Biennale, Padiglione Italia: rappresentazioni dalla terra dei contrari
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Biennale, Padiglione Italia: rappresentazioni dalla terra dei contrari

Il titolo è "Vice versa", perché gli opposti spiegano la nostra arte

L’Italia? È il paese dei contrasti e delle contraddizioni. Almeno secondo Bartolomeo Pietromacchi, curatore del Padiglione Italia alla 55esima Biennale di Venezia, che inaugura giovedì 30 maggio. L’identità nazionale infatti andrebbe declinata attraverso una «Serie di concetti polarmente coniugati». La citazione è dal filosofo Giorgio Agamben che nel suo Categorie italiane. Studi di poetica (1996), rintracciava nella dialettica dei contrari l’unica via per capire la cultura italiana. Così va inteso il titolo del padiglione veneziano: Vice versa.

In altre parole, tutti quei binomi come tragedia/commedia, ordine/disordine, velocità/leggerezza e le altre combinazioni doppie, speculari e antitetiche sono la chiave di volta per capire chi siamo. 14 artisti sono stati chiamati a rendere visibile questa teoria, per mostrare un concetto, dialogando a coppie in sette stanze diverse. Tra passato e presente, come fosse una sorta di atlante della storia dell’arte, tra attitudini, idee, corrispondenze e differenze legati, a loro volta, alla storia nazionale.

Sembra, quella di Pietromacchi, la sua personale interpretazione del tema portante della Biennale, Il palazzo enciclopedico: fornire una tavola sinottica della natura degli italiani.

Si comincia dal tema del paesaggio, in cui Luigi Ghirri espone le foto del suo Viaggio in Italia del 1983, accompagnato da un sottofondo olfattivo inquietante: Luigi Vitone ha chiesto a Maria Candida Gentile di immaginare il profumo dell’eternit. Tra memoria e visione, con un killer invisibile, come la polvere del materiale cancerogeno.

Fabio Mauri parla di storia con Ideologia e natura: una performance in cui una donna si veste e sveste in continuazione, indossando la divisa fascista, in un dialogo terribile con Francesco Arena che propone la sua opera in memoria delle fosse comuni. Piero Golia e Sislej Xhafa sono in bilico tra vita vissuta e immaginata, tra opere destinate a scomparire e citazioni fiabesche, che in qualche modo si ritrovano anche nella coppia Marcello Maloberti e Flavio Favelli nel loro sconfinamento tra autobiografia e immaginario collettivo. Non poteva certo mancare Giulio Paolini che ha fatto della dialettica la sua forma espressiva, qui in un dialogo con Marco Tirelli sul tema dell’arte come illusione; suono e silenzio sono i contrasti di cui si occupano Massimo Bartolini e Francesca Grilli, fino ad arrivare all’ultima stanza: ospita la tensione speculativa tra frammento e sistema. Che nelle opere di Gianfranco Baruchello e Elisabetta Benassi si traduce nello scontro, tutto umano, tra la necessità di catalogare e il suo inevitabile fallimento. Come dire che l’enciclopedia è solo un sogno e la ricerca di completezza, un incubo.

 

Inaugurazione Padiglione Italia: giovedì 30 maggio 2013, ore 11.30
Apertura al pubblico: dal 1 giugno al 24 novembre 2013
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Micol De Pas