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«Ancelottinho» (figlio di Carlo) ha conquistato Rio de Janeiro. Che partenza con il Botafogo

«Ancelottinho» (figlio di Carlo) ha conquistato Rio de Janeiro. Che partenza con il Botafogo

Davide, figlio di Carlo Ancelotti, ha ottenuto sette punti nelle prime tre partite dimostrando di aver ereditato la saggezza tattica di papà: nessuno schema fisso, dialoghi aperti con i giocatori, qualche intuizione vincente e una difesa finora imbattuta

Lo stile è quello di famiglia, inconfondibile. Educazione, coraggio, passione ambizione. “Perchè siamo la squadra campione”. A casa Ancelotti si è sempre respirato pane e calcio, non a caso Davide, figlio di Carlo oggi commissario tecnico del Brasile, ha scelto di seguire le orme paterne e dopo aver studiato al fianco di uno degli allenatori più vincenti del mondo (è stato nello staff del padre al Psg, Bayern, Real Madrid, Napoli e Everton) ora prova a trovare la sua strada. La chance è prestigiosa, a Davide Ancelotti è stato affidato il Botafogo, uno dei quattro grandi club di Rio de Janeiro. Una squadra che è reduce dalla vittoria nel Brasilerao e nella coppa Libertadores (la Champions del Sud America). Insomma non proprio un avvio soft.

Squadra molto cambiata

L’inizio è promettente da tutti i punti di vista. Davide si è presentato in Brasile con una discreta conoscenza del portoghese a dimostrazione della sua voglia di imparare in fretta la lingua per poter interagire con i suoi giocatori. Il lavoro non manca perchè molte delle pedine del Botafogo della scorsa stagione non ci sono più. Via l’argentino Thiago Almada all’Atletico Madrid per 21 milioni; dopo il Mondiale per club sono partiti subito il difensore Jair Cunha (12 milioni dal Forest) e l’attaccante stella Igor Jesus (11,6 milioni, sempre a Nottingham), poi Gregore in Qatar per 6 milioni. E sono andati in prestito o in via definitiva anche Rwan Cruz (in Mls statunitense), in Portogallo Yarlen e De Paula al Tondela, Lobato al Rio Ave, Kaué al Porto e Danilo Barbosa in Arabia. Resta una buona base e qualche giocatore importante da recuperare come il trequartista Savarino , gli attaccanti Jeffinho, Mattheus Martins e Mastriani.

Partenza sparata

Da quando è arrivato il Botafogo ha totalizzato sette punti in tre partite e Davide, già ribattezzato Ancelottinho dai tifosi del Fogao, ci ha già messo del suo con un paio di intuizioni. Contro il Vasco l’ingresso di Nathan Fernadez (un ragazzo del 2005) è stato decisivo, determinante nella vittoria a Recife con lo Sport la scelta di mandare in campo Cuiabano che ha deciso la partita. Peccato non essere riusciti a vincere contro il Vitoria Bahia, ma forse quella è stata la miglior partita giocata dal Botafogo da quando Davide Ancelotti siede in panchina: dominio totale e 21 tiri in porta non sono bastati per vincere. In compenso nel Botafogo di Davide c’è un segnale inconfondibile dello stile italiano: la difesa è ancora imbattuta. Non è un caso perchè l’equilibrio tattico è al primo posto nel credo calcistico di casa Ancelotti.

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