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Bohemian Rhapsody dei Queen, quanto guadagna Google dal video dei record

Una stima di quanto rende la clip del brano che ha superato il miliardo di visualizzazioni su YouTube

Se non avete scelto un eremo per le vacanze o una pesante dieta detox dalla tecnologia, saprete che una delle notizie che tiene banco su internet è il miliardo di visualizzazioni su YouTube superato dal singolo dei Queen Bohemian Rhapsody. Il brano è del 1975, ma è stato pubblicato sul canale ufficiale della band nel 2008 e oggi è disponibile in una versione rimasterizzata. Anche grazie al traino del film omonimo dedicato a Freddy Mercury, ha toccato questa cifra folle di spettatori, che è solo la metà rispetto ai due miliardi raggiunti già a inizio anno sulle varie piattaforme di streaming. Al primo record, se ne accompagna un secondo: è il primissimo video registrato prima del 1990, a superare il miliardo. Ma la domanda è lecita: quanto ci guadagna YouTube da questo traffico immane di occhi e orecchie sintonizzate su questo pilastro della musica?

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La risposta evidente, sommaria, è un sacco di soldi. Quella più precisa la danno strumenti come YouTube Money Calculator, che stimano la redditività dei video sulla piattaforma, i cui incassi vengono divisi nel seguente modo: circa il 55 per cento a chi li carica, 45 per cento al contenitore di Google. Se quindi il canale ufficiale dei Queen per Bohemian Rhapsody ha intascato finora 2 milioni di dollari, a YouTube ne sono andati come minimo 1,6 milioni. Per non aver fatto nulla se non ospitare sui suoi server il filmato. Niente male. Il calcolo si può spingere oltre: tutto il canale dei Queen, con i 5 miliardi di visualizzazioni complessive, ha reso ai detentori dei diritti dei brani dei Queen qualcosa come 11 milioni di dollari. Vuol dire, mantenendo la stessa proporzione, 9 milioni in tutto per YouTube. La tabella sotto mostra i dettagli dei guadagni per il canale.

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Però, c’è un ma. Il calcolo potrebbe essere ampiamente per difetto. Lo strumento fa una stima e tiene in considerazione le pubblicità che vengono interrotte, saltate, non guardate per intero. Per i video particolarmente profittevoli, quello che hanno un engagement alto, in cui si suppone che l’utente sia talmente intenzionato a vederlo che si sorbirà tutto il pre-roll, lo spot che precede il filmato, l’incasso è maggiore. L’inserzionista paga di più perché sa che può recapitare per intero il messaggio al pubblico. Per il primo miliardo di visualizzazioni di Gangnam Style di Psy, l’indimenticabile folle balletto coreano che oggi è oltre i 3 miliardi di riproduzioni, varie fonti calcolarono introiti complessivi per 7,8 milioni di dollari. Mantenendo le solite percentuali, anche ragionando per difetto, parliamo di come minimo 3 milioni abbondanti di dollari per YouTube. I nostri clic valgono oro e YouTube lo sa benissimo, non a caso sbandiera questi record con la massima enfasi. Per spingerci, anche, a continuare a guardare.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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