La Ligue1 francese si fa il canale tv privato per trasmettere le partite del campionato e uscire dallo stallo in cui è precipitata da mesi. Abbandonata da DAZN, costretta a racimolare le briciole di un mercato dei diritti tv sempre meno ricco per le competizioni calcistiche locali, cannibalizzato dalla crescita dimensionale della Champions League – dove pure è servito l’aumento del numero delle partite per compensare la diminuzione del loro valore nominale – e dalla concorrenza con altri prodotti dell’intrattenimento. Un rischio condiviso con tutti gli altri campionati top del Vecchio Continente, Premier League esclusa.
Una scelta che assomiglia alla mossa disperata di un sistema in profonda crisi economica, con un club che domina dall’alto dello strapotere economico (il Psg ha cannibalizzato 11 degli ultimi 13 campionati) e un torneo con poco appeal a livello internazionale e che interessa il giusto anche ai francesi. A dirlo è la parabola di DAZN, uscita dal contratto quinquennale stipulato nel 2024 per aver raggiunto un terzo del milione e mezzo di abbonati considerati la soglia accettabile per il business plan.
Ligue1 francese, quanto costa e quanto ricaverà il canale privato per le partite
DAZN aveva garantito 400 milioni di euro a stagione fino al 2029 per trasmettere 8 partite su 9 ogni giornata, tutte esclusa quella del sabato pomeriggio ancora nella disponibilità di beIN Sports fino al 2026 per un corrispettivo di 78,5 milioni. Accordo saltato in fretta pur essendo già al ribasso rispetto ai 624 milioni di euro a stagione che la Ligue1 era riuscita a strappare a Prime Video e Canal+ per il triennio 2021-2024, l’apparente fine del tunnel in cui il calcio francese era precipitato dopo il buco preso da MediaPro nel 2020. Gli spagnoli avevano sbancato promettendo 1,150 miliardi di euro salvo poi ritirarsi quasi subito lasciando i club sul lastrico.
Ora le società, non riuscendo a piazzare sul mercato dei diritti tv il proprio prodotto, hanno deciso di muoversi autonomamente. Il business plan, però, è da economia di guerra del calcio professionistico. Pur tenendo bassi i prezzi, con l’abbonamento posizionato a 14,99 euro al mese – metà esatta di quello di DAZN nel 2024 -, il canale privato della Ligue1 stima di poter arrivare al massimo a 151 milioni di euro di ricavi nei prossimi dodici mesi, da depurare dai costi di produzione.
Il resto è una scommessa e cioè che si passi da 1,1 milioni di abbonati nel 2025/2026 a prezzi di saldo, a oltre due milioni nel 2028/2029 con un giro d’affari da 470 milioni di euro comunque nettamente inferiore al valore precedente del torneo dal punto di vista televisivo. La bolla è scoppiata, dunque, non senza conseguenze per le società. Basti pensare che da qui al 2026 la prospettiva è incassare al massimo 315 milioni di euro tra ricavi diretti (al lordo delle spese), contratto beIN Sports (78,5) e la penale che DAZN ha riconosciuto nel momento dell’uscita dall’accordo (85). Poi la Ligue1 dovrà camminare sulle sue gambe.
La Serie A e la prospettiva del canale della Lega
La vicenda francese suona come monito per tutti. In Italia da anni i presidenti dei club agitano il feticcio del canale della Lega Serie A per spuntare qualche euro in più dai broadcaster. Una soluzione spinta da alcuni e osteggiata dalla maggioranza, tanto è vero che alla fine è sempre rimasta nel cassetto seppure i dirigenti di via Rosellini abbiano negli ultimi tempi investito molto per mettere in piedi il centro di produzione di Lissone dove è stata centralizzata la regia delle partite e la produzione di tutti i contenuti collaterali, destinati anche al mercato internazionale.
L’ultimo accordo ha messo al sicuro il sistema fino al 2029 seppure con una leggera diminuzione del totale: 900 milioni di euro. La parabola della Ligue1, però, è un monito per tutti. Anche perché il mercato dei diritti tv sembra ormai saturo, una torta con sempre meno fette (e più sottili) a disposizione degli operatori del settore. Colpa della pirateria, ma non solo. Se è vero che il sommerso draga oltre 300 milioni di euro a stagione ai legittimi proprietari del prodotto, il rischio è che il nuovo scenario sia più sistemico e strutturale che legato alla contingenza di chi ruba danneggiando tutti. Cosa accadrebbe alla Serie A se si trovasse a fronteggiare la stessa sfida dei colleghi francesi?
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