Il ristorante di Alice: Parigi, la capitale dei peccati di gola
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Il ristorante di Alice: Parigi, la capitale dei peccati di gola

Non un ricettario, ma il memoir di una donna straordinaria: Alice B. Toklas

I biscotti di Baudelaire. È un libro di cucina, ma anche una raccolta di memorie e di vita vissuta mentre Parigi era la capitale del mondo. Assieme all’autrice, Alice B. Toklas, vanno di scena scrittori, pittori, gran dame, intellettuali e generali di corpo d’armata. Una società non ha mai trascurato, tra i piaceri, i peccati di gola.

'Un giorno che Picasso doveva venire a colazione da noi preparai un pesce in un modo diverso dal solito, pensando che l’avrebbe trovato molto divertente'. Lo scrive Alice B. Toklas, ebrea americana, compagna della scrittrice Gertrude Stein e animatrice di un salotto parigino che ha accolto scrittori come Ernest Hemingway, Thornton Wilder e Paul Bowles ma anche pittori d'avanguardia come Picasso, Picabia, Matisse e Braque.

La sua è una di quelle biografie che si accendono come meteore su un’intera epoca. Trapiantata a Parigi, sua seconda patria, per quasi quarant’anni ha interpretato, assimilato, assecondato i gusti di una stagione gloriosa. Gusti nel senso anche letterale: ce li ha restituiti come libro di cucina. The Alice B. Toklas Cookbook sbarca oggi nell’edizione italiana col titolo I biscotti di Baudelaire(Bollati Boringhieri, trad. Marisa Caramella).

Ben oltre il ricettario (pur essendo anche un classico libro di ricette), in questo memoir c’è il piacere di raccontare persone, storie, aneddoti e anche arditi parallelismi. Esiste una via nazionale alla preparazione della salsa? La descrizione magistrale delle cinque fondamentali salse francesi testimonia che sì, c’è un temperamento patriottico ai fornelli. Nel libro ci sono menu e sontuose colazioni. Ma anche il turnover dei domestici, le peripezie in macchina (la Stein guidava 'ma non sapeva fare la marcia indietro'), gli anni di sfollamento e del cibo razionato, le vacanze nel Midi, le conferenze in America.

Di questa donna straordinaria, morta quasi novantenne e oggi seppellita al Père-Lachaise di Parigi, non resta che offrire ai lettori la ricetta di ciò che ha dato nome al libro e che l’autrice aveva ricevuto dallo psichedelico Brion Gysin: un impasto speziato per dolci all’hashish.

Lei, Alice, ha corredato il tutto con sagge osservazioni su reperimento della merce, modalità di consumazione e risultati auspicabili. Alla fine, come un arabesco che svolazza, ha anche appuntato di sua mano: 'Ottimi per le giornate di pioggia'.

I biscotti di Baudelaire

«È il cibo del paradiso... dei paradisi artificiali di Baudelaire. Un dolce che potrebbe animare una riunione del Bridge Club. In Marocco dicono che serva a tener lontani i raffreddori durante gli inverni umidi, ed è più efficace se lo si accompagna con gran di tazze di tè caldo alla menta. Bisogna rilassarsi e aspettare allegramente di piombare in uno stato di dolce euforia e scrosci di risate, sogni estatici ed estensione della personalità a diversi livelli simultanei. Se vi lascerete andare, potrete provare quasi tutto quello che provò Santa Teresa. Prendere 1 cucchiaino di grani di pepe nero, 1 noce moscata intera, 4 stecche di cannella, 1 cucchiaino di coriandolo. Polverizzate tutte le spezie in un mortaio. Prendete una manciata di datteri senza nocciolo, una di fichi secchi, una di mandorle e arachidi sgusciate: tritate la frutta e mescolatela insieme. Polverizzate un mazzetto di cannabis sativa. Spargetela, insieme alle spezie, sulla frutta impastata insieme. Mescolate una tazza di zucchero a un grosso panetto di burro. Aggiungetelo alla frutta. Preparate un rotolo e tagliatelo a pezzi, oppure formate palline grosse come una noce.

Bisogna far attenzione a non mangiarne troppo. Due pezzetti a testa basteranno. Può darsi che il reperimento della cannabis presenti qualche difficoltà, ma la varietà conosciuta col nome di cannabis sativa cresce comunemente in Europa, Asia e alcune parti dell’Africa, anche se spesso non la si riconosce; viene anche coltivata e serve per fabbricare corde. In America la sua parente stretta, la cannabis indica, si trova perfino coltivata in vaso sui davanzali delle finestre, anche se la coltivazione viene scoraggiata in tutti i modi. Bisogna raccoglierla e seccarla appena ha fatto i semi e quando la pianta è ancora verde'.

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Gabriella Piroli