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Calcio

Il naufragio del Var

Un gol regolare annullato alla Juventus, errori contro Lecce e Bologna, proteste diffuse: la domenica nera degli arbitri scuote la Serie A

C'è solo una cosa peggiore dell'errore che ha (quasi certamente) tolto un gol regolare alla Juventus nel finale convulso della sfida con la Salernitana: provare a far passare il concetto che tutto si sia svolto normalmente e che l'immagine incriminata - un'inquadratura larga della telecamera tattica della Lega - sia stata vista e valutata in sala Var. Non esisterà mai controprova, ma la posizione di Candreva è oltre ogni ragionevolezza più vicina alla linea di fondo di quella di Bonucci a centro area e del difensore della Salernitana su cui gli assistenti di Lissone hanno tirato la riga convincendo Marcenaro ad annullare la rete del 3-2 al 95' di una partita convulsa.

Il pasticcio di Torino chiude una domenica in cui la questione arbitrale è tornata prepotentemente d'attualità. Il sospetto è che si sia trattato di un bug del sistema, un'immagine sfuggita alla valutazione di Var e Avar che nel calcio iper tecnologico del 2022 diventa inaccettabile se non spiegando origine e svolgimento dell'errore e codificandone l'uscita. Nel caso di specie: l'obbligo di analizzare la visuale il più possibile larga per evitare 'punti ciechi' dove possano trovarsi calciatori decisivi con la propria posizione per determinare l'esistenza o meno di un fuorigioco.

L'errore costa alla Juventus due punti. Provare a camuffarlo indebolirebbe tutto il sistema minando alle fondamenta la credibilità del Var. Un delitto considerando l'utilità enorme di uno strumento che ha migliorato il gioco del calcio, cancellato la stragrande maggioranza degli errori gravi e che merita di essere guardato con fiducia da tifosi e addetti ai lavori.

Non è stato l'unico scossone di una domenica ad alta tensione. Anche a Lecce e Bologna le cose non sono filate lisce con decisioni di Pairetto e Orsato come minimo discutili, al pari del lavoro dei rispettivi assistenti davanti allo schermo Di Martino e Maggioni. La sensazione è che si sia sbagliato tanto. Troppo. Come non concedere i due rigori per tocco di mano al Lecce, se non in campo almeno al Var? Come accontentarsi della valutazione sull'istante nel contatto che porta al gol vittoria del Bologna quando in tv l'immagine mostra un chiaro ed evidente fallo sul difensore?

La risposta: non è possibile. Ma la soluzione non è togliere il Var o depotenziarlo, bensì avere il coraggio di usarlo dove serve per ristabilire la verità del campo. E' quello che il designatore Rocchi ha chiesto ai suoi arbitri prima dell'inizio della stagione: prendersi la responsabilità di restituire una decisione giusta. Il resto sono favole e interpretazioni ottusamente burocratiche. Non significa introdurre la moviola in campo o moltiplicare i calci di rigore, ma evitare che si vivano giornate come quella che ha visto il Var naufragare in troppi stadi. Mortificante e un'occasione persa.

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Giovanni Capuano