicola da Vittorio De Sica, vinse il Premio Oscar nel 1972

È ancora acceso l’entusiasmo per l’Oscar vinto da La grande bellezza di Paolo Sorrentino come miglior film straniero. Si tratta della tredicesima statuetta nella storia della cinematografia italiana, da quando nel 1947 Vittorio De Sica conquistò Hollywood con Sciuscià. Il regista partenopeo di Oscar ne vinse ben quattro, l’ultimo dei quali nel 1972 con Il giardino dei Finzi Contini, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani.

Lo scrittore bolognese, scomparso nel 2000, avrebbe compiuto oggi 98 anni, e la sua eredità più importante è senza dubbio proprio Il giardino dei Finzi Contini , opera del 1962 che, assieme a Cinque storie ferraresi, Gli occhiali d’oro, Dietro la porta, L’airone e L’odore del fieno, compone il ciclo de Il romanzo di Ferrara (pubblicato in edizione definitiva nel 1980).

L’anniversario della nascita di Bassani può essere l’occasione giusta per rispolverare il suo capolavoro. È il racconto di un narratore anonimo che guida il lettore nei suoi ricordi d’infanzia, nelle giornate passate con i suoi amici Alberto e Micòl, figli della ricca famiglia Finzi Contini, di origine ebrea, appartenente all’alta borghesia ferrarese.
 
Teatro dei loro incontri è il bellissimo giardino di casa Finzi Contini, dove nascono e crescono attese, sogni, delusioni ed esperienze. I tre sono separati da un grande divario sociale, reso ancora più profondo dalle leggi razziali fasciste che si abbattono sull’Italia del 1938: un flagello che consolida ancora di più la loro già forte amicizia, ma che allo stesso tempo trascina la ricca famiglia verso un amaro destino.

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Andrea Bressa