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Cresce la freddezza tra Mosca e Nuova Delhi

Cresce la freddezza tra Mosca e Nuova Delhi

India e Russia restano legate su vari fronti. Ma, dopo l’arrivo di Biden alla Casa Bianca, le relazioni tra i due Stati si stanno raffreddando

Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, si è recato pochi giorni fa in India. Ciononostante, in questa sua visita, non ha avuto modo di incontrare il premier indiano, Narendra Modi. Non è chiaro esattamente per quale ragione. Le ipotesi sul tavolo sono molteplici. Secondo alcuni, Modi si sarebbe irritato perché la tappa di Lavrov a Nuova Delhi era parte di un viaggio più articolato, che avrebbe portato il ministro russo anche in Pakistan (storico avversario dell’India).


Secondo altri, ci sarebbe di mezzo lo zampino di Washington, che avrebbe esortato il premier indiano ad evitare l’incontro. Ricordiamo che, poco prima di Pasqua, il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, si fosse recato in India, dove – lui sì – aveva avuto un incontro diretto con lo stesso Modi. In occasione di quella visita ufficiale, tra l’altro, il capo del Pentagono si era incaricato di esercitare pressioni su Nuova Delhi, affinché evitasse l’acquisto del sistema missilistico russo S-400. Non sarà del resto un caso che, proprio su questa questione, Lavrov abbia eluso le domande nel corso della sua recente visita.

Secondo il ministro degli Affari esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, lui e il suo omologo russo avrebbero comunque discusso del partenariato esistente in vati settori: da quello nucleare a quello spaziale, passando per quello della Difesa. In questo quadro, si sarebbero altresì impegnati ad estendere la collaborazione in materia di sicurezza. Non solo: secondo quanto riferito da Foreign Policy, il ministro russo, nel suo viaggio indiano, avrebbe anche affrontato due tematiche spinose: il rapporto tra Cina e India e il processo di pace in Afghanistan. Non è del resto un mistero che, su entrambi i dossier, Nuova Delhi abbia bisogno di Mosca. Nel primo caso, non dimentichiamo che, dal 2014, Russia e Cina si siano progressivamente avvicinate: un elemento, questo, che ha permesso al Cremlino di ritagliarsi – soprattutto negli scorsi mesi – un ruolo di mediatore nei complicati rapporti tra Nuova Delhi e Pechino. Sul fronte afghano, invece, l’India intrattiene stretti legami economici e infrastrutturali con Kabul. E, in particolare, teme fortemente l’instabilità in quell’area. Sotto questo punto di vista, non va trascurato che la Russia abbia progressivamente assunto un ruolo rilevante nel processo di pace (come dimostrato, tra l’altro, da un vertice da lei ospitato lo scorso marzo). Non a caso, durante il suo viaggio indiano, Lavrov ha esortato Nuova Delhi a entrare attivamente nel processo di pace afghano.

Ma non è tutto. Perché, durante la sua visita in India, il ministro russo ha anche avuto un breve incontro (ufficialmente definito come “casuale”) con l’inviato speciale americano per il clima, John Kerry. Sembrerebbe che i due abbiano parlato di questioni legate al cambiamento climatico. Non è tuttavia affatto escludibile che abbiano in realtà discusso soprattutto dei colloqui di Vienna, appena ripresi, dedicati all’accordo sul nucleare con l’Iran. Non dimentichiamo del resto che, nel 2015, entrambi (Lavrov sempre da ministro degli Esteri e Kerry da segretario di Stato) avessero svolto un ruolo politico-diplomatico fondamentale per arrivare alla stipulazione di quell’intesa. Non è quindi improbabile che, nonostante le relazioni attualmente tesissime, Washington e Mosca stiano cercando margini di cooperazione proprio sulla spinosa (e controversa) questione del nucleare iraniano. D’altronde, Teheran è uno storico alleato della Russia in Medio Oriente: quella stessa Teheran a cui Joe Biden sta cercando di aprire. Tra l’altro, un ulteriore “dettaglio” da notare è che Modi abbia incontrato Kerry. Ne consegue che, pur rimanendo strette le relazioni tra Mosca e Nuova Delhi, il cambio di vertice alla Casa Bianca si stia facendo sentire sull’India. E che i rapporti di quest’ultima con il Cremlino si stiano (almeno in parte) raffreddando.

Come accennato, la seconda tappa del viaggio di Lavrov è stata Islamabad, dove ha incontrato il premier pakistano, Imran Khan: si è trattato della prima visita pakistana di un ministro degli Esteri russo negli ultimi nove anni. Le due nazioni hanno annunciato di voler avviare una più stretta cooperazione nell’ambito del contrasto al terrorismo e del settore della Difesa. Altre forme di legame citate nella visita sono state quella energetica e quella sanitaria, con particolare riferimento al vaccino Sputnik V. Lavrov ha, nella fattispecie, osservato che la Russia aveva fornito 50.000 dosi di vaccino al Pakistan e ha detto che intende fornirne altre 150.000. Anche in questo caso tuttavia è probabile che il viaggio vada principalmente inserito nel quadro del processo di pace in Afghanistan: un processo in cui Mosca riconosce ad Islamabad un ruolo centrale.

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