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Champions League, tutti i premi della coppa più ricca del mondo

Bonus girone, market pool, ranking storico e premi per il passaggio dei turni: ecco quanto possono incassare i club ammessi alla competizione che la Uefa difende e che vuole rendere ancora più appetibile finanziariamente

Torna la Champions League e riparte la caccia al jackpot multimilionario della competizione più ricca del calcio mondiale. Un bottino da 2 miliardi di euro che le 32 squadre iscritte all'edizione 2022-2023 si sono spartite a cominciare dalla scorsa estate e che ora entra nella fase più interessante con le sfide a eliminazione diretta che porteranno alla finale di giugno. Tanto per rendersi conto della posta in palio, Milan, Napoli e Inter che si misurano sul palcoscenico degli ottavi contro Tottenham, Eintracht Francoforte e Porto si giocano in 180 minuti una fiche da una ventina di milioni di euro tra bonus qualificazione ai quarti (10,6), incasso di un'eventuale super sfida a marzo e aprile (non meno di 5-6 milioni di euro), incentivi dei proprio sponsor e quota market pool televisivo. Una specie di partita a poker su cui si concentrano non solo allenatori e giocatori ma anche i contabili delle società, a caccia perenne di linee di ricavo per tenere in equilibrio i bilanci.

La Champions League è una coppa ricchissima anche oggi ed è destinata a diventarlo ancor di più dal 2024, quando scatterà la nuova formula con aumento delle partite garantite e del fatturato da distribuire ai partecipanti. Al netto della vicenda della Superlega e di cosa sarà dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia UE in primavera sul monopolio della Uefa e sulla possibilità, per chi volesse, di staccarsi e organizzare in proprio un campionato alternativo.

In questa edizione Nyon ha stanziato 2,022 miliardi di euro come montepremi per la Champions League. La stragrande maggioranza del denaro (70%) per coprire in maniera orizzontale tutte le partecipanti tra bonus presenza, market pool (con differenze da paese a paese) e ranking storico degli ultimi dieci anni che garantisce un trattamento di favore ai club che hanno frequentato con maggiore assiduità e risultati le coppe europee.

Chi ha avuto accesso alla fase ai gironi ha guadagnato 15,64 milioni di euro per il solo fatto di essersi meritato la qualificazione. A questi si sono aggiunti i premi per i risultati delle singole sfide: 2,8 milioni per ogni vittoria e 0,93 per il pareggio. Passare agli ottavi di finale ha regalato un extra da 9,6 e da qui in poi si cresce rapidamente: i quarti ne valgono 10,6 che diventano 12,5 per le semifinali e 15,5 per l'accesso alla finalissima. Vincerla porta ulteriori 4,5 milioni di euro e la qualificazione alla Supercoppa Europea che a sua volta mette a disposizione un discreto jackpot.

La squadra che dovesse alzare al cielo la Champions League facendo percorso netto di vittorie riceverebbe un assegno da 85,14 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i soldi del ranking storico Uefa (600 milioni in tutto) con un sistema a scalare che ne riconosce 36,38 alla più 'anziana' e titolata e poi giù a scendere con scalini da 1,137 fino alla trentaduesima. Il market pool dipende invece dal mercato televisivo di riferimento della squadra, dal numero di club provenienti dalla stessa nazione e dalla quantità di partite giocate fino all'eliminazione. In partenza premia anche la classifica nel torneo nazionale di provenienza riservando un trattamento migliore alla prima e poi a scalare fino all'ultima qualificata.

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Giovanni Capuano