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L’inutile faida del calcio italiano: meglio Pio Esposito o Camarda?

L’inutile faida del calcio italiano: meglio Pio Esposito o Camarda?

Il calcio italiano scopre di avere due giovani attaccanti forti ma, invece di goderseli, si divide tra invidie e gelosie. Più forte Esposito o Camarda? Più pompato l’uno o l’altro?

In attesa di compattarsi verso un obiettivo comune, ad esempio gli arbitri che sono il nemico comune perfetto che non ha stagioni, il calcio italiano sperimenta il dilanio intorno a Pio Esposito e Francesco Camarda. I due gioielli di un movimento che comincia a vedere la luce in fondo al tunnel dell’assenza di talento in attacco e che grazie a questi due giovanotti può cominciare a sperare in un futuro migliore.

Sarebbe tutto bello, se non fosse inquinato dalle solite rivalità. E, dunque, se Esposito segna il primo gol in Serie A e il giorno dopo lo stesso succede a Camarda apriti cielo: sfigati quelli che si erano esaltati il sabato (Pio) o, forse, quelli della domenica (Camarda) perché il primo ha rotto il ghiaccio con già addosso la maglia di una grande mentre l’altro no. Gira ancora in prestito per la provincia. Fa niente che tra i due ballino tre anni di differenza, cosa vuoi che sia per le argomentazioni dei duellanti. O uno, o l’altro: e chi sta nel partito avversario rosica (o esagera) a seconda delle circostanze.

Adesso che nello stesso week end senza campionato uno (Camarda) è diventato il più giovane marcatore di sempre con l’Under 21 e l’altro (Esposito) ha fatto il primo gol con la nazionale dei grandi, lo schema si ripete. Meglio uno o l’altro? Più predestinato Pio o Francesco? Le prime pagine che tutti i giornali hanno dedicato al ventenne attaccante dell’Inter sono fatte perché le merita o per tenere alto il prodotto? E se dedichi le prime pagine a lui, perché non lo fai anche per quell’altro come se anche nel giornalismo sportivo esistesse la necessità di una specie di par condicio?

Dibattito sterile e stucchevole, ma anche pericoloso. E’ quello che nessuno dei due campioncini del calcio italiano ha bisogno che accada così che siano rispettati i tempi di maturazione di entrambi. Va ricordato che uno è del 2005 e l’altro del 2008 e guai a dimenticarlo perché significa che uno è un giovane in rampa di lancio e l’altro un tardo adolescente che deve ancora completare lo sviluppo fisico. Oltre a imparare come si sta nel mondo dei grandi.

Il dilanio, però, non lascia scampo. E colpisce anche quelli che dovrebbero sapere di cosa si parla. Ad esempio, a Zlatan Ibrahimovic è stata gettata lì una battuta sul futuro, possibile, derby tra i due attaccanti di Inter e Milan. Ha risposto con una smorfia, poteva risparmiarsela. Così come c’è da mettere le mani sotto il tavolo (cit) al fiorire di paragoni tecnici e fisici con i mammasantissima del passato. Avvertenza inutile. Il treno è partito, c’è solo da sperare che nella sua corsa inarrestabile non tiri sotto proprio i due protagonisti trasformandoli da grandi speranze ai soliti rimpianti.

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