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Ansa
Calcio

Retegui, l'ultima scommessa vinta da Mancini

L'attaccante pescato dal ct in Argentina è ora al centro di mille interessi di mercato. Col rischio di uscire presto dai radar delle squadre della Serie A

Sono bastate due serate con l'Italia per far esplodere la Reteguimania. Tutti dietro il centravanti che Roberto Mancini ha vestito d'azzurro ricavandone prima una marea di polemiche, per aver convocato un ragazzo mai stato da noi e con il solo requisito di avere un lontano parente proveniente da Canicattì, e poi due reti su due palloni giocabili toccati. Mateo Retegui è tornato in Argentina al suo Tigre con lo status di calciatore pronto per i campionati europei e si può scommettere senza timore di perdere denaro che tra qualche mese sbarcherà veramente da questa parte dell'Oceano Atlantico.

Dove? Questo diventa più difficile da capire perché la chiamata con la nazionale italiana rischia di tagliare fuori dal possibile giro le squadre della Serie A che pure da qualche mese di erano segnate il suo nome sui taccuini. E' il caso dell'Inter, storicamente molto attenta al mercato argentino, ma non solo. A seguire la schizofrenia del calciomercato contemporaneo, il sinistro alle spalle di Pickford e il colpo di testa che ha abbattuto Malta sono valsi un balzo in alto del suo cartellino a valori non distanti dai 20 milioni di euro. E non è detto sia finita qui, perché il ragazzo piace a quelli che contano che sono i soliti inglesi e la presenza di un club di Premier League tra i pretendenti ha sempre l'effetto di drogare l'asta.

E' naturale che lui abbia lasciato in Europa il padre a parlare con chi vuole informazioni: in Italia, Germania e Inghilterra. L'asta è quello che conviene a lui e anche al Tigre che presto lo riscatterà dal Boca Jrs per un pugno di dollari e che godrà dei frutti dell'investimento.

Quanto sta accadendo apre a due riflessioni: la prima è che Mancini non ha perso il tocco magico del talent scout d'eccezione. E' vero che stiamo parlando di un ragazzo di 23 anni capocannoniere l'anno scorso nella Liga Profesional argentina, ma convocare Retegui e scommettere su di lui a occhi chiusi dopo due allenamenti è stato comunque un atto di coraggio. Non è la prima volta nella carriera del Mancio, non solo da commissario tecnico, e c'è da giurare che non sarà l'ultima.

L'altra annotazione è che l'andamento delle quotazioni di mercato rasenta la follia. E' vero che l'esposizione nelle qualificazioni nel Vecchio Continente fa da moltiplicatore, però è poco giustificabile che il valore di un calciatore fin qui fuori dai radar possa decuplicarsi e alimentare i solti appetiti, anche di procuratori, nello spazio di una settimana. La lezione è che le squadre di Serie A devono imparare ad agire prima, perché anche attendere qualche mese a volte rischia di non rendere più possibile l'inserimento di un talento in fase di esplosione. Bisogna prendere esempio da Mancini e dalla sua sensibilità senza il quale, forse, tra un paio di anni Retegui sarebbe stato uno dei tanti nella nazionale argentina e non il prospetto risolutorio di uno dei problemi dell'Italia di questi tempi.

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Giovanni Capuano