Christiana Ruggeri, 'Dall'inferno si ritorna' - La recensione
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Christiana Ruggeri, 'Dall'inferno si ritorna' - La recensione

La storia vera di Bibi, a cinque anni in fuga dal Ruanda insanguinato. Per non dimenticare l'ultimo genocidio del XX secolo

Il 7 aprile di ventuno anni fa, 1994, segnò per il Ruanda l'inizio di una carneficina che nel giro di 101 giorni avrebbe trasformato quel piccolo paese africano dalla natura rigogliosa in un obitorio sotto le stelle. L'ultimo genocidio del "secolo breve" si consumò sotto lo sguardo distratto del mondo occidentale: le cifre parlano di circa un milione fra Tutsi, l'etnia minoritaria della popolazione, e Hutu moderati massacrati dagli Hutu estremisti nel corso di una fulminea campagna di sterminio, condotta secondo i metodi della pulizia etnica. Un tema drammaticamente attuale, all'indomani della strage di giovani keniani di religione cristiana nel campus universitario di Garissa, il 2 aprile 2015.

In un libro coraggioso e straziante, crudo e delicato, Christiana Ruggeri ricostruisce quei giorni attraverso la storia di Berenice, una bimba che il destino preservò dalla tragedia: Dall'inferno si ritorna. Fu una specie di morte e resurrezione, dice nel capitolo finale l'autrice, giornalista degli Esteri del Tg2. Il suo incontro con Bibi è come una ventata di "pulizia, innocenza, tenerezza contro l'abominio". Come vedere da vicino una ferita aperta dal male e ricucita con il filo sottile della speranza. La fiducia mille volte persa e ogni volta da ricostruire. I fratelli divenuti i nemici della porta accanto. Demoni e angeli a calpestare lo stesso suolo.

Il 13 aprile 1994 Bibi ha cinque anni quando un gruppo di miliziani hutu, armato di fucili e odio bestiale, stermina la sua famiglia nella casa di Kigali: la madre, il fratello minore, la zia, i cuginetti. Ferita dai proiettili all'addome, con una spalla dilaniata e tramortita dalle botte, Bibi si salva per caso, restando a lungo immersa nella pozza del sangue di sua madre, "quieta e serena". Senza averlo scelto, invece di morire precipita nell'inferno che è improvvisamente diventata la vita. Il vuoto assoluto, la violenza di persone impazzite, l'umiliazione di essere schiacciata come inyenzi, un insetto. L'infanzia congelata, finita per sempre.

Per Bibi comincia una diaspora infinita, una corsa rocambolesca attraverso ospedali e tendopoli, orfanotrofi e centri di accoglienza, deserti, paludi e periferie spettrali, marce forzate e fame, militari violenti e fratelli di strada, stupri di massa e microbi contagiosi, rane velenose e piccoli miracoli quotidiani. A Goma, nello Zaire, trova un fratellone buono che la presenta a sua madre Astrelle, addolorata per la perdita di una figlia. Il tempo di sperimentare per un attimo la sensazione di sentirsi di nuovo parte di una famiglia, di tornare una bimba di cinque anni, poi il ritorno forzato a Kigali vittima di un altro inganno.

Dall'inferno si ritorna, ha scritto Fabio Geda, è uno di quei libri che dopo averlo letto "ti viene voglia di scendere per strada, partire e cominciare a cambiare il mondo". È vero, merito di Christiana Ruggeri che non si è limitata a un appassionato e rigoroso reportage ma con fine sensibilità ha aperto un varco nel cuore di una bimba (una ragazza, una donna) curiosa, intelligente e straordinariamente vitale. Un varco attraverso il quale sono rifluiti il dolore e il terrore, il rimpianto e l'amore, gli incubi e il senso di colpa comune a ogni sopravvissuto. Parole di devastante ingenuità. E insieme i ricordi del tempo felice trascorso in compagnia del nonno in una terra ricca di animali e foreste col suo trionfo di comunicazione sensoriale.

"Con che criterio Dio e gli angeli hanno salvato me?" È la prima della raffica di domande poste agli adulti da una bambina di cinque anni, credente in quella maniera bella e spontanea, prerogativa dell'infanzia. Appena conoscevo qualcuno dovevo dirgli addio. Perché? Come può Dio volere che muoiano degli innocenti? La domanda delle domande risuona muta dall'inferno. Nessuno è in grado di risponderle perché imperscrutabili sono i percorsi del male, specie se in cammino è un esercito di bambini soli, costretti per salvarsi a fare appello ai più reconditi meccanismi di difesa: la scissione, la rimozione, la negazione.

Però lungo quello stesso sentiero Bibi incontra un numero inaspettato di angeli in carne e ossa, fratelli madri madrine e soprattutto le donne ruandesi che in silenziosa alleanza hanno trovato la forza e il coraggio per allevare come figli quasi mezzo milione di bimbi, vittime delle violenze e orfani della carneficina. I semi della speranza attecchiscono, anch'essi imperscrutabilmente, nel cuore di Bibi. Dio è tornato, forse, e comunque c'è una ragione per immaginare il futuro: guarire i dolori degli altri per dare un senso alla vita.

Christiana Ruggeri
Dall'inferno si ritorna
Giunti
236 pp., 14,90 euro

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Michele Lauro