Juventus, fine della corsa scudetto. Gasperini umilia Thiago Motta
Bianconeri travolti dall'Atalanta e contestati dai propri tifosi, via dallo Stadium con largo anticipo. E adesso a rischio c'è la qualificazione alla Champions League - JUVE, I VERI CONTI DEL MERCATO DI GIUNTOLI
La corsa scudetto della Juventus è durata solo sei giorni e non è stata nemmeno un granché. A chiuderla definitivamente, oltre ogni ragionevole dubbio, è stata l'Atalanta dominante, passata come un rullo compressore allo Stadium che era stato indigesto all'Inter e neutro per il Napoli. Non c'è stata partita nello 0-4 dei bergamaschi e i fischi del popolo juventino, spazientitosi progressivamente contando le occasioni da rete costruite dai Gasp boys contro un avversario confuso e privo di spirito, sono stati la fisiologica colonna sonora della serata.
Inutile discutere sulla genesi del rigore che ha spezzato l'equilibrio sul finire di primo tempo. Il braccio di McKennie larghissimo, forse causato anche dal contatto con Hien, è della stessa famiglia di quello di Luperto facilitato da Gatti a inizio campionato: tradotto, guai a sollevare la questione arbitrale per fare la diagnosi di un verdetto impietoso per quantità e qualità.
L'Atalanta ha vinto perché ha messo in campo organizzazione e ferocia sconosciute alla squadra di Thiago Motta. Il quale, da parte sua, qualche perplessità l'ha sollevata. Visto l'Yildiz del primo tempo, poi tolto per disperazione, aveva senso schierarlo nonostante i problemi fisici? Un po' come Koopmeiners febbricitante contro il Psv. O l'insistenza su Nico Gonzalez, non pervenuto e confinato a sinistra chissà per quale ragionamento avendo costruito la sua carriera in Serie A dall'altra parte. Oppure Kolo Muani che è alla sesta senza trovare la porta ma viene preferito sempre e comunque a Vlahovic.
Il progetto scudetto della Juventus era effimero prima, basato solo sul rallentamento di febbraio di Napoli e Inter. Uno specchio deformante che condiziona giudizi e narrazione. Rispetto a un anno Thiago Motta viaggia più piano (6 punti in meno) ma è molto più vicino alla vetta (-9) rispetto al -17 di Allegri a fine inverno 2024. Sufficiente per essere contenti? La risposta dei tifosi è stata negativa ed è inutile negare che soprattutto il modo in cui è maturata la sconfitta assomiglia a un netto passo indietro rispetto ai timidi segnali di miglioramento delle ultime settimane.
La notte dello Stadium cambia ora la prospettiva del finale di stagione bianconero. Una vittoria della Lazio nel posticipo contro l'Udinese restituirebbe ai biancocelesti il momentaneo quarto posto in un mischione con quattro squadre in 6 punti e un calendario inquietante perché prevede da qui alla fine trasferte sul campo di Fiorentina, Roma, Bologna e Lazio. Da lì passerà la qualificazione alla prossima Champions League di Thiago Motta, l'unico parametro su cui sarà giudicato lui e chi ha costruito una rosa che sta rendendo troppo poco per assolversi.