Il Senato chiude il suo passaggio sulla legge di Bilancio, dando il via libera alla manovra che ora approda alla Camera per l’esame finale. L’aula ha approvato il provvedimento con 110 voti favorevoli, 66 contrari e 2 astenuti. Nella stessa seduta è arrivato anche il sì alla Nota di variazione, approvata dopo il voto di fiducia posto dal governo sul maxiemendamento: in quel caso i sì sono stati 113, i no 70, con 2 astenuti.
Il voto di fiducia e il passaggio alla Camera
Il governo aveva legato l’approvazione della manovra alla fiducia sul maxiemendamento, un passaggio decisivo per blindare il testo prima del trasferimento a Montecitorio. Con il voto dell’aula, il provvedimento esce quindi dal Senato e si avvia verso l’ultimo tratto dell’iter parlamentare.
Le norme stralciate dal maxiemendamento
Durante l’esame in Commissione Bilancio sono state stralciate cinque misure. È uscita la norma che avrebbe consentito agli imprenditori condannati per sottopagamento dei dipendenti, pur nel rispetto di alcuni contratti collettivi, di non versare gli arretrati. Eliminati anche due interventi sulle porte girevoli nella pubblica amministrazione, una disposizione sul collocamento fuori ruolo dei magistrati e una sulla revisione della disciplina del personale della Covip.
Verrà inoltre riformulato e riportato alla versione originaria un comma che aveva recepito un emendamento del Partito Democratico, relativo a un fondo per la promozione di attività formative finalizzate al dialogo interculturale e al contrasto dell’antisemitismo.
Giorgetti: «Una manovra da circa 22 miliardi»
Al termine dei lavori, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha rivendicato l’impianto complessivo della manovra, quantificandone il valore in circa 22 miliardi. Una cifra più alta rispetto ai 18,7 miliardi iniziali, cresciuta — ha spiegato — con l’ultimo maxiemendamento che ha rafforzato gli stanziamenti per Transizione 5.0, Zes e adeguamento dei prezzi.
«Scelte che sembravano impossibili»
Giorgetti ha difeso il merito politico delle misure approvate, parlando di interventi attesi da tempo. Tra questi, la tassazione al 5% degli aumenti contrattuali per i lavoratori dipendenti con redditi più bassi e l’aliquota all’1% sui salari di produttività, indicata come segnale della direzione di marcia impressa dal governo alla politica economica. «Una buona legge di bilancio», ha concluso il ministro, «che conferma una traiettoria positiva per il Paese e per gli italiani».
