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Come ti divento bella! Tra essere ed apparire – La recensione

La vitalità di Amy Schumer protagonista di una briosa “fantasy comedy” votata alla leggerezza e alle piccole trasgressioni sul tema dell’identità

Basta un capitombolo per far girare il vento? Sembrerebbe di sì, almeno a pedinare la grassottella Renée (Amy Schumer), protagonista di Come ti divento bella! firmato a quattro mani da Abby Khon e Marc Silverstein (in sala dal 22 agosto, durata 111’). Già, perché la sua vita cambia con uno scivolone e una testata. Come per magìa.

In capo ad una fantasy comedy garbata e zuccherina, dove pure non mancano piccole trasgressioni verbali e visive a beneficio di un manufatto sufficientemente ameno e brioso, votato alla leggerezza e ad una piccola riflessione sull’autostima, sulle “regole dell’apparenza” e le oscillazioni dell’identità.

Quell’invalicabile confine della valutazione estetica

Renée, dunque. Si crede brutta, poco accettata dagli altri, schiva, disfattista e incline a nascondersi più che a manifestarsi. Perciò sfigata e maldestra, come tutti i fragili e gli irresoluti.

Ha un bel visino vispo ma la ciccia la deprime, costituendo anche per gli altri – uomini e non solo – un invalicabile confine di valutazione estetica.

Un bel giorno, però, cade, batte la testa, si risveglia, si guarda allo specchio, si vede bellissima. E naturalmente fasciata da una invidiabile silhouette.

Nasce un’altra persona: attraente, sexy e spiritosa

Cambiata? Neanche per idea. È sempre lei, fisicamente uguale a se stessa. Ma non più nella testa che ha battuto. E che per incanto le racconta di un’altra persona e finisce per trasformarla davvero in una donna attraente, sexy, spiritosa, sicura di sé e naturalmente di successo, come dimostra la scalata manageriale nel mondo beauty e cosmetico dove prima si muoveva da impiegatuccia  reietta e adesso, per il solo fatto di sentirsi un’altra, le apre le porte dell’affermazione.

Insomma un miracolo nel gioco dello specchio che a Renée fa credere una cosa cambiandole la vita – conquistando pure chi le sta attorno – e al mondo intero ne fa vedere un’altra, cioè che nulla è cambiato se non il suo comportamento. Con esiti non proprio imprevedibili ma spassosi, elastici e vaporosi, sviluppati con gaiezza e umorismo attorno all’equivoco e a quella sorta di convinto travisamento psicosomatico.

Tutto concentrato in un’attrice a tratti travolgente

Molto della godibilità del film – quasi tutto, anzi – lo si deve all’energia vitale e comica di Emy Schumer, già star del canale Comedy Central con la serie che porta il suo nome e di gran successo al cinema, tre anni fa, con Un disastro di ragazza. Il motore della storia è lei, a momenti travolgente e spesso sollazzevole: a ridisegnare il rapporto con un concetto di bellezza stampato sulle pagine di riviste patinate e più che mai irreale e fittizio; e riattivare in maniera molto semplice e gustosa il rapporto dialettico tra l’essere e l’apparire.

Da “big” a Bridget Jones con supermodelle e musica

L’accompagnano con ironia in questa favola brillante - che fa subito venire in mente Big di Penny Marshall (quel film con Tom Hanks compie giusto trent’anni) e qualche traccia di Bridget Jones, ma c’è dell’altro tra le citazioni possibili – alcune icone della bellezza come Michelle Williams e le supermodelle Emily Ratajkowski e Naomi Campbell; nonché le note di una colonna sonora robusta e squillante tra rhythm and blues contemporaneo, pop, indie rock, bubble-gum pop, dance, dove spicca la bellissima Downtown di Majical Cloudz. Allegria.

Lucky Red distribuzione, ufficio stampa Lucky Red Alessandra tieri, Georgette Ranucci, Olga Brucciani
"Come ti divento bella!" di Abby Khon e Marc Silverstein - Amy Schumer

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Claudio Trionfera

Giornalista, critico cinematografico, operatore culturale, autore di libri e saggi sul cinema, è stato responsabile di comunicazione per Medusa Film e per la Mostra del cinema di Venezia

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