Milan e Napoli, lo scudetto non aspetta
Doveva essere il campionato senza padrone e, invece, la classifica si sta sgranando in fretta. E c'è chi ha deluso (dopo aver illuso) e rischia di finire sotto processo
Il derby choc che ha lanciato l'Inter e ridimensionato il Milan. Gli stenti del Napoli di Garcia, nella terra di mezzo tra quello che è stato e che ciò che dovrà essere. Le romane che si accendono a intermittenza e in due hanno vinto fin qui un paio di partite e non oltre. L'Atalanta che è già caduta due volte, la Fiorentina sempre sul punto di fare il salto di qualità ma sempre ferma ai margini del campionato delle big. E' una Serie A in cui la classifica si sta rapidamente sgranando ed è una sorpresa perché tutti pronosticavano grande equilibrio, soprattutto in partenza.
C'è l'Inter che sembra inarrestabile, poi la Juventus senza le coppe europee che dà qualche segnale di risveglio. E poi? A leggere i nomi uno in fila all'altro la sensazione è che non ci sia tempo da perdere per nessuno. E' vero che in palio ci sono altri 102 punti e, dunque, non esiste alcun verdetto definitivo. Però anche un anno fa, poco dopo la fine di settembre, lo scatto del Napoli fu derubricato a semplice fiammata temporanea e invece era il preannuncio di una fuga. Dunque, attenzione a sottovalutare i segnali di questa fine d'estate.
Il principale è che i campioni d'Italia sono in difficoltà. La transizione dal passato (Spalletti) al futuro (Garcia) si sta rivelando più complessa del previsto. Il francese ha messo mano a un meccanismo che era perfetto, abbassato la difesa, cambiato posizione a Lobotka, modificato gli inneschi di Kvaratschelia e non ha ottenuto nulla di buono. Il campanello d'allarme suona forte, il popolo partenopeo è diviso su chi processo il tecnico e chi se la prende con De Laurentiis, padre della scelta: nell'uno e nell'altro scenario c'è comunque da preoccuparsi, così come preoccupano i riferimenti di Garcia alle motivazioni che sarebbero venute meno a Marassi pensando al debutto in Champions League.
L'altro segnale è il modo in cui il Milan ha perso il derby. Non è solo una questione di punteggio e di punti, ma di approccio complessivo e di lettura di quanto accaduto. Non è il caso di aprire processi, semmai serve chiedere a Pioli di ritrovare il pragmatismo che ha reso grande lui e i rossoneri nella stagione dello scudetto. Senza nascondere che il mercato di Cardinale è stato il più ricco e completo dell'intera Serie A, quasi l'unico con saldo passivo tra entrate e uscite, la rosa è più profonda e forte e la stagione scorsa è stata salvata in extremis dalla penalizzazione della Juventus. Autocritica utile per trovare il bandolo della matassa e ripartire in fretta.
Il resto sono riflessioni in ordine sparso. Allegri sta ricucendo il filo con il popolo juventino; la squadra gioca a tratti meglio e rispetta una delle regole fondamentali del calcio e cioè che, se i tuoi attaccanti segnano (Vlahovic 4 e Chiesa 3) molti problemi si risolvono in fretta. Le romane faticano. Il rodaggio di Sarri è troppo lungo mentre Mourinho ha l'alibi di aver giocato prima della sosta con una specie di Roma B. La sua stagione è iniziata nella notte della goleada all'Empoli. Il distacco accumulato è importante, però, e non consente altre frenate.
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