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(Marco Cremascoli)
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LA MILANO SPENTA DAL COPRIFUOCO

Le foto della prima notte di deserto nel capoluogo lombardo dai giorni del lockdown

Qualche tram, i rider che sfrecciano in bici tra file di taxi fermi. E poi le ambulanze. La prima notte di coprifuoco ha trasformato Milano in una metropoli fantasma già una mezzora dopo le 23, giusto il tempo di far rincasare chi aveva staccato dal lavoro. I vigili hanno pattugliato a piedi le vie del centro, dalla Galleria Vittorio Emanuele ai Navigli, mentre non si sono visti posti di blocco lungo le circonvallazioni né in corso Buenos Aires. Del resto, complice anche una pioggia insistente, le strade si sono subito svuotate. Tutti i locali chiusi già allo scadere dell'ora X. Facendo ripiombare la città in quel silenzio che già avevamo tutti sentito durante le settimane del lockdown. Solo qualche rumore dalle finestre, senza però quella voglia di cantare o appendere striscioni della scorsa primavera. Non solo per il clima ma perché ormai nessuno è più così convinto che "andrà tutto bene". Di certo, non i gestori di ristoranti e pizzerie costretti a chiudere la cucina molto prima delle 23 e bar e pub a rinunciare alla fascia oraria più importante per la somministrazione di cibo e bevande.

Coprifuoco Milano

(Marco Cremascoli)

Già all'ora dell'aperitivo le zone solitamente più movimentate di Milano apparivano con molti locali vuoti o quasi, gli altri con i clienti tutti seduti al tavolo. Nell'area dei Navigli molti ristoranti hanno deciso di anticipare il servizio alle 19 per sfruttare al meglio la finestra oraria ristretta. Niente bicchieri e bottiglie da portare via, così come accadde a maggio, quando il sindaco Giuseppe Sala vietò l'asporto di fronte agli episodi di assembramenti. Anche una storica birreria sulla Ripa, che da sempre serviva solo al bancone, ha dovuto attrezzarsi con due tavoli e quattro sedie nell'isola pedonale. In piedi, fuori dai locali, si vedevano praticamente solo i rider in attesa dell'ordine da consegnare in bici e i venditori ambulanti di rose. Verso le 21 le vie della città hanno iniziato a farsi più silenziose, poi il blocco. A spezzare un'atmosfera surreale da fine del mondo, un unico – piccolo – capannello che si è creato davanti a Palazzo Lombardia dove giovedì sera è andata in scena una nuova protesta contro l'ordinanza. Assieme ad alcuni tassisti, hanno manifestato una decina di ristoratori, fra cui un gruppo di Codogno, il centro del Lodigiano che in primavera è stato inserito nella prima zona rossa. "Codogno non ci sta più", lo striscione con cui si sono presentati sotto la sede della Regione.

Alla fine del primo coprifuoco, sono state 50 le persone controllate dalla polizia durante i controlli notturni nel capoluogo lombardo. Tra le persone fermate c'è un 28enne che è stato prima multato per aver preso un taxi fuori orario (peraltro senza pagarlo) e poi denunciato perché ha violato gli obblighi della sorveglianza speciale.

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Camilla Conti