Meno due settimane al fischio d’inizio, che sarà allo Stirpe di Frosinone dove si incroceranno i sogni di una neopromossa e del Napoli ancora ubriaco per la festa scudetto di cento giorni fa. Pronti, partenza e… quasi via a un campionato che è senza padrone, più per difetto che per eccesso nel senso che nessuna delle potenziali contendenti pare essere pronta a lanciarsi nella contesa, tutte o quasi hanno ancora molto da fare sul mercato (che chiuderà solo a fine agosto) e anche i campioni in carica hanno perso alcune delle loro certezze.
Visto da qui, non ci sarà da annoiarsi. La qualità andrà verificata passo per passo insieme ad equilibri ancora tutti da scrivere. A occhio il Napoli di De Laurentiis è ancora davanti a tutti, se non fosse perché della squadra titolare dell’annata da sogno ha dovuto salutare il solo difensore coreano Kim, peraltro non ancora sostituito. Però la festa scudetto si è portata via quasi tutto il progetto: Giuntoli l’architetto, volato a Torino dalla Juventus, e Spalletti il tecnico che ha chiuso con ADL ed è fermo ai box, vedremo fino a quando. Una rivoluzione silenziosa che mette tutto nelle mani di Garcia, nuovo allenatore: se saprà non stravolgere il lavoro di chi lo ha preceduto e se le sirene arabe o della Premier League non gli strapperanno il bomber Osimhen, allora il Napoli sarà favorito. Altrimenti tutto si confonde ulteriormente.
La verità è che il calcio italiano sempre più in rosso (-1,4 miliardi di euro il dato aggregato al 30 giugno 2022) e sempre più indebitato (sfondata la soglia dei 5 miliardi) sta vivendo un’estate di imperfezione. L’Inter, ad esempio, è partita a razzo prendendosi il pezzo più richiesto, il centrocampista Frattesi, studiando una strategia che è franata per il voltafaccia di Lukaku. Risultato: Inzaghi ha in mano una squadra potenzialmente fortissima ma se non riceve l’attaccante giusto, dopo la beffa bis di Scamacca, sono guai. Il Milan sta facendo un ribaltone totale dopo aver licenziato Maldini e Massara e chiuso con il passato: quasi una squadra di nuovi acquisti, tutti virtualmente forti e interessanti a patto che Pioli riesca a integrarli in fretta.
La Juventus è un cantiere aperto in cui convivono esigenze tecniche e di bilancio, queste ultime prioritarie rispetto alle prime e con in panchina Allegri che è il tecnico meno amato di sempre dai tifosi bianconeri. Una miscela esplosiva pronta a deflagrare o implodere. A due settimane dal via di nuovo c’è solo il giovane Weah e di meno Di Maria, Cuadrado e Paredes: troppo poco per ritenerla certamente superiore alla Juventus degli ultimi due anni. Potrebbe arrivare Lukaku, ma partirebbe Vlahovic: sicuri che sia un balzo avanti sufficiente a cancellare ogni dubbio?
Le romane sono il regno dell’incertezza. Mourinho aspetta un attaccante che prenda il posto dell’infortunato Abraham e ha una Roma sicuramente più profonda di un anno fa ma difficilmente da scudetto. Sarri ha trascorso l’estate discutendo sugli obiettivi di mercato e in più, rispetto al secondo posto luccicante da cui arriva, avrà la Champions League da onorare al meglio. Poi c’è l’Atalanta che ha messo a segno il colpo migliore vendendo (Hojlund al Manchester United per 85 milioni di euro bonus inclusi) e reinvestendo sul talento giovane. Scamacca soffiato all’Inter è stata una delle storie di queste settimane, ma basta per dire che Gasperini corre per il tricolore? A occhio no. Non più degli altri dentro una stagione che parte con appeso il cartello “Cercasi padrone”.
